Dimissioni telematiche


Disquisizioni e dubbi sull'effettiva utilità della nuova procedura delle dimissioni telematiche
Dimissioni telematiche
Dal 12 marzo del corrente anno è entrata in vigore la disposizione afferente le dimissioni telematiche.
La modalità telematica sostituisce la modalità che prevedeva la ratifica alla DTL della propria volontà di recesso.
La ratio di voler debellare le così dette "dimissioni in bianco", pratica purtroppo molto in voga fino a non tanto tempo addietro, è ovviamente la fonte ispiratrice della disposizione telematica attualmente in auge.

La procedura telematica può essere inizializzata direttamente dall'interessato accedendo al sito del Ministero del Lavoro (previo rilascio di pin e password da parte dell'Inps), oppure chiedendo ausilio ai soggetti abilitati (patronati, sindacati, enti bilaterali, commissioni di certificazione).
A prima vista tale procedura sembra facilitare la vita, facendo un leggero scavo ci si accorge di quali criticità si possono incontrare.


Fino al 11/03/2016 il lavoratore poteva liberamente redigere le proprie dimissioni, consegnarle al datore di lavoro, successivamente recarsi alla DTL per confermare le dimissioni volontarie (molte DTL ritenevano efficace la conferma con semplice apposizione di ratifica direttamente sul mod.Unilav. Su detto modulo bastava vergare "confermo le mie dimissioni volontarie" datare e firmare).
Successivamente il lavoratore "digitalmente smaliziato" deve precedentemente chiedere ed attendere pin e password (nelle migliori delle ipotesi) oppure recarsi presso una sede Inps, con conseguente perdita di tempo, per ottenerle celermente.
I non avvezzi alla tecnologia si devono necessariamente far assistere dai soggetti abilitati. Dovendo agire preventivamente si ritraduce il tutto in perdita di tempo per gli aventi diritto.

Alla luce di quanto detto si evince che anche fino al 11/03/16 non esistevano più le dimissioni in bianco (volontà palesata ed anche successivamente confermata), si evince altresì che la stragrande maggioranza dei lavoratori devono prendersi del tempo per farsi assistere nella ratifica delle dimissioni.
La cosa più grottesca è infine l'esclusione dei Consulenti del Lavoro dalla lista dei soggetti abilitati alla procedura delle dimissioni telematiche. Tali soggetti sono abilitati alla genesi digitale per l'avvio al lavoro, alle variazioni, alle trasformazioni, alle ratifiche delle cessazioni dei rapporti di lavoro, risulta stridente il fatto che "non possano essere in grado" di formulare le dimissioni presso il Ministero.
Se detti professionisti fossero stati abilitati sicuramente i lavoratori ne avrebbero tratto vantaggio (una semplice mail al C.d.L. farebbe risparmiare tempo a tutti).

Queste osservazioni sono già state riferite nelle sedi istituzionali, l'auspicio è che si aggiusti il tiro per semplificare realmente la vita agli aventi diritto.

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di Riccardo Angino

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