L'empatia e il coaching


Nel coaching l’empatia è una competenza emotiva di importanza fondamentale, è uno strumento per realizzare una sintonia profonda con il coachee
L'empatia e il coaching
Sentiamo spesso parlare di Empatia, di persone empatiche, ecc... ma sappiamo realmente cos’è? Sappiamo individuarla e metterla in pratica nelle nostre relazioni umane? Barack Obama, nel 2006, durante un discoro agli studenti della Northwestern University di Chicago quando era ancora un senatore, identifica il problema principale che sta colpendo il mondo intero a livello sociale con il termine "empathy deficit". Il termine empatia è stato presente durante tutto il suo mandato presidenziale. I mass media americani si concentrarono sul problema e l’empatia diventò la moda del momento, la soluzione ad ogni problema. Tanto clamore, tante teorie ma al tempo stesso tanta confusione e uso improprio del termine. L’empatia viene spesso confusa con la simpatia, la compassione, la pietà. Il termine "Empatia" deriva dal greco (empatéia, a sua volta composta da en-, "dentro", e pathos, "sofferenza o sentimento"). Vuol dire entrare in punta di piedi nel mondo dell’altro, nel suo IO, nelle sue emozioni, pensieri, nel suo dolore, paure, ansie, insicurezze, nel suo passato, senza mai esprimere un giudizio, senza fare nessuna osservazione di merito. Prende le sue origini nell'arte e nelle sue applicazioni. Il termine Empatia era utilizzato nell’antichità Grecia per indicare il rapporto emozionale di compartecipazione che legava l’autore-cantautore (aedo)- al suo pubblico. Il concetto di Empatia è stato introdotto in filosofia alla fine dell’ottocento da Robert Vischer, studioso di arti figurative. Il termine "empatia" è stato equiparato a quello tedesco Einfühlung, in seguito, tradotto in inglese come empathy. Le definizioni dell’empatia create dagli studiosi e dai ricercatori negli anni sono molteplici e sfaccettate. Essa resta un argomento spesso controverso ed incompreso, ma al tempo stesso affasciante e intrigante. E’ stata ed è ancora oggi oggetto di numerose riflessioni da parte di intellettuali come Edith Stein, Antoine Chesì, Max Scheler, Sigmund Freud o Carl Rogers. Theodor Lipps fu il primo autore a proporre una teoria completa sull’empatia. Nel 1935, Edith Stein allieva di Husserl, scrisse "Il Problema dell'Empatia", bellissimo saggio psicologico, in cui analizzava le componenti dell'empatia e le metteva in relazione con le conoscenze psicologiche che si avevano all'epoca. Lo psicoanalista austriaco Heinz Kohut, padre della psicologia del sé, considera l’empatia non solo come strumento di conoscenza, ma anche come importante strumento terapeutico.
Essa è prima di tutto un processo conoscitivo, è una relazione che si crea tra esseri umani, è una potente forma di comunicazione interpersonale che va oltre l’uso delle parole, a volte è sufficiente il linguaggio del corpo. L’empatia non è una tecnica da apprendere, è una caratteristica innata dell’essere umano. Avere la capacità di entrare in empatia con chi ci circonda, significa essere in una posizione privilegiata. Secondo lo studioso Hoffman l’empatia si manifesta fin dai primi giorni di vita dei bambini, già nel pianto dei bambini ma non tutti gli individui sviluppano nel corso della loro esistenza le stesse capacità empatiche, e di questo ognuno di noi ne avrà fatto sicuramente esperienza.

Nel coaching l’empatia è una competenza emotiva di importanza fondamentale, è uno strumento per realizzare una sintonia emotiva e profonda con il coachee (cliente). Ci sono emozioni, situazioni, stati d‘animo che non è possibile spiegare con le parole, l’empatia permette di entrare in contatto con la dimensione più profonda dell’IO. Il coach pone al centro della relazione il Coachee, ne osserva con attenzione la postura, le espressioni del viso, il modo di parlare, la comunicazione non verbale, il tono di voce ecc.... Esercitare l’empatia ci permette di definire in confini chiari con l’altro: per farlo è necessario uscire dal giudizio e aprirsi ad accettare l’altro così come è. Nella relazione empatica che si crea tra Coach e Coachee non esiste nessun giudizio, nessuna valutazione, il coach non dà soluzioni a problemi, è una relazione alla pari, nessuno insegna a nessuno, allo stesso tempo però il coach non deve perdersi nei propri sentimenti. Nella relazione di coaching l’empatia si realizza attraverso un ascolto attivo da parte del coach verso il coachee, concentrato su tutto ciò che il coachee dice o non dice, incoraggiandolo ad esplorare le proprie sensazioni, le proprie emozioni.

Articolo del:


di Rosa Salemme

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse