Maternità e depressione post-partum


La delicatezza e l'importanza della maternità per la madre e per il bambino richiedono un adeguato sostegno
Maternità e depressione post-partum

La maternità per una donna è un appuntamento importante che la chiama in causa completamente, non solo con il corpo, ma anche con i pensieri, le fantasie, i progetti, le paure e tutta la sua storia, dall’infanzia all’età adulta. E' un appuntamento unico per ogni donna: non ci sono leggi scientifiche in grado di spiegare in modo universale la complessità tutta personale con cui una donna vive questo evento del divenire madre.
Si tratta di affrontare un momento che è di prova e di maturazione, in particolare sul piano psichico e affettivo: la maternità infatti, psicologicamente, è un punto d’arrivo di una complessa maturazione psicologica in cui rientrano capacità di accoglimento, capacità di immedesimazione per interpretare i bisogni del nuovo nato, capacità di aiutare a crescere ma anche di rinunciare e saper lasciare andare il figlio per favorirne la crescita.
Tutte queste capacità psicologiche vengono raggiunte gradualmente nel corso del divenire adulti assumendo un ruolo sessuale e, appunto, materno.
Un tempo l’evento della maternità non era affrontato individualmente, ma era sostenuto dalla famiglia allargata: dalle altre donne della famiglia, madri, nonne, zie, ecc., che potevano sostenere e consigliare la neomamma. Oggi le donne si trovano ad affrontare questo momento spesso in solitudine e a far fronte molte volte da sole alle angosce che lo accompagnano.
La maternità è infatti accompagnata non solo da desideri e speranze, ma anche da timori e angosce: angoscia di perdere il bambino, angoscia di non saper accudire questo piccolo vivente che non sa ancora esprimersi con le parole. E’ compito infatti soprattutto della madre interpretare i suoi pianti, le sue grida, tutti i bisogni che la madre deve tradurre in parole: le cure materne e le parole della madre, insieme a quelle del padre, lasceranno una traccia importante sul bambino, e costituiranno le basi della sua nascita come soggetto.
E’ questa una grossa responsabilità che ogni madre sente su di sé.
E’ chiaro che un compito così impegnativo porta la donna in attesa di un figlio a vivere sentimenti anche contrastanti: il bambino tanto desiderato è anche un peso, talvolta difficile da sopportare, sia quando è ancora nel grembo materno, sia nel parto, che comporta fasi dolorose, sia dopo la nascita in cui la madre si trova alle prese con un piccolo essere vivente, realtà impegnativa e faticosa, ben diversa dalla dimensione di fantasie in cui fino a quel momento il desiderio di essere madre poteva cullarsi.
Perciò la maternità può essere accompagnata da malesseri più o meno gravi, a seconda delle risorse che una donna trova al suo interno, oltre che dall’appoggio che trova all’esterno, attraverso i suoi familiari e tutti coloro che possono esserle vicini, realtà che oggi abbiamo detto si fa sempre più precaria.
In questo momento di messa alla prova la donna può sperimentare anche una fase di depressione che, a seconda delle risorse che possiede, può costituire una difficoltà più o meno grande: sentimenti di inadeguatezza possono prendere in lei il sopravvento e portarla ad uno stato depressivo proprio in un momento in cui le occorrerebbe essere nel pieno delle sue capacità e delle sue forze.
E’ dunque un momento delicato in cui la donna dovrebbe essere sostenuta e accompagnata, in primis dal marito e padre del bambino, la cui figura e il cui supporto sono di essenziale importanza nei primi tempi, soprattutto per la neomamma, ma poi anche per il bambino, per evitare che il formarsi della coppia madre-bambino, salutare e indispensabile alla nascita, non diventi in un tempo successivo soffocante e inibente per la crescita del bambino.
La maternità, vista la delicatezza del momento per la madre e l’importanza dei primi anni di vita per la formazione soggettiva del bambino, dovrebbe essere sostenuta da adeguate politiche sociali di sostegno e di accompagnamento con strutture idonee ad accogliere i neogenitori e il bambino, strutture che in alcuni Paesi sono già presenti, ad esempio i luoghi di accoglienza tipo Maison verte, sempre più diffusi in Francia e in Spagna.
In qualche caso, nelle situazioni di maggiore difficoltà, si rende necessaria la consultazione con uno specialista per mettere la donna pienamente in grado di assumere le sue nuove responsabilità e affrontare con serenità i compiti che la aspettano.

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di Silvia Busnelli

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