Quando un post su facebook è stalking


Attenzione a quello che si scrive nei social network. Più post allusivi riferiti alla stessa persona possono integrare il reato di stalking.
Quando un post su facebook è stalking
Attenzione nell'uso dei social network, specialmente del social network facebook. Attenzione a quello che si scrive in un post, a come si scrive e quando si scrive.
Tendo ormai da tempo a ripetere che questi strumenti di pubblica socializzazione in internet non sono i "diari segreti" di una volta, quelli che tenevamo nel cassetto del comodino con il lucchetto.
Oggi tutto quello che si scrive in un social network come facebook è subito visibile a milioni di persone, in primis agli amici che un soggetto ha nel proprio profilo, ma nel giro di pochi secondi anche a terze persone tramite - per esempio - lo screenshot del post e la trasmissione dello stesso tramite WhatsApp.
Questi strumenti permettono oggi di far viaggiare un pensiero assai velocemente, più velocemente di quanto si creda.
Il fatto è che, con tali strumenti, molto spesso si è autori di reati, più o meno gravi, ma pur sempre reati. Reati da cui scaturiranno processi penali.
Negli utenti del web ormai vi è un comportamento diffuso e poco ragionato di scrivere tutto quello che si ha per la testa, sia quando questo è riferito a se stessi che a terze persone.
Bisogna tuttavia essere molto prudenti nel formulare un "post" su facebook in quanto la Suprema Corte ha ormai pacificamente ritenuto che quando più post si riferiscono sempre alla stessa persona e i riferimenti sono fin troppo evidenti e allusivi può scattare lo stalking.
I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21407/16 del 23.05.16, hanno ritenuto che un singolo messaggio minatorio o offensivo, pubblicato sulla bacheca di Facebook e indirizzato a una persona (anche in forma velata), può costituire diffamazione o minaccia, ma se la condotta viene ripetuta nel tempo si configura il più grave reato di stalking, e questo perché i vari post devono essere valutati nel loro insieme e non singolarmente.
Ovviamente affinchè si configuri lo stalking è necessaria una reiterazione delle condotte di cui sopra che vadano ad ingenerare un turbamento nel destinatario degli stessi che per esempio sospenderà il proprio profilo per qualche tempo, oppure inizierà a temere per la sua incolumità vivendo in un perdurante stato d'ansia.
La sentenza chiarisce che lo stalking scatta anche senza che la pluralità dei comportamenti minatori sia sorretta da un unico disegno criminoso preordinato in partenza.
Una volta ritenuto colpevole l'autore del reato, il tribunale potrà vietare al reo di avvicinarsi ai luoghi di solito frequentati dalla vittima, tenendosi a debita distanza da quest’ultima.
La vittima potrà invece costituirsi parte civile nel processo penale per ottenere il risarcimento dei danni patiti.

Articolo del:


di Avv. Federica Battistoni

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse