Quando finisce un amore: i rimedi all'abbandono


La fine una relazione è sempre un'esperienza dolorosa che mette alla prova chi deve affrontarla. Ci sono azioni che ci possono aiutare a superarla.
Quando finisce un amore: i rimedi all'abbandono
"Arrivederci amore ciao le nubi sono già più in là
Finisce qua, chi se ne va che male fa..."


Quando finisce una relazione, sia che sia stata una conoscenza "particolare", l'amore della vita, la convivenza o il matrimonio, è sempre un'esperienza dolorosa, che mette alla prova chiunque si trovi ad affrontarla. In queste occasioni le frasi fatte si sprecano: "Morto un papa se ne fa un altro!", "Non era quello/a giusto/a!", oppure "Con il tempo tutto passa!". Nessuna di queste sembra però poter aiutare la persona che sta soffrendo per amore. È essenziale che in questo momento - che può durare giorni, settimane, mesi e, a volte anche anni -, ci concediamo di buttare fuori tutto il nostro dolore; è necessario piangere tutte le lacrime di questo mondo, permetterci di soffrire senza considerarci deboli o stupidi a farlo. Dobbiamo poi sfogare anche tutta la rabbia che abbiamo dentro, analizzare gli eventuali sensi di colpa per le nostre mancanze e responsabilità, ma sempre con la consapevolezza che l’amore se ne è andato e che non tornerà.
Ci sono tuttavia dei comportamenti, dei pensieri che ci possono aiutare a sopportare il dolore e ad uscire più velocemente dal periodo del "lutto". Vediamoli insieme:
1. Darsi tempo
Darsi tempo significa sapere che la sofferenza, il malessere e la sensazione di mancanza e di dolore straziante che proviamo prima o poi passeranno. Darsi tempo significa anche cercare di distrarsi dal pensiero monotematico della relazione e dell’ex partner. Un po’ come quando si è a casa con l’influenza e si aspetta a letto, a casa, con calma e senza agitarsi che la febbre sia passata e si torni a stare di nuovo bene.
2. Accettare che l’amore sia finito
Senza una simile ammissione qualsiasi percorso è inutile. Sembra un’affermazione scontata, ma non lo è. All’inizio, soprattutto se la fine è arrivata in modo improvviso ed inaspettato, si tende a negare tutto, a minimizzare. Si prova a fare finta di niente, si pensa che l’altro possa tornare, che abbia confuso un dubbio con la fine dell’amore. Accettare significa, dunque, rendersi conto che ci troviamo di fronte ad una logica diversa: chi ha scelto di lasciarci ha cambiato le regole del gioco, lo ha fatto senza avvisarci e noi ci dobbiamo adattare.
3. Evitare luoghi e situazioni che ci riportano alla relazione finita
Evitare luoghi e situazioni che si riferiscono alla relazione fa parte di quel distacco assoluto necessario al superamento del dolore. Spesso si tende a cercare di ritornare nei posti che ci riportano alla storia, con la scusa di voler attenuare il dolore e prendere le distanze. Niente di più sbagliato, ciò tende solo a prolungare l’agonia. In quest’ottica anche gli amici comuni che continuano a frequentare l’ex partner possono diventare "pericolosi", poiché si potrebbe cadere nella facile tentazione di cercar di intavolare conversazioni sull’ex per carpire informazioni continuando a rimanere legati ad una persona che non c’è più.
4. Distacco assoluto dalla persona che ci ha lasciato
Spesso, per soffrire di meno, si tende a mantenere un minimo di relazione con l’altro, nell’illusione che sia di tipo amicale e che un graduale distacco sia molto meno "traumatico" e più indolore rispetto ad un taglio netto. Così facendo in realtà non si fa altro che prolungare lo strazio, poiché questo atteggiamento nasconde la speranza che l’amore possa ritornare. Prima che si possa riprendere un rapporto con l’altro, anche minimamente formale, occorre molto tempo e, a volte, questa possibilità potrebbe non ripresentarsi più.
5. Fare cose
Quando una storia finisce è necessario fare qualcosa di positivo per noi stessi, per riempire il vuoto lasciato dal partner. Fare passeggiate, andare in palestra, iscriversi ad un corso, leggere, fare la maglia ne sono alcuni esempi. Assecondare le nostre energie e tirar fuori la creatività che caratterizza ciascuno di noi è fondamentale per recuperare il nostro valore a prescindere dalla presenza di un’altra persona nella nostra vita.
6. Riflettere sulla relazione
Il primo passo è quello di fare una lista di ciò che pensiamo dell’ex, sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Dovremo poi ragionare su cosa ci tenesse legati a lui/lei; potremo così riconoscere quali bisogni venissero soddisfatti e quali fossero i punti di forza. Occorre poi ristabilire le responsabilità reciproche della fine del rapporto. È importante anche considerare ciò che il rapporto ci ha lasciato, cosa abbiamo imparato, quali aspetti di noi abbiamo mutato e migliorato.
7. Centrarsi
Questo momento di cambiamento forzato può diventare l’occasione per risintonizzarci su noi stessi, ovvero per riflettere su chi siamo, imparando ad accudirci, comprenderci, volerci bene, investire e prendersi cura di noi.
8. Confrontarsi con gli amici
In questo periodo è importante avere accanto a sé una persona fidata che ci possa semplicemente ascoltare e prestare conforto; qualcuno che tolleri la storia raccontata e riraccontata milioni di volte, che sia disponibile a stare al telefono, che ci proponga di fare delle cose, che rinunci ai suoi programmi per ascoltarci e che ci venga a "raccogliere con un cucchiaino nelle giornate più buie". È anche molto importante il gruppo allargato di amici, che ci obblighi a parlare d’altro e a distrarci.
E infine...
9. Ritualizzare la fine
I riti servono a segnare le fasi di passaggio, i cambiamenti. Trovare dei rituali come potrebbe essere scrivere una lettera di saluto all’ex e poi bruciarla, fare chiacchierate fiume con un amico, concedersi un viaggio in solitaria, ecc, vuol dire spostare l’attenzione dalla fine-negazione dell’amore ad una nuova fase di vita e di crescita emotiva e personale.

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di Elisa Piovani

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