Superbonus 110%: dalle plusvalenze tassate a una possibile proroga a giugno


Nelle Legge di Bilancio prevista la tassazione della plusvalenza senza contare le spese di ristrutturazione e possibile proroga del bonus a giugno 2024
Superbonus 110%: dalle plusvalenze tassate a una possibile proroga a giugno

Verso la strada per l’approvazione della Legge di Bilancio si riaccende il dibattito sul Superbonus 110%.

Da una parte con la possibilità di tassare la plusvalenza in caso di vendita della casa ristrutturata entro i cinque anni dai lavori, dall’altra con una possibile proroga della misura fino a fine giugno richiesta da Forza Italia e caldeggiata dai condomini.

Vediamo, allora, cosa si sta muovendo sul piano della politica relativamente al bonus introdotto ormai da tre anni.

Possibile tassazione sulle plusvalenze in caso di vendita entro i cinque anni

Si potrebbe ampliare la platea dei casi di tassazione delle plusvalenze per le vendite effettuate entro i cinque anni dall’acquisto (quindi, nei casi in cui la compravendita potrebbe essere stata originata per speculazione immobiliare).

Attualmente, la normativa prevede una tassazione pari al 26% della plusvalenza, definita come la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, decurtate eventuali spese di manutenzione e ristrutturazione.

Fin qui tutto conosciuto. Nella bozza della Legge di Bilancio 2024, il Governo ha introdotto una norma tale per cui chi vende a partire dal 1° gennaio 2024 un immobile che è stato oggetto di ristrutturazione edilizia entro i cinque anni dalla vendita avvalendosi del Superbonus 110%, dovrebbe pagare il 26% della plusvalenza, ma senza considerare le spese sostenute tramite il Superbonus 110%. Questo varrebbe solo per chi ha goduto dello sconto in fattura o della cessione del credito e non per chi ha optato per la detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.

Ciò significa che aumenterebbe notevolmente l’ammontare della plusvalenza.

Chiariamo con un esempio, considerando l’acquisto di una casa nel 2020 per 100 mila euro e per la quale sono state sostenute spese di manutenzione per 10 mila euro e spese tramite il Superbonus 110% di 30 mila euro. Ammettendo che si riesca a vendere l’appartamento entro il 31 dicembre 2023 a 150 mila euro, la plusvalenza sarebbe calcolata sulla differenza tra il prezzo di acquisto e sul totale delle spese di manutenzione e ristrutturazione (comprese quelle relative al Superbonus 110%). L’ammontare della plusvalenza sarebbe pari al 26% di 10 mila euro, ovvero 2.600 euro (150.000 - 100.000 - 10.000 - 30.000 = 10.000 euro).

Se la stessa casa venisse venduta a partire dal 1° gennaio 2024, la tassazione sulla plusvalenza ammonterebbe a 10.400 euro (cioè il 26% di 40.000 euro), poiché non si tiene conto delle spese sostenute tramite il Superbonus 110% (150.000 - 100.000 - 10.000 = 40.000 euro).

Possibile proroga del Supebonus 110% a fine giugno

Il partito Forza Italia ha presentato un emendamento al decreto Anticipi, allo scopo di prorogare il Superbonus 110% fino al 30 giugno 2024.

La proroga non varrebbe per tutti, ma solo per i condomini e per le singole abitazioni che abbiano effettuato entro la fine del 2023 almeno il 60% dei lavori.

La copertura finanziaria per tale proroga deriverebbe da un aumento dell’aliquota della web tax dal 3 al 15%.

Nulla, però, ancora detto perché il decreto Anticipi è ora al vaglio della commissione Bilancio al Senato. Nel frattempo, anche il M5s ha avanzato la stessa proposta di Forza Italia, ma con una percentuale più bassa al 30% dello stato di avanzamento lavori.
 

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