La Crisi: un’opportunità di crescita e cambiamento


Da quando si nasce si continua a cambiare ogni giorno ed è la maniera in cui ci si rapporta al cambiamento che lo può trasformare in crescita
La Crisi: un’opportunità di crescita e cambiamento
Nella vita di tutti i giorni l’individuo può attraversare dei momenti particolarmente difficili, complicati e critici dovuti a varie motivazioni come quella della perdita del lavoro, della rottura di una relazione amorosa, del lutto di una persona cara accompagnati da emozioni come la delusione, la frustrazione, la tristezza ed il senso di inadeguatezza. Tutti fattori che mettono a dura prova la persona che si trova in una situazione di squilibrio interiore ed esteriore. Il soggetto si viene a trovare in un momento della vita caratterizzato dalla rottura di un equilibrio, precedentemente acquisito, e quindi sente la necessità di cambiare degli schemi consueti di comportamento perché non più adeguati a far fronte alla situazione presente.
La persona sente di non essere in grado di utilizzare le sue strategie difensive trovandosi davanti ad una situazione di difficoltà dove egli stesso si sente il protagonista di un cambiamento, che però richiede sia una perdita che un confronto inevitabile con la scoperta dei propri limiti e della precarietà: un incontro diretto quindi con il cambiamento. Ci si trova quindi a dover far fronte ad esperienze e ad aspetti della vita non graditi, non previsti o previsti solo in parte (per il sopraggiungere di eventi) che appaiono esterni ma che in realtà agiscono come innesco di frantumazione dell'equilibrio interno raggiunto.
Ciò indica come la crisi rappresenti un passaggio delicato e fondamentale nel processo evolutivo dell'essere umano. In psicologia clinica esistono due tipi di crisi: quelle evolutive (ossia legate alla crescita di ogni individuo) e quelle accidentali (ovvero quelle legate a tutte quelle situazioni di vita in cui l'irrompere improvviso può destabilizzare l'equilibrio raggiunto fino a quel momento dalla persona).
Normalmente il concetto di Crisi appare con un alone di negatività, considerato come qualcosa da evitare, di doloroso, da allontanare il prima possibile ma secondo alcune interpretazioni la parola crisi indica la comparsa di un "momento cruciale", bensì un bivio da cui è possibile fare una scelta, prendere una decisione.
Uno dei modi per attivare un processo di aperta ricettività sta nel riappropriarsi di un ascolto profondo di se stessi, delle proprie emozioni e desideri, a partire anche dal riconoscimento di quelle sensazioni corporee alle quali spesso non diamo attenzione. E’ un modo per ricontattare e lasciar andare le nostre emozioni come la vergogna, la tristezza, la paura, la rabbia, la gioia: emozioni che spesso sono bloccate nel corpo.
Il Cambiamento è insito nel processo di apprendimento, ogni mutamento personale non è generalmente indolore: il cambiare indica spesso un percorso individuale caratterizzato da fatica emotiva, sofferenza, costanza, determinazione, alternanza di sentimenti, vissuti negativi e positivi.

La via della trasformazione interiore non si basa su nessuna imposizione ma sull'impegno di accogliere l'imprevisto e sperimentare l'inusuale, sfidando ed accogliendo, se necessario, ogni incertezza e paura. Non si può intraprendere un percorso di trasformazione finchè non ci si mette in contatto con la nostra inquietudine, con la nostra sofferenza, con il nostro malessere, con la parte più profonda di noi stessi.

"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla".
Tratto da Il Mondo come Io lo Vedo di Albert Einstein, 1931

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di Anastasia Pelliccia

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