La psicoanalisi di gruppo


L’utilizzo del gruppo terapeutico permette ai pazienti di sperimentare che il nostro mondo personale è più ricco e vivo di quanto potessimo pensare
La psicoanalisi di gruppo
La psicoanalisi di gruppo è indicata per un’area molto vasta di disagi mentali. In generale le persone che vengono considerate adatte per una analisi individuale sono considerate adatte anche per una analisi gruppale, solo con qualche eccezione
I gruppi possono essere: gruppi aperti (dove cioè ognuno può decidere il proprio tempo di permanenza), gruppi a tempo determinato (dove viene fissato un tempo uguale per tutti), gruppi omogenei (per anoressiche, per tossicodipendenti, per depressi ecc).
Attualmente vi sono almeno due motivi che stanno creando un’attenzione più disponibile verso la cura in gruppo: da un lato l’eccezionale diffusione della socialità come fatto e come valore e dall’altro il minore costo del trattamento. Il gruppo permette di sentire che i propri problemi sono presenti anche negli altri, e perciò diventano meno angoscianti, perché ci si sente meno soli; inoltre, quando si sente la difficoltà di esporre se stessi, è possibile utilizzare anche per sé l’analisi che si vede operare sugli altri, dato che si può vedere in loro qualcosa di sé".
La possibilità di esprimersi senza riserve o schemi prefissati è una scoperta che colpisce, attrae e viene sentita come un’esperienza nuova che mobilita attenzione, curiosità, desiderio di partecipazione.
L’analisi di gruppo diventa per molti pazienti un luogo dove non solo è possibile parlare di tutto quanto si vuole, ma anche dove è garantito un ascolto finalizzato alla comprensione delle zone oscure della propria mente e del cuore, là dove in particolare risiede la fonte di sofferenze incomprensibili
Ogni terapeuta di gruppo sa che in ogni gruppo si concentra una "sapienza" ben più che millenaria funzionale alla sopravvivenza degli individui. L’invito che il terapeuta rivolge agli individui di esprimersi senza reticenze sarà perciò finalizzato a permettere che appaiano i tentativi di realizzare un benessere comune
È poi tipica dell’esperienza di gruppo la possibilità di notare che il nostro mondo interno, che pensiamo risieda nelle profondità della nostra mente, sia anche sotto i nostri occhi nella relazione con gli altri, ma non visto perché ce lo impedisce una nostra particolare cecità che ci imponiamo, sia pur involontariamente. Essa ci serve per evitare ciò che di noi stessi ci risulta sgradevole, e che l’uno o l’altro ci continua a riproporre.
Come mettere d’accordo storie diverse, sentimenti variegati e, in particolare, come collaborare per trovare rimedi a sofferenze apparentemente così particolari e diversificate come quelle che hanno portato a chiedere aiuto e ad accettare la proposta di una cura gruppale?
Si verifica allora che, dopo periodi di confusione e di sovrapposizione di tematiche, il discorso cominci a organizzarsi intorno a uno o più argomenti riguardanti problematiche comuni.
Il tempo allora può individuare nelle interazioni gruppali i motivi di quella sofferenza incomprensibile che l’uno o l’altro paziente aveva nominato a parole nell’atto della sua richiesta di cura e che ora sta documentando sul palcoscenico gruppale. Il gruppo terapeutico permette di individuare in modo molto evidente, le forze o le interferenze che spingono il gruppo e gli individui a deviare dal progetto di benessere che consciamente viene affermato e che periodicamente viene negato perché comporta qualcosa di simile ad una nuova e sofferta nascita.
Compito della terapia di gruppo diventa perciò l’analisi dei processi che tendono ad annullare la personalità degli individui, rendendoli come burattini, soggiogati da un regista che si chiama immobilità, ripetizione, illusione e in generale rifiuto di apprendere dall’esperienza e negazione dei processi di sviluppo.
Ma la presenza degli altri offre anche un supporto per conoscere e fare esperienza di quelle immagini di sé che giacciono rifiutate dentro di noi e che vengono facilmente depositate negli altri.
Il clima che si instaura, dove si dedica attenzione sia alle somiglianze che alle differenze personali, ai sentimenti positivi come a quelli negativi, alle eredità del passato come alle creazioni nuove, produce una duplice conseguenza: la scoperta che il proprio mondo interno è ben più vivo e ricco di quanto si potesse pensare ed è affollato di tanti personaggi come se fosse un gruppo, formato da compagni segreti, dei quali i compagni di gruppo sono stati un esempio.

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di dott. Renato de Polo

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