Alessitimia, il tempo degli analfabeti emotivi


Salute e Benessere non passano solo per l'utilizzo di farmaci e vaccini. Lo stress fa ammalare fino a che non troviamo le parole per esprimerlo
Alessitimia, il tempo degli analfabeti emotivi
ALESSITIMIA O DELLE TRAME PERDUTE
"Gli uomini periscono perché non sanno congiungere il principio alla fine" Alcmeone di Crotone

Alessi......cosa?

Coniato da P.Sifneos nel 1973, il termine rimanda ad una incapacità, una difficoltà a vivere, identificare e comunicare le emozioni (a, alpha=privativo, lexis=linguaggio, thymos=emozioni). E’ soprattutto grazie al rinnovato interesse per le cosiddette malattie psicosomatiche, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, che il fenomeno è stato progressivamente focalizzato e rivisitato, in particolare concentrando l’attenzione su certe ambigue diagnosi mediche mediche di "ulcere idiopatiche", "emicranie sine materia", "gastriti funzionali", ovvero tutte quelle diagnosi di fronte alle quali, dopo lunghe e spesso costose, ripetute indagini ed analisi, il Medico si rassegnava ad indicare nello stress, in situazioni esistenziali non meglio identificate, nello stile di vita, nelle abitudini alimentari ecc. il responsabile del nostro disagio e dei nostri sintomi.
Pandemia silente o metafora dei tempi?

Secondo il gruppo di Toronto del Dott. G.Taylor, la massima autorità in tema, l’Alessitimia è il terreno comune ad una svariata, molteplice e sfaccettata gamma di disagi e disturbi. Infatti: "Tagliando il grafico dei tassi di prevalenza al 40% di frequenza di alessitimici positivi, emergono nettamente due gruppi. Al di sotto del 40% ci sono disturbi nevrotici (fobici, OC, sessuali) e psicosomatici classici (disturbi cardiovascolari, artrite reumatoide, colite ulcerosa, neurodermatiti). Al di sopra troviamo invece disturbi psichiatrici (depressione maggiore, tentato suicidio, abuso sessuale, stress da trauma, alimentazione compulsiva, disturbi dissociativi, disturbo da panico) e somatici (cancro utero, dolore cronico, ipertensione, disturbi gastrointestinali, ipocondriaci), ossia disturbi accomunati dalla difficoltà individuale di regolare gli affetti mediante strutture cognitive o funzioni di mentalizzazione".
E’ come se il nostro tempo ci avesse messi di fronte ad un conflitto senza uscita; da un lato miliardi di informazioni e stimoli disponibili (spesso non per scelta), dall’altro l’assenza di parole per descriverne l’implosione nella nostra anima. L’Alessitimia sembra dunque un segno del nostro tempo; quasi che avessimo lasciato al disagio, alla malattia, al dolore il compito di esprimere ciò che per lungo tempo abbiamo riconosciuto, comunicato e condiviso attraverso le parole, i gesti, i comportamenti.

L’ALESSITIMIA E LA MEDICINA DI BASE
L’interesse per l’Alessitimia è legato principalmente all’aspetto preventivo sempre più importante in Medicina di Base; in primo luogo per i problemi che questo profilo può innescare nella relazione con il Medico (e le equipe curante in generale) dall’altro per la sua capacità di favorire comportamenti disfunzionali/a rischio rispetto alle prescrizioni del Medico e dell’equipe curante medesimi. Ad un recente convegno FADOI (Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) il Dott.Dario Manfellotto, Dirigente del Centro dell'Ipertensione dell'Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, ha riportato, oltre ai dati sul rapporto Alessitimia-Ipertensione, quelli sulla diffusione di questo fenomeno nella popolazione italiana e sulle possibili conseguenze a carico della salute di un disconoscimento dello stesso: "L'alessitimia e' presente nel 55% dei pazienti colpiti da ipertensione, con una percentuale che cresce con l'aumento della pressione arteriosa. Ma a soffrire di questo disturbo e' anche il 33% dei malati psichiatrici. Considerando la popolazione italiana nella sua totalita', il dato piu' preoccupante e' che l'alessitimia interessa 16 persone su cento..... questa malattia crea grandi problemi nei pazienti che non riescono a spiegare al medico i loro disturbi e quindi cominciano le terapie piu' tardi. I soggetti con alessitimia vedono aumentato il rischio di conseguenze anche gravi. Uno studio americano ha evidenziato che un soggetto con alessitimia colpito da infarto chiede aiuto piu' tardi rischiando maggiormente la vita.

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di Mario Bianchini Psicologo Psicoterapeuta

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