Imputabilità dei minorenni


I giovani sono imputabili dal compimento del quattordicesimo anno di età e fino al diciottesimo è il Tribunale per i minori ad occuparsi di loro
Imputabilità dei minorenni
Ho deciso di presentare tale articolo perchè, essendo esperta in penale minorenni e perchè madre di un quindicenne, spesso mi pongono sia i ragazzi, sia i genitori la domanda sulla imputabilità dei ragazzi e cioè da che momento i ragazzi diventano imputabili e quindi responsabili personalmente davanti alla legge e per quali reati. Sia nei ragazzi e purtroppo spesso anche nei genitori non c'è conoscenza sull'argomento, mancanza di conoscenza che porta, spesso, ad affrontare da parte delle famiglie problemi legali legati al comportamento dei propri figli. Spesso genitori, i cui ragazzi vengono fermati perchè colpevoli di aver commesso dei reati, sottovalutano il problema giudicando l'azione del proprio figlio "una sciocchezza". Purtroppo tale non è e i giovani si trovano a dover affrontare un procedimento penale inconsapevoli spesso di aver commesso un reato.
I giovani sono imputabili dal compimento del quattordicesimo anno di età e, fino al diciottesimo, è il Tribunale per i minori ad occuparsi di loro. Sono imputabili come un qualsiasi altro soggetto per tutti i reati previsti dalla legge, dai più gravi (stupro, furto, maltrattamenti, spaccio, ricettazione, stalking, ciber bullismo ecc...) ai meno gravi (danni ai beni pibblici, danni a beni privati, violazione della privacy ecc...).
La maggior parte dei minori, e spesso anche i loro genitori, quando si trovano a dover affrontare un eventuale processo per reati minori arrivano nel mio studio disorientati, come se non capissero il perchè il ragazzo debba affrontare il procedimento e in cosa consiste. Fortunatamente il Tribunale per i minori è stato creato proprio per affrontare ed occuparsi di rei non ancora in piena maturità e, quindi, in fase di evoluzione cognitiva e di coscienza.
Il processo penale minore ha quindi lo scopo di comprendere il perchè il reato sia stato commesso (ambiente familiare non idoneo per il ragazzo, problematiche psichiche dello stesso, immaturità del medesimo, malattie mentali) e, quindi, cercare le modalità per poter superare il problema affinchè il ragazzo prenda coscienza di ciò che ha commesso. Se il ragazzo non è recidivo, se raggiunge tale consapevolezza, se supera il percorso di recupero che il Tribunale assegna allo stesso, l'autorità giudiziaria può decidere di non procedere contro lo stesso.
Per rendere più chiaro quanto suindicato vi indico dei casi che sono stati da me seguiti, nei quali i ragazzi erano ahimè assolutamente inconsapevoli di aver commesso un reato:
1) ragazzo quindicenne un pomeriggio insieme ad un suo amico trova in un parco un motorino apparentemente abbandonato. I due decidono di metterlo in moto ed andare a fare un giro per Milano. La polizia li ferma, verifica che nessuno dei due è proprietario del motorino e risulta rubato. I ragazzi negano di aver rubato il motorino e quindi vengono accusati di ricettazione (reato peraltro più grave del furto).
2) altro caso un gruppo di ragazzi una notte in una piazzetta decidono improvvisamente di distruggere tutti i portavasi con dentro piante e fiori, posti fuori da un negozio e di proprietà del negozio stesso. Un abitante, sentendo rumori, chiama la forza pubblica che interviene proprio nel momento in cui i ragazzi stessi stavano commettendo il reato.
3) altro caso, 3 ragazzi una notte entrano in una scuola elementare, danneggiano tutti i computer ed imbrattano con vernice i muri della scuola.
Ecco in tutti questi casi i ragazzi si sono presentati nel mio studio con i genitori, tutti sottovalutando il problema, definendo gli atti commessi delle "ragazzate", risolvibili pagando i danni arrecati.
Non è così, i giovani, grazie all'insegnamento dei propri genitori, devono comprendere ciò che è legale da ciò che non lo è e che non tutto è risolvibile con il risarcimento dei danni, perchè atti che recano danni a terzi (sia sulle cose, sia sulle persone) sono considerati reati.
Oggi i giovani hanno, grazie a internet, molti strumenti di conoscenza, ma spesso tali strumenti creano confusione nella mente dei ragazzi, che devono quindi essere guidati non solo dalla scuola, ma soprattutto dai genitori dalla famiglia, che deve educare loro fin dalla tenera età su ciò che è bene e ciò che è male.
Spero che tale articolo possa aiutare a comprendere meglio l'argomento "imputabilità dei minorenni".

Articolo del:


di avv Valeriani Roberta

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