Pianificare la trasmissione della ricchezza (2)


Perchè è importante pianificare in vita. In mancanza di volontà decide il codice civile, scritto nel 1942. AGIRE PER NON SUBIRE.
Pianificare la trasmissione della ricchezza (2)
Affrontare queste tematiche ‘a freddo’ può creare un certo imbarazzo, a causa delle nostre resistenze culturali (di tipo scaramantico) ma appena superato questo piccolo ostacolo mentale, si rende necessario l’approccio razionale, tipico delle persone attente e lungimiranti: "cosa potrebbe accadere al mio patrimonio personale e/o aziendale in caso di improvvisa premorienza?".
Le motivazioni che spingono a pianificare il passaggio della nostra ricchezza sono molteplici. Eccone alcune:
· Disporre in maniera autonoma dei propri beni;
· Evitare contrasti tra gli eredi;
· Assicurarsi che i beni vadano in successione a persone a noi care e non ad altri eredi;
· Ridurre l’imposizione fiscale a carico degli eredi;
· Trasmettere l’azienda ai propri eredi.
La legge mette a disposizione una serie di strumenti che hanno la funzione di pianificare e organizzare la trasmissione della ricchezza ma non è poi così facile districarsi tra le norme e scegliere quelle più adeguate alle nostre esigenze.
La pianificazione successoria è come un vestito su misura; ciò che è adatto per una persona non è detto che lo possa essere anche per le altre.
Qualche esempio mostrerà come l’approccio alla pianificazione successoria con l’aiuto del vostro consulente possa portare notevoli vantaggi.
Molti ritengono che al momento del decesso di uno dei coniugi, il patrimonio dell’uno passi automaticamente all’altro. Ciò può essere vero solo se non esistono parenti stretti.
In caso contrario, se per esempio ci sono fratelli o sorelle e non è stato fatto testamento, questi saranno eredi insieme al coniuge superstite (magari il defunto non intratteneva rapporti con i suoi fratelli da anni e non avrebbe voluto che costoro ricevessero alcunchè).
E se il defunto non è sposato e non ha mai avuto figli, chi beneficerà della sua eredità? La legge riconosce che parenti fino al 6° grado potranno diventare nostri eredi, come ad esempio i cugini dei vostri genitori! E’ inoltre importante sapere che, qualora non venissero individuati parenti entro il 6° grado il patrimonio andrebbe allo Stato.
Ma è davvero ciò che desideriamo?
E se invece volessimo destinare il nostro patrimonio al nostro amico fidato o ad un ente di beneficienza? Quali sono i mezzi a disposizione e come è possibile utilizzarli?
Molto probabilmente il testamento ci potrebbe essere d’aiuto.
Con la nomina dei singoli eredi, sarà possibile evitare che parenti lontani, molto probabilmente anche sconosciuti, possano ereditare il frutto di una vita di sacrifici, indirizzandoci invece a persone più "vicine" anche se non parenti.
Maggiore tutela e protezione meritano anche i figli, soprattutto se minori (o maggiorenni ma non ancora tanto maturi da saper amministrare un patrimonio) o disabili.
In questo caso, anziché il testamento, il vostro Consulente potrà suggerirvi altri strumenti di protezione che consentano di tenere al riparo il patrimonio anche dopo la vostra "dipartita".
Poche domande ma sufficienti a chiarire che è necessario organizzare e sviluppare un percorso di pianificazione e trasmissione della ricchezza in cui siate voi gli attori principali, evitando che qualcuno possa decidere per voi!
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di Mauro Poglio

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