Anagrafe Tributaria in tilt
Botta e risposta tra il Garante della Privacy e l’Agenzia delle Entrate riguardo ai dati contenuti nell’Anagrafe Tributaria
Il Garante della Privacy, Antonello Soro (con cui, a scanso di equivoci, precisiamo di non essere legati da alcun rapporto di parentela), in una lettera inviata al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, fa presente che:
"La banca dati dell’Agenzia delle Entrate non ha informazioni di qualità, ma contenuti grezzi e pieni di errori, anche macroscopici: importi inferiori alle soglie da censire per legge, dati non aggiornati per la selezione dei contribuenti ai fini del redditometro, partite IVA con errori relativi al decesso del titolare che al contrario gode di ottima salute."
In particolare, sulla qualità del dato presente in Anagrafe Tributaria, dalle verifiche effettuate a opera degli esperti "Privacy" sull’applicativo dello spesometro, è emerso che sono presenti importi inferiori a quelli soggetti all’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Oltre a ciò (quel che più appare grave), si nutrono seri dubbi sull’efficacia del sistema di sicurezza della tutela di segretezza dei dati presenti in Anagrafe Tributaria.
In una nota pubblicata sulla propria rivista telematica, Fisco Oggi, la Orlandi ha precisato che:
- alcune delle criticità sono state già risolte attraverso l’adozione di misure correttive introdotte seguendo una valutazione di priorità (con la qual cosa, implicitamente ha confermato che i problemi - quanto meno - c’erano, e alcuni di loro ancora restano);
- nella gestione dell’Anagrafe Tributaria, l’Amministrazione Finanziaria, supportata dal partner tecnologico SOGEI, ha già avviato un percorso di adeguamento nel pieno rispetto dei principi ispiratori della vigente normativa in materia di protezione dei dati personali (consentiteci la facile battuta: è proprio questa partnership che ci preoccupa, visti i disastri tecnici che combina la SOGEI con il famigerato sistema ENTRATEL).
In contemporanea è, poi, arrivata anche una dichiarazione dall’autentico sapore di un politichese che si pensava perduto, di Gian Giacomo Portas, presidente della Commissione di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria; ovverossia, l’organismo parlamentare preposto a controllarne la gestione svolta dall’Agenzia delle Entrate:
"L’ente di vigilanza assicurerà, come ha sempre fatto, il presidio della sicurezza dei dati e la tutela della loro riservatezza per garantire i cittadini e la funzionalità dei servizi erogati dall’Agenzia, coinvolgendo sempre di più il Garante per la protezione dei dati personali" (forse, "ha sempre fatto", non pare proprio esatto, visto che abbiamo appena assodato come vi siano state talune inefficienze giusto in tema di sicurezza).
Apprese tali risposte, il Garante della Privacy ha così replicato:
"Sorprendono le dichiarazioni secondo le quali tali criticità sarebbero già state risolte dall’Agenzia attraverso l’adozione di misure correttive. E invero, dai primi riscontri che abbiamo ricevuto, l’Agenzia, senza aver messo in alcun modo in discussione i rilievi che sono stati formulati dalla nostra autorità, ha manifestato la volontà di provvedere in futuro alla rimozione degli stessi».
Insomma, il contenzioso e i problemi originati dalla banca dati del Catasto, che continua a mietere vittime innocenti avvalorando richieste di pagamento di tributi locali su immobili non più di proprietà dei contribuenti, potrebbero alla fin fine risultare ben poca cosa, se l’Agenzia delle Entrate emettesse analoghi avvisi di accertamento fidandosi dei dati (oltre che scarsamente protetti), per sua stessa ammissione, errati, contenuti nell’Anagrafe Tributaria.
C’è da augurarsi che ciò non accada, visto che l’informatica - ormai, è acclarato - risulta essere pietanza particolarmente indigesta per i "cervelli tecnologici" scelti (sicuramente sulla base di criteri di meritevolezza) dai nostri politici, onde semplificare e rimodernare tutta l’oscura (per i contribuenti) attività di accertamento svolta dall’Agenzia delle Entrate.
E, a proposito di attività oscura, la mente, inevitabilmente, corre alle recentissime dichiarazioni della Dart Lady Orlandi in Fener:
"Chi non collabora conoscerà il lato oscuro dell’accertamento".
Minaccia chiara ed esplicita che ha spaventato persino i Signori dei Sith e i contribuenti ancora in odore di diventare cavalieri Jedi, entrambi presumibilmente ignari del fatto di dover tenere la contabilità ordinaria per le loro Guerre Stellari.
Ora, forse, tutti quanti potremmo finalmente aver capito cosa intendeva la direttrice dell’Agenzia proferendo la sua "battuta al veleno": con una simile Anagrafe Tributaria, gli accertamenti non potranno che avere un lato oscuro, molto oscuro...
"La banca dati dell’Agenzia delle Entrate non ha informazioni di qualità, ma contenuti grezzi e pieni di errori, anche macroscopici: importi inferiori alle soglie da censire per legge, dati non aggiornati per la selezione dei contribuenti ai fini del redditometro, partite IVA con errori relativi al decesso del titolare che al contrario gode di ottima salute."
In particolare, sulla qualità del dato presente in Anagrafe Tributaria, dalle verifiche effettuate a opera degli esperti "Privacy" sull’applicativo dello spesometro, è emerso che sono presenti importi inferiori a quelli soggetti all’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Oltre a ciò (quel che più appare grave), si nutrono seri dubbi sull’efficacia del sistema di sicurezza della tutela di segretezza dei dati presenti in Anagrafe Tributaria.
In una nota pubblicata sulla propria rivista telematica, Fisco Oggi, la Orlandi ha precisato che:
- alcune delle criticità sono state già risolte attraverso l’adozione di misure correttive introdotte seguendo una valutazione di priorità (con la qual cosa, implicitamente ha confermato che i problemi - quanto meno - c’erano, e alcuni di loro ancora restano);
- nella gestione dell’Anagrafe Tributaria, l’Amministrazione Finanziaria, supportata dal partner tecnologico SOGEI, ha già avviato un percorso di adeguamento nel pieno rispetto dei principi ispiratori della vigente normativa in materia di protezione dei dati personali (consentiteci la facile battuta: è proprio questa partnership che ci preoccupa, visti i disastri tecnici che combina la SOGEI con il famigerato sistema ENTRATEL).
In contemporanea è, poi, arrivata anche una dichiarazione dall’autentico sapore di un politichese che si pensava perduto, di Gian Giacomo Portas, presidente della Commissione di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria; ovverossia, l’organismo parlamentare preposto a controllarne la gestione svolta dall’Agenzia delle Entrate:
"L’ente di vigilanza assicurerà, come ha sempre fatto, il presidio della sicurezza dei dati e la tutela della loro riservatezza per garantire i cittadini e la funzionalità dei servizi erogati dall’Agenzia, coinvolgendo sempre di più il Garante per la protezione dei dati personali" (forse, "ha sempre fatto", non pare proprio esatto, visto che abbiamo appena assodato come vi siano state talune inefficienze giusto in tema di sicurezza).
Apprese tali risposte, il Garante della Privacy ha così replicato:
"Sorprendono le dichiarazioni secondo le quali tali criticità sarebbero già state risolte dall’Agenzia attraverso l’adozione di misure correttive. E invero, dai primi riscontri che abbiamo ricevuto, l’Agenzia, senza aver messo in alcun modo in discussione i rilievi che sono stati formulati dalla nostra autorità, ha manifestato la volontà di provvedere in futuro alla rimozione degli stessi».
Insomma, il contenzioso e i problemi originati dalla banca dati del Catasto, che continua a mietere vittime innocenti avvalorando richieste di pagamento di tributi locali su immobili non più di proprietà dei contribuenti, potrebbero alla fin fine risultare ben poca cosa, se l’Agenzia delle Entrate emettesse analoghi avvisi di accertamento fidandosi dei dati (oltre che scarsamente protetti), per sua stessa ammissione, errati, contenuti nell’Anagrafe Tributaria.
C’è da augurarsi che ciò non accada, visto che l’informatica - ormai, è acclarato - risulta essere pietanza particolarmente indigesta per i "cervelli tecnologici" scelti (sicuramente sulla base di criteri di meritevolezza) dai nostri politici, onde semplificare e rimodernare tutta l’oscura (per i contribuenti) attività di accertamento svolta dall’Agenzia delle Entrate.
E, a proposito di attività oscura, la mente, inevitabilmente, corre alle recentissime dichiarazioni della Dart Lady Orlandi in Fener:
"Chi non collabora conoscerà il lato oscuro dell’accertamento".
Minaccia chiara ed esplicita che ha spaventato persino i Signori dei Sith e i contribuenti ancora in odore di diventare cavalieri Jedi, entrambi presumibilmente ignari del fatto di dover tenere la contabilità ordinaria per le loro Guerre Stellari.
Ora, forse, tutti quanti potremmo finalmente aver capito cosa intendeva la direttrice dell’Agenzia proferendo la sua "battuta al veleno": con una simile Anagrafe Tributaria, gli accertamenti non potranno che avere un lato oscuro, molto oscuro...
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