La paura del futuro nel risparmiatore


Tra ansia di risultati e incertezza del domani
La paura del futuro nel risparmiatore
Vi sono due paradossi nel cuore di ogni risparmiatore: quello del futuro, da affrontare con scelte economiche anch'esse dall'esito incerto e quello dell'affezione ai propri soldi, che tanto più è grande tanto più porta al controllo costante dell'andamento degli investimenti.
Questi paradossi, che in altri termini non sono altro che paure, hanno radici molto profonde, con tutte probabilità presenti nella nostra genetica primordiale: i primi ominidi si trovavano di fronte a scelte molto dolorose legate al procacciamento del cibo. La fame, la morte, gli eventi climatici avversi, le battute di caccia andate a vuoto, radicavano nei nostri antenati primordiali una maggiore sensibilità alla perdita, all'evento infausto, piuttosto che all'esito positivo. Cementavano ieri quelle idiosincrasie che oggi possiamo trovare nel nostro atteggiamento verso i risparmi.
Il primo paradosso, quello dell'incertezza del domani da affrontare con risparmi dal futuro incerto, non è altro che il dilemma dell'uomo primitivo di fronte alle modalità di fare scorta di cibo, scegliendo di coltivare il terreno, raccogliendo letteralmente i frutti della fatica dopo molto tempo, oppure decidendo di andare a caccia, per avere cibo immediatamente, ma rischiando di agire a vuoto.
Il secondo paradosso deriva dal primo, e consiste nell'ansia di vedere dei risultati o di non perdere ciò che si è ottenuto, applicando una strategia spesso improvvisata, ieri alle modalità di procacciamento del nutrimento, oggi alla gestione del denaro.
Come si dominano queste paure irrazionali?
La prima misurando e quantificando le scelte economiche che ci accingiamo a compiere. Per farlo dobbiamo domandarci: per quanto tempo posso e ritengo opportuno privarmi di una risorsa economica per ottenere il risultato che mi prefiggo? Quali sacrifici sono disposto a fare per ottenere una utilità economica dai miei risparmi?
La seconda ascoltandoci e comprendendo quale grado di variazione del valore dell'investimento siamo in grado di tollerare. Per farlo dobbiamo chiederci: che variazioni di prezzo del mio investimento sono disposto a tollerare affinché scelte repentine e irrazionali, dettate dal dolore provocato dell'eventuale perdita del valore del risparmio, mi portino a cambiare la strategia di che ho intrapreso nel passato?
Queste domande non vanno affrontate da soli, poiché nessuno è in grado di valutare per sé ciò che è meglio senza confronto, pena la mancata evoluzione della propria persona. E' necessario un professionista ad affiancarci, cointeressato magari alla nostra serenità economica e dalla visione indipendente da interessi altrui, che con domande e ragionamenti ci faccia comprendere quale investimento è adeguato a noi.
E' importante infine diversificare le modalità attraverso cui gestiamo il nostro risparmio: gli uomini primitivi collaboravano tra loro, chi coltivando, chi cacciando. In questo modo la possibilità di eventi avversi al raggiungimento del nostro fine è mitigata dalla molteplicità di strade intraprese per raggiungere la medesima meta.

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di Andrea Panizzon

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