La scrittura come manifestazione del sè


Nella scrittura si riflette la vita cosciente e incosciente di chi scrive, colui che scrive fa il proprio ritratto senza condizionamenti
La scrittura come manifestazione del sè
L’analisi grafologica di personalità è un ottimo strumento per effettuare un profilo del soggetto concentrandosi sugli aspetti intellettivi e comportamentali.
La mano risponde agli impulsi che partono dalla corteccia cerebrale e li fissa nel campo grafico, rappresentato dal foglio, che diventa così lo spazio ideale in cui l’IO esprime il suo essere personale, il modo individualizzato con il quale cerca e stabilisce la comunicazione con il TU.
Il consulente grafologo, per eseguire un’indagine grafologica, ha bisogno di un tracciato grafico spontaneo di almeno una pagina con firma in calce, eseguito su carta non rigata, steso con la penna abitualmente usata, in posizione comoda e su un piano d’appoggio non troppo morbido.
Tra i numerosi segni grafologici, grande importanza riveste il simbolismo spaziale che trova nello psicologo svizzero Max Pulver (1889 - 1952) uno degli esponenti più validi della ricerca grafologica. Pulver introdusse la psicologia nell’analisi della scrittura sostenendo che: "colui che scrive confeziona il proprio ritratto",
Quindi, essendo la scrittura innanzitutto il simbolo della manifestazione di sé, verrà di seguito illustrato e spiegato nel concreto il rapporto dello scritto con lo spazio rappresentato dal foglio bianco e dai suoi quattro lati (Alto/Basso e Sinistra/Destra).
Il simbolismo della destra e della sinistra:
La zona posta verso sinistra evidenzia un ritorno verso il passato e verso tutto ciò che nell’individuo è ancestrale. Infatti, dato che vi comincia il rigo, in essa viene avvertita l’origine del corso delle azioni. Vi risiede il senso religioso e l’idea del divino, indica un retrocedere verso la propria origine.
I moti verso sinistra mostrano inoltre una ricerca dell’interiorità, dell’introversione fino all’isolamento.
La zona posta a destra è quella dove è avvertita la presenza del prossimo, è la sede del futuro e delle situazioni da costruire, poiché nell’atto dello scrivere è a destra che si trova lo spazio bianco, non definito, ove tutto ancora deve prendere forma.
Per raggiungere questa zona è necessaria attività, voglia di affrontare l’ambiente e gli imprevisti. Verso di essa si esprime la forza combattiva, il desiderio di conquista, l’estroversione e la socializzazione.
Con il decorso del tempo da sinistra a destra si registra il cammino del nostro sviluppo: traiamo origine dalla madre e tendiamo al padre, passiamo dalla dipendenza fisica alla libertà e alla potenza spirituale.
Madre, passato, origine, per il senso simbolico sono sinonimi come lo sono il padre, il futuro, il compimento.
Tutti i tratti ampliati da sinistra o verso sinistra sono quindi connessi col mondo materno, mentre quelli ampliati verso destra sono in rapporto con il mondo del padre.
Il simbolismo dell’alto e del basso:
Lo spazio del foglio può essere suddiviso in una zona alta ed in una bassa, la zona alta è associata alla spiritualità, riguarda tutto ciò che non è materiale, gli interessi culturali, i rapporti di tipo ideale con la società e le aspirazioni.
La zona bassa del foglio è legata alla materia e a tutto ciò che è corporeo, alle forze istintive, alle pulsioni sessuali, agli interessi materiali e alla realtà pratica ed economica.
Il simbolismo del centro:
La zona centrale è quella in cui si manifesta l’IO e da cui si diparte la sua azione nelle quattro direzioni. E’ il presente, la capacità di mediazione, lo spazio per l’attività equilibratrice .
Il simbolismo della profondità:
Il foglio rappresenta l’ambiente nel quale l’individuo si sente inserito.
La zona profonda (la pressione sul foglio) mostra la spinta dell’individuo a calare se stesso nell’ambiente.
La grafologia è tra i più validi strumenti per conoscere la personalità di un individuo, il metodo di rilevazione è affidabile, rapido e sicuro, in quanto il soggetto esaminato non subisce condizionamenti psicologici ed emotivi.
A questo proposito già negli anni Quaranta del secolo scorso, la psicoterapeuta e grafologa tedesca Ania Teillard (1889-1978) scriveva: «Gli psicanalisti potranno rendersi conto, per quanto li concerne, dell'importanza che la grafologia può avere per la psicanalisi. Essa in effetti apporta una visione globale, immediata, rapida e profonda; il gesto scrittorio rivela, a colpo sicuro, il livello intellettuale e culturale dell'individuo, la sua forza vitale, il suo carattere, le sue reazioni nella vita sociale, il suo eventuale rendimento nell' attività lavorativa. Quello che l'analista arriva ad apprendere di un soggetto attraverso l'osservazione di settimane e mesi, il grafologo può riassumerlo in un unico esame, ragion per cui molti psicanalisti si servono, con grande profitto, di questo mezzo di indagine».

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di Dott.ssa Giulia Dragone

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