Via i solfati (e i cloruri) dai reflui conciari


Una tecnica alternativa che permette la rimozione pressochè totale dei solfati e una buona riduzione dei cloruri dagli scarichi conciari.
Via i solfati (e i cloruri) dai reflui conciari
Attraverso il ciclo di lavorazione, denominato concia, la pelle da prodotto putrescibile viene trasformata in prodotto imputrescibile e, quindi, utilizzabile dall'uomo nei settori dell'abbigliamento, delle calzature e della pelletteria.
L'industria conciaria, sia per la molteplicità/complessità delle lavorazioni a cui la pelle deve essere sottoposta, sia per la vasta gamma di prodotti chimici, è un'industria ad alto impatto ambientale in tutte le tre aree: ARIA , ACQUA e RIFIUTI.

Con questo articolo vengono descritte tecniche alternative chimico-fisiche capaci di ridurre le concentrazoni dei cloruri e dei solfati negli scarichi conciari depurati.
L'inquinamento degli scarichi conciari è dovuto essenzialmente a:
-elevato carico organico;
-solfuri se è previsto l'utilizzo di pelli grezze, ovvero viene eseguita la depilazione;
-solfati;
-cloruri;
-tensioattivi;
-azoto proteico e azoto ammoniacale;
-cromo trivalente.

Sia per lo scarico in pubblica fognatura sia per lo scarico in acque superficiali il limite imposto dal D. lgs. 152/2006 è il seguente:
w cloruri 1200 mg/l
w solfati 1000 mg/l
Di norma negli scarichi conciari la concentrazione di questi ioni è di gran lunga superiore ai limiti di legge e questo crea non poche difficoltà alle aziende conciarie.

Il ciclo depurativo degli scarichi conciari, di norma, è così composto:
- grigliatura;
- omogeneizzazione;
- trattamento chimico-fisico di chiari flocculazione; - pre-denitrificazione;
- ossidazione-nitrificazione biologica "a fanghi attivi" a basso carico;
- sedimentazione;
- disinfezione finale

Le prove effettuate su impianto di depurazione esistente hanno consentito di individuare l'idrossido di bario ottaidrato come il reattivo idoneo alla riduzione pressochè totale dei solfati ed ad una buona riduzione dei cloruri.
L'idrossido di bario è stato dosato stechiometricamente rispetto alla quantità di solfati da rimuovere e consentire il rispetto del limite di accettabilità previsto dal D. Lgs. 152/2006.
L'idrossido di bario, in presenza di solfati, si trasforma in solfato di bario che, essendo insolubile in acqua, precipita sotto forma di fango e consente, pertanto, la rimozione dei solfati.
Durante la sperimentazione si è avuto modo di osservare che la rimozione pressoché totale dei solfati è stata sempre accompagnata da una discreta riduzione dei cloruri.

Rispetto agli impianti esistenti la rimozione dei solfati comporta dal punto di vista impiantistico la realizzazione di una vasca di reazione attrezzata con agitatore capace di realizzare il tempo di contatto sufficiente al completamento della reazione chimica tra idrossido di bario e solfati.
Nell'economia di gestione dell'impianto il costo da sostenere per l'acquisto/consumo dell'idrossido di bario è compensato dal minor acquisto/consumo di calce superventilata.

Articolo del:


di ing Antonio Tomasetta

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