Ristrutturazione integrale sostenibile a Torino


Il caso della riqualificazione di una casa dello studente seguendo il protocollo di certificazione LEED.
Ristrutturazione integrale sostenibile a Torino
Tra il 2011 ed il 2014 mi sono occupato della ristrutturazione della Sezione Po del Collegio Universitario Einaudi; l’edificio sorge nel centro storico di Torino sul sedime di una caserma sorta ove nel Settecento vi erano i Magazzini Regi dei Grani.
Il progetto ha vinto nel 2011 l’assegnazione di fondi per la riqualificazione delle residenze universitarie del MIUR.
Gli intensi lavori di ristrutturazione si sono svolti in un solo anno accademico (2013/2014).
L’edificio si presenta ora rinnovato sia dal punto di vista funzionale che impiantistico, e sostenibile sul fronte ecologico, secondo la certificazione Leed.
Della costruzione originaria si è conservato ben poco; per quanto concerne le strutture, le verifiche statiche di portata e la nuova normativa sismica hanno comportato la necessità di consolidare i pilastri e le travi (sono stati impiegati l’acciaio e le fibre di carbonio).
Tra gli interventi realizzati ai fini della sostenibilità vi sono: l’isolamento a cappotto dell’edificio (rivestimento integrale comprendente davanzali, cornicioni e cornici); la sostituzione dei serramenti (con profili a taglio termico e vetri a doppia camera basso emissivi); il rifacimento della copertura (struttura in legno lamellare e manto in alluminio con elevata riflessione solare); l’utilizzo di materiali basso emissivi e/o con contenuto di riciclato; l’utilizzo di materiali estratti, lavorati e prodotti a distanza limitata; la massimizzazione degli spazi con visuale diretta verso l’esterno; l’utilizzo di apparecchiature sanitarie a basso consumo per massimizzare la riduzione dell’uso dell’acqua (miscelatori con limitatori di portata, cassette di cacciata a tre tipi di funzionamento...); l’utilizzo di pompa di calore geotermica associata a pannelli radianti e di sistemi di recupero del calore dell’aria per la massimizzazione dell’efficienza impiantistica a beneficio dell’ottimizzazione delle prestazioni energetiche e del comfort termico delle persone; l’installazione di collettori solari per la produzione dell’acqua calda ad uso sanitario (collettori ad elevata efficienza con piastra captante in rame); l’installazione di pannelli fotovoltaici in laminato flessibile per la produzione di energia elettrica; sistemi di controllo e regolazione individuale da parte degli occupanti dell’illuminazione e del comfort termico. Tutti gli ambienti sono cablati e controllati in remoto da un sistema di supervisione BMS (Building Management System). Gli accessi alla struttura avvengono per mezzo di badge, così come per l’attivazione dell’impianto di illuminazione delle camere.
Per la realizzazione della nuova centrale tecnologica ipogea sono stati impiantati micropali a passo ravvicinato, mentre per la formazione dei pozzi dell’impianto geotermico è stata impiegata una macchina perforatrice con trivella di grande diametro. Dal piano strada i pozzi raggiungono la profondità di circa venti metri, lunghe cannucce per sfruttare la temperatura dell’acqua ctonia di falda.
Nel collegio sono disponibili ambienti per la vita collettiva e locali privati; nell’insieme gli spazi sono accoglienti e nel contempo permettono vita di relazione sociale o concentrazione/silenzio per lo studio, secondo le esigenze personali.
Particolare attenzione è stata posta alle tematiche acustiche onde assicurare un elevato livello di comfort agli utenti.
La trasparenza ed il colore sono stati alcuni degli ingredienti del progetto di riqualificazione/trasformazione.
Il colore caratterizza/comunica i piani; dall’infrarosso del piano seminterrato sino all’ultravioletto del sottotetto, secondo lo spettro dei colori. Tra i materiali impiegati, per comunicare ho scelto l’acciaio inox, con il quale sono realizzate in esterno la scritta-logo collegio, ed all’interno la grande scritta "BIBLIOTECA" che accompagna la scala interna della biblioteca. In esterno, per ricordare l’antica destinazione a magazzini del grano, una pannellatura in alucobond serigrafato riporta la texture di un campo di grano, con colori coordinati con i nuovi colori della facciata.
Con il recupero del sottotetto ho introdotto nella copertura una quadrupla teoria di abbaini, di forma squadrata, lineare, dotati di piccoli balconi che permettono di affacciarsi lungo le quattro direzioni cardinali.
Le linee sono essenziali, minimaliste. La distribuzione dei locali, la successione delle stanze sono razionali. Le scelte progettuali sono state guidate dalla "necessità" di ridare dignità all’atto dell’abitare. Qua e là le pareti sono curve, sia di vetro che di mattone, a volte seguono circonferenze, altre volte si snodano sinuose nello spazio, prima concave poi convesse, raccogliendo l’ombra o riflettendo la luce.

L’occhio si posa sul colore o transita attraverso il cristallo; l’esperienza dello spazio è dinamica ed "aperta", accoglie e sovrappone emozioni e funzioni, frammenti di vita che guardano al futuro, oltre il tempo al collegio.

Articolo del:


di Luca Moretto

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