Coaching: Facciamo chiarezza (Seconda Parte)


La Premessa e gli Strumenti del Coaching
Coaching: Facciamo chiarezza (Seconda Parte)
Chi cerca un Coach o si affida a servizi di Coaching, sia come Privato che come Azienda, a volte non sa bene "a cosa" si vada incontro, "quando" è indicato rivolgersi ad un Coach Professionista, con quali modalità si svolge il lavoro e infine quali possono essere i risultati di un Percorso di Coaching.
Scopo di questo breve articolo, suddiviso in due Parti, è consentire a chi Coach non è, di guardare "Dietro le Quinte" e svelare alcuni "segreti" Professionali.
Oggetto della seconda parte dell'Articolo è descrivere brevemente quali siano gli strumenti di lavoro dei Coach e si accennerà, in finale, a qualche nota di Etica Professionale.
Gli Strumenti
Ma allora se al povero Coach è vietato dire, come si fa a lavorare?
Quali strumenti nella sua "borsa dei ferri"?
Gli elementi che si trovano nella Borsa dei Ferri del bravo Coach sono tre: (tollerate gli inglesismi per un attimo, il gergo verrà chiarito nel seguito)
1. Le Domande
2. Il Feedback
3. Il TASK
Il Coach può, nel suo "dire" porre Domande. Domande alle quali il Cliente può non rispondere.
Il Coach può "restituire un Feedback"; il Feedback tecnicamente è definito come "un comportamento agito che sarebbe stato ripreso da una telecamera con microfono".
Il Coach può concordare (non assegnare!) delle attività utili per mantenere alta la focalizzazione e la concentrazione del Cliente sul raggiungimento dell’obiettivo tra una sessione e la successiva: queste attività si definiscono TASK.
Fine.
Queste e queste solo, sono le tre cose che il Coach può fare.
E i Coach anticipano questa spiegazione all’inizio del rapporto per consentire al Coachee di monitorarne l’andamento e la eventuale violazione.
Cioè: tutto ciò che viene svolto utilizzando ALTRI strumenti che non siano soltanto i tre appena descritti, non è Coaching.
Punto.
Tutto alla luce del Sole! Niente di nascosto. Un rapporto alla pari. Infatti nel Coaching il Cliente viene anche definito "Partner".
Gli Obiettivi
Il Cliente che decide di utilizzare un servizio professionale di Coaching ha un "suo" proprio obiettivo.
Esistono vari modi per trattare in maniera "scientifica" questo argomento e la letteratura è piena di citazioni e definizioni dotte, acronimi mnemonici e chi più ne ha più ne metta.
Il Coach ha i "suoi" propri obiettivi. I quali, ovviamente, NON sono quelli del suo Cliente: non c’è confusione nei ruoli!
Gli Obiettivi del Coach sono due e tecnicamente si definiscono "I due Meta Obiettivi del Coaching"
Il Coach ha l’obiettivo di aumentare nel Cliente:
1. Consapevolezza: ciò che conosco di me nel senso più ampio che possiate immaginare
2. Commitment: vocabolo di gergo che indica ad un tempo Volontà (Io Voglio), Responsabilità (Dipende da me), Azione (Io Faccio)
Il Come
Al Coach pertanto non viene chiesto di possedere tecniche, il Coaching essendo una professione di "processo" e mai di contenuto.
Al Coach viene piuttosto richiesto di "abitare competenze" in un approccio "a Zero Ego" (EgoLess)
In un’immagine: due persone unite in una danza, essendo il Coach la figura femminile, quella che segue, mai quella che guida, indirizza, sceglie, decide.
Per approfondire le modalità serve seguire un Master Professionale ma ciò non è oggetto di questo breve articolo.
Finale
In realtà, ad essere onesti fino in fondo, questo rapporto paritetico tra Professionista e Cliente è di difficile gestione, soprattutto all’inizio del percorso di Coaching. Infatti il Coach ha un grande vantaggio rispetto al proprio Coachee. Egli sa che la persona che entra nel suo studio il primo giorno sarà diversa da quella che uscirà dallo studio con l’obiettivo raggiunto.
E questo è un richiamo profondo al senso di Etica e Responsabilità del Coach.

Articolo del:


di Vittorio Balbi

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