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Di troppa formazione non si muore!


Cosa sono i Fondi Paritetici Interprofessionali? Quanti sono e quali?
Di troppa formazione non si muore!
Un grande personaggio del teatro Italiano diceva "Gli esami non finiscono mai". Vero è.
E questo lo abbiamo capito con il perdurare di questa crisi economica che ormai ci attanaglia da lungo tempo. Nessuno, almeno fino ad oggi, ha dimostrato di avere la ricetta giusta per la risoluzione problema.
Questa crisi peraltro globale, tranne che per alcuni Paesi...Cina o India ha determinato in tutto il mondo la fine di alcuni processi produttivi che si consideravano trainanti per tante economie.
L'evoluzione nel settore delle comunicazioni ha fatto si che nel momento in cui iniziava la crisi, questa si è evoluta in maniera esponenziale. In tempi rapidissimi tutto il globo parlava di crisi.
Personalmente ritengo che almeno in Italia non vi è stata la possibilità di una riconversione, abbandonando certi settori improduttivi per investire su altri.
Pensate l'edilizia, totalmente abbandonata nei suoi settori generici, ma mai rivalutata in quelle che possono essere nuovi materiali e strategie. Si pensi soltanto agli edifici pubblici (e anche privati) non in regola con le norme antincendio. Se solo oggi si pensasse di adeguare gli edifici con i nuovi materiali ignifughi, vi sarebbe lavoro per i prossimi 100 anni (fresco di questi giorni è l'episodio di quel grattacielo a Londra).

La formazione quindi assume un ruolo fondamentale in questo processo di riconversione, ma avremo modo di vedere in seguito che in Italia come al solito siamo un fanalino di coda.
Dal 1978 le imprese di natura privatistica, tramite l’INPS, per i propri dipendenti a tempo determinato ed indeterminato accantonano un 1,61% delle retribuzioni lorde come indennità di disoccupazione involontaria, totalmente a carico del datore di lavoro. Lo 0,30% è la quota di tale importo è destinato alla formazione. Tale quota va normalmente per 2/3 in Comunità Europea per le politiche del lavoro e per 1/3 al Governo per la finanziaria.
Dal 2003 è possibile indicare all’INPS che lo 0,30% venga devoluto ad un Fondo paritetico Interprofessionale.
Dal 2008 sono state inserite anche le Aziende Agricole (circolare INPS n° 34/2008)
L'iniziativa è a dir poco lodevole, ma se analizzate i numeri la troverete senz'altro molto scarna.
Vediamo in breve che cose è un Fondo Paritetico Interprofessionale e perchè conviene iscriversi.
La risposta più ovvia, è la possibilità di gestire quei fondi in prima persona, anziché lasciarli nel calderone dell'Inps, anche se con quanto viene accantonato non si diventa certo ricchi.

Cosa sono i Fondi Paritetici Interprofessionali? Quanti sono e quali?
La legge 388/2000 dà la possibilità alle parti sociali datoriali e sindacali di costituire un Fondo Paritetico Interprofessionale. Per poter beneficiare dei finanziamenti di un fondo paritetico Interprofessionale un’azienda deve aderire al fondo stesso. I Fondi Interprofessionali attivi in Italia sono 20, coprendo ogni settore lavorativo e datoriale. Non sto qui ad elencarli perchè è facilissimo reperirne l'anagrafica completa consultando Internet.
Aderendo ad un fondo, un’impresa vi versa circa 40 € all’anno per ogni dipendente che sono resi disponibili per la loro formazione. E' una cifra di notevole entità! Meglio che niente, perchè se nessuna azienda non si iscrive ad un Fondo, lo 0,30% rimane nelle casse dell'Inps.

I soggetti che possono beneficiare della formazione sono:
Tutti i lavoratori dipendenti del settore privato (dirigenti, quadri, impiegati, operai, apprendisti)
Inoltre possono beneficiare:
- soci lavoratori delle cooperative;
- operai agricoli;
- lavoratori di imprese municipalizzate ed ex Aziende di Stato;
- personale artistico, teatrale e cinematografico, con rapporto di lavoro subordinato

Non sono ammessi:
- lavoratori o soci retribuiti esclusivamente con partecipazione agli utili o al prodotto dell'azienda;
- dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni;
- sacerdoti e religiosi.
Si può aderire ad un solo fondo. L’adesione è volontaria, revocabile e completamente gratuita. Si effettua attraverso la denuncia aziendale del FLUSSO UNIEMENS compilato periodicamente dall’ufficio paghe o dal consulente del lavoro. Ad ogni fondo è assegnato un codice che deve essere inserito nella sezione "Fondi Interprofessionali" del modello Uniemens.
Per il reperimento dei codici è sufficiente dare uno sguardo su Internet o recarsi presso la sede Inps di competenza.

Consultando il cassetto Previdenziale si può verificare se la propria azienda aderisce o meno ad un Fondo Interprofessionale.
Come già accennato l’adesione ai fondi è libera e revocabile. La revoca e lo spostamento ad altro fondo si effettua attraverso la denuncia aziendale del FLUSSO UNIEMENS inserendo il codice "REVO". E' possibile anche effettuare immediatamente l’adesione ad un nuovo fondo inserendo il codice del fondo prescelto.
Qualora si decidesse di cambiare Fondo si può trasferire solo 80% dei versamenti maturati nel conto formazione aziendale, a patto che siano rispettati i seguenti requisiti:
- non essere piccola o micro impresa (imprese autonome con meno di 50 dipendenti ed un fatturato o un bilancio totale annuale non superiore a 10 milioni di euro);
- entro 120 gg dall’adesione al nuovo fondo venga comunicata la revoca e la richiesta di "portabilità" dei versamenti al fondo di provenienza;
- l’importo da trasferire al nuovo fondo sia almeno 3.000 €.
- un incomprensibile forma di penalizzazione per le piccole imprese, ma questi sono vincoli dettati dalla norma.
- fortunatamente non vi sono né vincoli e né limitazioni sulla tipologia e l’oggetto dei corsi. I progetti da finanziare vengono elaborati sempre secondo le esigenze formative dell’azienda proponente.

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