Una cornice storico-culturale


La società della rete e il passaggio generazionale nel mondo delle libere professioni: la necessità di un nuovo approccio di apertura al cambiamento
Una cornice storico-culturale
Nel Medio Evo, il sistema feudale era approdato a costituire un’economia cristallizzata, che (se la parola velocità non stridesse in tale contesto) si potrebbe definire un sistema a due velocità: l’economia curtense. Un sistema auto-referenziale immobile, dove i ruoli erano rigidamente definiti, vedeva da un lato i feudatari, il clero e i nobili con i loro privilegi, dall’altro i comprimari, dagli artigiani ai servi della gleba, inchiodati ai loro ruoli e compiti tradizionali. Prosperava il baratto, quasi non circolava più moneta.

Fu la borghesia che incise su questo modello e lo modificò, dinamizzandolo definitivamente. Giunti per le vie fluviali, sistematisi in borghi a ridosso delle Corti, i nuovi soggetti veicolarono innovazioni e introdussero cambiamenti sostanziali e non più reversibili, lanciando nuovi ponti materiali e culturali, facendo fare un sostanziale passo avanti a tutto il sistema. In un certo senso, colonizzandolo in chiave di apertura innovativa.

Se guardiamo all’oggi, rileviamo una situazione da un lato agli antipodi a quella, perché iper-dinamica. Ma dall’altro lato affine, perché il ritmo dell’evoluzione innanzitutto tecnologica - ma in pari misura anche sociale ed economica - è ancora una volta a due velocità. La cosiddetta società della rete corre, gran parte dei suoi interlocutori balbetta. L’esigenza di sviluppare il raccordo fra i due mondi, c’è tutta. È difficile non riconoscere un quasi-analfabetismo della massa dei destinatari investiti dalle quotidiane innovazioni, a fronte di un frenetico sviluppo degli standard tecnici e culturali.

A cominciare dagli aspetti giuridici e istituzionali di cornice, per proseguire attraverso gli aspetti tecnici che caratterizzano le varie aree della convivenza (salute, ambiente, istruzione e comunicazione, tecniche di produzione e diffusione, mobilità, organizzazione ecc.) si fa sempre più forte l’esigenza di una traduzione sistematica e qualificata dei linguaggi e dei fatti del nostro quotidiano.
Ma come potrebbero essere attivate le necessarie nuove infrastrutture tecniche e culturali? Come gettare i necessari nuovi ponti? Chi potrebbe interpretare queste latenti necessità?

Fra il mondo "avanzato e avanzante" e i suoi fruitori si intravede sin d’ora un vero e proprio tessuto connettivo - ancora potenziale - della società in cui viviamo: gli interpreti delle nuove regole e realtà, con approccio professionale.

In questa cornice, una Vision adeguata può proiettare per il mondo delle Professioni una prospettiva di valenza storica, atta a incidere sulla dinamica dell’intera società. A un patto: uscire dall'approccio auto-referenziale e aprirsi al turbine del cambiamento per leggerlo, capirlo, tradurlo e renderlo comprensibile a beneficio dei propri interlocutori potenziali.
Questo nuovo approccio non può esimersi dal leggere in modo nuovo le dinamiche proprie del passaggio generazionale.

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di Toni Brunello

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