Aziende: gli oneri finanziari sul credito sono troppo elevati


Spesso i tassi di interesse sono superiori rispetto al merito creditizio reale (rating)
Aziende: gli oneri finanziari sul credito sono troppo elevati
Quando si parla di disinformazione finanziaria e del fatto che in Italia manchi questo tipo di cultura, di solito ci si riferisce all’aspetto puramente finanziario personale, senza tenere in considerazione gli oneri finanziari che gravano sulle imprese. Siccome nella maggior parte dei casi si sta parlando di cifre considerevoli, sarebbe buona abitudine che gli imprenditori cominciassero a porre attenzione anche a questo aspetto aziendale assolutamente da non trascurare e non più trascurabile. Nella maggior parte dei casi, per aziende normali o in buona salute - senza cambiare i propri Istituti di Credito di riferimento, ma solo ottimizzando le forme tecniche utilizzate - gli oneri finanziari attualmente sostenuti potrebbero essere ridotti addirittura del 25%-40%.
L’imprenditore dovrebbe iniziare a considerare la banca come uno dei suoi fornitori: in questo caso di denaro. Negoziando meglio e con più cognizione di causa, non limitandosi solamente a mettere in concorrenza i vari Istituti di Credito si migliorerebbero di molto le condizioni bancarie ora applicate e, nello stesso tempo, si ottimizzerebbe l’accesso al credito. Sarebbe buona abitudine, inoltre, rivedere periodicamente gli affidamenti in relazione al reale fabbisogno finanziario attuale e prospettico dell’impresa, per poter mantenere sempre il miglior equilibrio della propria tesoreria aziendale.
Di seguito si elencano le principali condizioni che le aziende dovrebbero tenere sotto osservazione:
- Tasso sui fidi SBF, Anticipo fatture, Finimport/Finexport, Aperture di Credito e Cassa
- Tasso della CDF (Commissione disponibilità fondi)
- Costo Distinta Ri.Ba. e Costo singola Ri.Ba.
- Spese per operazione
- Spese tenuta conto
- Costo Home Banking
In particolare, si è rilevato, per quanto riguarda il tasso SBF e la CDF, che le banche tendono a non applicare tassi sempre coerenti con il reale merito creditizio aziendale (rating): questo, non solo per una maggiore sicurezza/rischio potenzialmente sostenuto ma, soprattutto, per un maggior guadagno immediato.
Un altro aspetto che non andrebbe trascurato, è la valutazione delle garanzie rilasciate nel tempo sia a livello aziendale che personale. E’ importante verificare se sono ancora veramente necessarie rispetto al sottostante garantito e/o se sono, come spesso accade, eccessive rispetto al debito residuo degli affidamenti vari ancora in essere o addirittura già scaduti.
Si è notata, inoltre, anche una dubbia capacità dell’imprenditore nello scegliere la forma di affidamento/finanziamento più adeguata all’esigenza finanziaria specifica dell’azienda; infatti, quasi sempre, si lascia guidare dalla più esperta banca che tenderà ad offrire, ovviamente, la soluzione anche maggiormente cautelativa e remunerativa per se stessa. Affidamenti salvo buon fine, piuttosto che finanziamenti a lungo, leasing o aperture di credito sono usati dall’imprenditore su consiglio, più o meno interessato, della banca di riferimento.
Grande attenzione meriterebbe, infine, la gestione della liquidità aziendale: in questo caso si ritiene necessario l’aiuto di un esperto che curi l’interesse esclusivo dell’azienda e che operi in totale mancanza di conflitto di interessi.
Senza l’obiettivo di creare allarmismo si ricorda infine l’importanza di valutare le banche con cui operare in base al territorio, rating e momentum dell’Istituto, anche alla luce dei recenti accadimenti che hanno messo in dubbio la solidità di molte banche nostrane.


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di www.ifabrescia.it

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