La protezione dei beni personali e familiari/8


L’Italia è attualmente considerata un paradiso fiscale per le successioni. Ma per quanto?
La protezione dei beni personali e familiari/8
L’imposta di successione è una tassa, abolita nel 2001 e reintrodotta dal 3 ottobre del 2006, che deve essere pagata da chi riceve in eredità dei beni o dei diritti reali. Il suo importo dipende dal valore del patrimonio ereditato e dal grado di parentela con il defunto. Negli ultimi anni diverse forze politiche europee hanno presentato proposte di innalzamento di questa imposta e di abbassamento delle tasse sui redditi. Queste proposte sono condivise da molti economisti, in quanto hanno l’obiettivo di redistribuire più equamente la ricchezza della popolazione e favorire lo sviluppo economico.
L’Italia è attualmente considerata un paradiso fiscale per le successioni. I parenti più stretti godono di esenzione (franchigia) fino a un milione di euro, oltre pagano il 4%; per i fratelli e le sorelle, l’esenzione è di 100.000 euro e l’aliquota è del 6%; i parenti oltre il quarto grado e gli estranei pagano un’aliquota massima dell’8% sul patrimonio ereditato senza alcuna franchigia. Per i parenti stretti portatori di grave disabilità la franchigia è stata elevata a 1.500.000 euro. Sugli immobili, che non siano prima casa per uno degli eredi, pesano anche l’1% di imposta catastale e il 2% di imposta ipotecaria.
Negli altri paesi europei sono normalmente previste imposte a doppia cifra, con aliquote massime dell’80% del patrimonio in Spagna e in Belgio, e le esenzioni sono generalmente molto più basse. Per esempio in Francia i figli del defunto pagano fra il 5% e il 45% e hanno una franchigia di 100.000 euro; in Germania i figli pagano tra il 7% e il 30% con esenzione fino a 400.000 euro. Le raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) spingono verso un forte aumento delle aliquote in conformità a quelle applicate sui redditi (a scaglioni con un minimo del 23% e un massimo del 43%), un abbattimento delle franchigie e un adeguamento del valore catastale degli immobili a quello commerciale con conseguente aumento delle imposte ipocatastali. Una proposta di riforma presentata in Parlamento nel 2015 propone una franchigia massima di 500.000 euro e un’aliquota massima del 15%; e una moltiplicazione per 3 delle imposte per i patrimoni superiori ai 5 milioni di euro.
È facile pensare che, in caso di difficoltà, il governo potrebbe intervenire sugli argomenti messi in luce dall’FMI per allinearsi agli altri paesi dell’eurozona. Questo allineamento è già avvenuto per le tasse sui guadagni degli investimenti finanziari, che sono passati dal 12,5% del 2011 al 26% del 2014; resta invariata al 12,5% l’imposta sui titoli di stato ed equiparati. Attraverso vari strumenti è però possibile cristallizzare l'attuale regime fiscale particolarmente favorevole, al fine di favorire il rientro in franchigia dei beni trasmessi, la riduzione o esenzione dalle imposte catastali, di successione e donazione. La successione è un momento fondamentale nel quale è facile sperperare buona parte di quanto prodotto nel corso della propria vita, ma un’attenta pianificazione consente di analizzare il proprio patrimonio personale, riconoscere potenzialità e rischi, definendo la futura destinazione.

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di Paolo Petrini

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