Il mobile dall'età Napoleonica al Biedermeier
Breve storia dell'evoluzione degli stili: dall'Italia dell'Illuminismo e dell'età napoleonica al Biedermaier
Nasce e si sviluppa la borghesia, e le città si arricchiscono dei luoghi dedicati a questa nuova e sempre più importante classe sociale. Nel centro delle città fioriscono le gallerie, sulle quali si affacciano negozi, caffè, grandi magazzini.
Il progressivo svilupparsi dell’industria, nel frattempo, muta notevolmente il territorio e la società: si costruiscono strade, ferrovie, stazioni, centrali idroelettriche, villaggi e quartieri operai.
L’abitazione operaia, estremamente semplificata, costruita seguendo concetti di economia, rapidità di costruzione, rigore distributivo, dignità formale e sfruttamento dello spazio, si schematizza in due tipologie: la casa bifamiliare con piccolo orto-giardino, adottata nei villaggi operai, e l’edificio a più piani con numerosi appartamenti, utilizzato nelle grandi città.
Con il calmarsi delle instabili situazioni politiche, gli artisti si concentrano nella ricerca del vero, spogliandosi di ogni retorica celebrativa o eroica,e seminano le basi dell’arte moderna.
Nella mobilia il gusto per l’antico, già presente nella seconda metà del ‘700, diventa dominante, diffondendosi non solo in campi artistici, ma anche sociali (il vestiario, le acconciature).
Promotore di questo stile fu Napoleone, che assunse prima il Direttorio (fino al 1804), poi lo Stile Impero (1804-1815) a unico gusto di moda nel suo Impero: individuò infatti nella ripetizione ossessiva di motivi simbolici il miglior veicolo propagandistico. Così compaiono sui mobili i simboli dell’antico potere imperiale: aquile, vittorie alate, corone di alloro che incorniciano la lettera N.
Lo stile Impero, spogliato di ogni significato celebrativo, ebbe un discreto seguito anche nell’epoca della Restaurazione. Con l’unica eccezione del Biedermeier in Austria, esaurito il gusto Impero, la manifattura ebbe un lungo periodo buio, nel quale gli artigiani si limitavano a copiare mobili di epoche precedenti, senza nulla aggiungere della loro creatività, fino a fine secolo.
Il Biedermeier fu il primo stile creato dai borghesi per i borghesi, la nuova società borghese era infatti l’esclusiva rappresentante della cultura di quest’epoca. Vienna, la grande città della borghesia agiata, diviene la capitale di questo stile.
Sparito lo stile aulico, il Biedermeier crea un’atmosfera calda che diffonde un senso di benessere intorno a se, conforme alla vita domestica della comunità della famiglia. Le forme sono comode e sempre commisurate alla dimensione umana.
Non si trovano più bronzi dorati, zampe di leone, sfingi, colli di cigni, lastre di marmo, e l’unica decorazione del mobile è l’animazione delle sue superfici, data dalle tecniche artigianali.
Il più importante elemento decorativo del mobile Biedermeier è il legno stesso, la cui venatura viene valorizzata nella maniera più raffinata.
Creazione del Biedermeier e grande innovazione è anche la "casa dell’arredamento", magazzini in cui si potevano acquistare non solo mobili, ma tutto ciò che serve per arredare un’abitazione, superando la necessità di rivolgersi direttamente ad un artigiano per commissionare oggetti casalinghi.
Il progressivo svilupparsi dell’industria, nel frattempo, muta notevolmente il territorio e la società: si costruiscono strade, ferrovie, stazioni, centrali idroelettriche, villaggi e quartieri operai.
L’abitazione operaia, estremamente semplificata, costruita seguendo concetti di economia, rapidità di costruzione, rigore distributivo, dignità formale e sfruttamento dello spazio, si schematizza in due tipologie: la casa bifamiliare con piccolo orto-giardino, adottata nei villaggi operai, e l’edificio a più piani con numerosi appartamenti, utilizzato nelle grandi città.
Con il calmarsi delle instabili situazioni politiche, gli artisti si concentrano nella ricerca del vero, spogliandosi di ogni retorica celebrativa o eroica,e seminano le basi dell’arte moderna.
Nella mobilia il gusto per l’antico, già presente nella seconda metà del ‘700, diventa dominante, diffondendosi non solo in campi artistici, ma anche sociali (il vestiario, le acconciature).
Promotore di questo stile fu Napoleone, che assunse prima il Direttorio (fino al 1804), poi lo Stile Impero (1804-1815) a unico gusto di moda nel suo Impero: individuò infatti nella ripetizione ossessiva di motivi simbolici il miglior veicolo propagandistico. Così compaiono sui mobili i simboli dell’antico potere imperiale: aquile, vittorie alate, corone di alloro che incorniciano la lettera N.
Lo stile Impero, spogliato di ogni significato celebrativo, ebbe un discreto seguito anche nell’epoca della Restaurazione. Con l’unica eccezione del Biedermeier in Austria, esaurito il gusto Impero, la manifattura ebbe un lungo periodo buio, nel quale gli artigiani si limitavano a copiare mobili di epoche precedenti, senza nulla aggiungere della loro creatività, fino a fine secolo.
Il Biedermeier fu il primo stile creato dai borghesi per i borghesi, la nuova società borghese era infatti l’esclusiva rappresentante della cultura di quest’epoca. Vienna, la grande città della borghesia agiata, diviene la capitale di questo stile.
Sparito lo stile aulico, il Biedermeier crea un’atmosfera calda che diffonde un senso di benessere intorno a se, conforme alla vita domestica della comunità della famiglia. Le forme sono comode e sempre commisurate alla dimensione umana.
Non si trovano più bronzi dorati, zampe di leone, sfingi, colli di cigni, lastre di marmo, e l’unica decorazione del mobile è l’animazione delle sue superfici, data dalle tecniche artigianali.
Il più importante elemento decorativo del mobile Biedermeier è il legno stesso, la cui venatura viene valorizzata nella maniera più raffinata.
Creazione del Biedermeier e grande innovazione è anche la "casa dell’arredamento", magazzini in cui si potevano acquistare non solo mobili, ma tutto ciò che serve per arredare un’abitazione, superando la necessità di rivolgersi direttamente ad un artigiano per commissionare oggetti casalinghi.
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