In azienda non esistono bugie


Quale verità mi racconta quella fandonia?
In azienda non esistono bugie
La bugia è un atto collaborativo, il cui potere si manifesta solo quando la accettiamo come verità. Chi la subisce ha comunque un ruolo. La bugia è relazionale e impone una riflessione sul rapporto che ha contribuito a generarla. In azienda non esistono bugie. Quando qualcuno mente, quell’informazione è una preziosa verità. Quali sono le pratiche di controllo? Le aspettative sono troppo alte? Gli obiettivi sono ponderati con le competenze? La visione è condivisa? La leadership lascia esprimere l’autonomia? Insomma, quale verità mi racconta quella fandonia? Il modo di considerare la falsità è cambiato. Un tempo il vero torto avveniva verso il tradimento pubblico perché essere leali era un fatto di rilevanza collettiva. Nei confronti di chi mentiva c’era una forma di disprezzo generale. Oggi la lealtà è vista come una faccenda individuale, per questo è più semplice dire il falso. Inquadrare la bugia e il tradimento all’interno della relazione ha due conseguenze. La prima è che non puoi dare tutta la responsabilità a una parte: questo non farà piacere a chi si vede vittima dell’ingannatore o ingannatrice mendace. La seconda è che, solo guardando al rapporto, è possibile elaborare una strategia di superamento del torto subito. Quando consideri quella menzogna o infedeltà come un attacco alla tua persona non riesci a superarla. Se invece li valuti come violazione della relazione instaurata puoi immaginare un modo per ricostruire su nuove e diverse basi oppure imparare dall’evento pur volendo chiudere con quel tizio. Nessun tradimento avviene senza che si sia formato un soggetto collettivo, un noi, un progetto comune, delle regole esplicite o implicite. Per tradire la fiducia ci devono essere delle attese. L’adulterio, per essere tale, deve avvenire nei contesti in cui vige l’esclusività del rapporto sessuale. Nella bugia e nel tradimento si possono leggere informazioni. Le regole del rapporto sono valide? Devono essere riviste? Quella persona condivide veramente le prassi e i valori? Chi ha mentito ha avuto modo di esprimere la sua autonomia nella relazione senza annullarsi in essa? È necessaria una competenza relazionale per scoprire le bugie e per mentire. I bambini, molto piccoli, non sono in grado di farlo. I maschi sono ancora più onesti delle femmine (prima del compimento dei quattro anni!) Le bimbe sviluppano subito una teoria della mente, cominciano a indagare le aspettative degli altri, i sentimenti, i desideri. Per questo mentono prima. Con il tempo la bugia dirà molto della relazione instaurata con i genitori e dell’educazione che respirano. Se essa è basata solo su premi e punizioni, sulla motivazione estrinseca, le frottole potranno emergere con più facilità. Le falsità relazionali crescono nell’eccessiva fusionalità, quando il controllo supera la soglia di tolleranza, quando scompare l’identità della persona nel rapporto. La strategia di impossessarsi dell’altro è perdente. La diffidenza e la pretesa uccidono autonomia, originalità, libera espressione di sé. Perché vi sia vero scambio e conoscenza deve rimanere un qualche elemento di estraneità con l’amico, il collega, il leader, il partner.
Per approfondimenti
Cfr.
Armando Floris, La passione di comunicare. L'arte di convincere sé stessi e gli altri, Historica, 2016

Francesco Tesei, Il potere è nella mente. Rizzoli, 2012
Luca Stanchieri, 101 cose che devi sapere per difenderti dai bugiardi e dai traditori, Newton compton, 2011

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di Armando Floris

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