Equitalia: se non riesci a pagare il debito puoi rinegoziarlo


Se sei un privato, un libero professionista o un piccolo imprenditore e non ti basta la rateizzazione, puoi usufruire di altri strumenti
Equitalia: se non riesci a pagare il debito puoi rinegoziarlo

A volte la semplice rateizzazione del debito non basta per poter estinguere quanto dovuto al Fisco. Ma adesso, grazie ad alcune misure decise dal Governo Monti e poi riviste e modificate dall’Esecutivo Letta è possibile risolvere in maniera pacifica e vantaggiosa la propria posizione debitoria con lo Stato, diminuendo il debito.
Unica condizione è l’essere un privato, un libero professionista o un piccolo imprenditore. Non bisogna, cioè, rientrare nei parametri della grande impresa, la quale può essere destinataria delle procedure fallimentari, prima fra tutte il concordato preventivo.

Gli strumenti di "composizione della crisi da sovraindebitamento" a disposizione di privati, liberi professionisti e piccoli imprenditori che non riescono a saldare le cartelle esattoriali e sono strozzati dai debiti, dalle sanzioni e dagli interessi sono sostanzialmente due: il piano dei consumatori e l’accordo di ristrutturazione del debito.

Il piano del consumatore è una procedura rivolta esclusivamente alle persone fisiche che, come prescrive la legge, si trovano in una "situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile".
Chi si trova in tale situazione può richiedere che venga rivisto e ricalcolato (in diminuzione) il suo debito, fornendo come garanzia anche il futuro TFR.
Per godere di questa vantaggiosa opportunità, però, occorre dimostrare di essere "meritevole", ovvero di non aver contratto debiti superiori a quelli che si sarebbero potuti contrarre in base al proprio patrimonio. E’ una procedura valida, ad esempio, per tutti i cittadini che hanno assunto delle obbligazioni fattibili prima di perdere il lavoro e che, una volta disoccupati, si sono ritrovati in una nuova peggiore condizione reddituale che ha reso difficile o impossibile far fronte a tutti i debiti.
Purtroppo, in alcuni casi, anche la rateizzazione non è sufficiente per garantire al cittadino di pagare i debiti e al creditore di ricevere quanto dovuto. E allora, si può ricorrere al piano del consumatore che deve essere presentato al Tribunale che nominerà un organismo di composizione della crisi che, a sua volta, analizzerà il piano e verificherà le reali possibilità economiche del debitore e la sua buona fede e, infine, darà il suo parere. L’ultima parola sull’omologazione, però, spetta al Tribunale che basa il suo giudizio, oltre che su quanto affermato dall’organismo di composizione della crisi, anche sull’approvazione o eccezioni e contestazioni da parte dei creditori del debitore, anche se non sono vincolanti. Il vantaggio per il cittadino è notevole, ma è proporzionato al rischio: se non si rispettano gli impegni assunti con il piano o se si è avviata tale procedura per frodare i creditori, si la liquidazione del patrimonio. Verrà, cioè, liquidato tutto il patrimonio del debitore a vantaggio dei creditori.

Simile al piano del consumatore è l’accordo di ristrutturazione dei debiti, solo che tale strumento è rivolto, oltre che ai privati cittadini, anche ai professionisti, associazioni, start up innovative, imprenditori agricoli e piccoli commercianti. Per poter godere di tale agevolazione il fatturato deve essere inferiore rispetto a quello per il quale la legge prevede il fallimento. Devono, quindi, essere rispettate le seguenti condizioni: - l’attivo patrimoniale non deve aver superato i 300 mila euro negli ultimi tre anni - i ricavi lordi non devono aver superato i 200 mila euro in ciascuno degli ultimi tre anni - i debiti non devono essere superiori a 500 mila euro Come si è detto, l’accordo di ristrutturazione dei debiti è simile al piano del consumatore. Le differenze più importanti sono due: in questo caso il debitore non deve dimostrare di essere "meritevole", e soprattutto, l’accordo è subordinato al via libera dato da almeno il 60% dei creditori.

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