Benessere psicologico e qualità di vita


Ecco gli ingredienti del benessere psicologico
Benessere psicologico e qualità di vita
Ogni anno i media ci comunicano la graduatoria delle città italiane capoluogo di provincia, stilata considerando il livello di Qualità di Vita. La classifica del 2016 vede Aosta al primo posto con 589 punti, Milano al secondo (577), Sondrio al quinto (553) e Como al quarantesimo (486).
Secondo Wikipedia "un ambiente o una città ha una buona QdV quando la maggioranza della sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una vita relativamente serena e soddisfatta".
Naturalmente per stabilire questi dati a mezzo di punteggi, non è sempre facile individuare e utilizzare criteri e indicatori comuni; per certe variabili il consenso e la condivisione sono facili, (ad esempio: metri quadrati di verde pro capite); per altre variabili sono senz’altro più laboriosi, perché possono risentire delle difficoltà e delle divergenze soggettive nella valutazione degli aspetti considerati, soprattutto se difficilmente quantificabili.
Nel presente articolo si fa riferimento alla QdV correlata alla salute: essa si riferisce genericamente al benessere (fisico, emotivo, sociale) dell’individuo e alla sua soddisfazione nei confronti di diversi aspetti della vita nei quali è ipotizzabile che lo stato di salute possa influire.
Il nesso tra benessere e salute è molto stretto; non a caso l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), già nel 1946, ha definito la salute "non come assenza di malattia ma nei termini di un completo stato di benessere fisico, psicologico e sociale presente nell’individuo".

Ma cosa intendiamo esattamente per benessere psicologico?
Il benessere psicologico o benessere soggettivo è un sentimento di gioia che fa parte della sfera affettiva e un giudizio di soddisfazione per la propria vita che fa parte della sfera cognitiva, "è il cuore della QdV" (Goldwurm, 2003). Il benessere è un modo di pensare, un modo di sentire, un modo di agire: è un modo di essere. Per C. Ryff esso si presenta come un processo multidimensionale e dinamico che comprende vari e molteplici aspetti.

Il modello di benessere psicologico di C. Ryff
Carol Ryff dell’University of Wisconsin-Madison (USA) ha pubblicato sulla rivista Psychoterapy and Psychosomatics una revisione molto interessante della vasta letteratura sul benessere psicologico; secondo la ricercatrice, esso ha una natura molto articolata, è il risultato dell’interazione di almeno sei fattori: autonomia, padronanza ambientale, crescita personale, relazioni positive con gli altri, scopo nella vita e autoaccettazione.
A onor del vero, già nel 1958 Marie Jahoda, professoressa di psicologia sociale presso la New York University aveva elencato sei criteri per una salute mentale positiva; cinque di essi si discostavano poco dai sei fattori della Ryff.
Va riconosciuto che il modello di Ryff è stato proposto in un momento (fine degli anni ‘80 del secolo scorso) nel quale c’era una particolare attenzione alla tematica del benessere e quindi è stato di più facile presa.
Gli ingredienti del benessere psicologico
1. Autonomia: è molto importante riuscire a sviluppare una propria autonomia di pensiero e di azione, rimanendo coerenti e non eccessivamente preoccupati delle aspettative e delle valutazioni degli altri, regolando così il comportamento dall’interno.
2. Padronanza ambientale: per il benessere personale è fondamentale saper gestire al meglio le dinamiche quotidiane, sviluppando un atteggiamento di sicurezza nei confronti del contesto e sapendo cogliere le opportunità che si presentano.
3. Crescita personale: la sensazione di crescita continua è insostituibile; l’apertura a nuove esperienze e il desiderio di realizzare il proprio potenziale è fonte di benessere.
4. Relazioni positive con gli altri: stare bene con se stessi ma anche con gli altri, creando legami stabili e gratificanti di tipo sentimentale ma anche amicale è di primaria importanza per il benessere soggettivo.
5. Scopo nella vita: la persona che vive una condizione di benessere personale si pone dei traguardi e delle mete e, grazie alle convinzioni personali, è in grado di attribuire un senso alla vita passata e presente.
6. Autoaccettazione: il fattore implica il possesso di un atteggiamento positivo nei confronti di se stessi; c’è consapevolezza delle proprie qualità positive ma anche negative e il pensiero della vita trascorsa suscita sentimenti positivi.
La ricercatrice americana ha due grandi meriti: ha individuato e indicato i fattori costitutivi del benessere psicologico non solo sul piano concettuale, ma anche su quello operativo, nel senso che essi possono essere considerati le linee guida di un possibile intervento teso a rendere l’esperienza di vita di ognuno più positiva e gratificante.
Nella prima parte dell’articolo si è accennato alla difficoltà insita nella valutazione di certe condizioni che risentono della presenza di caratteristiche molto soggettive: è il caso del benessere psicologico.
Carol Ryff ha dato non solo una valida formulazione concettuale del benessere psicologico, ma, e questo è il suo secondo grande merito, ha messo a punto uno strumento psicometrico in grado di fornire una misura di esso.
Il questionario autovalutativo Psychological Well-Being Scales (PWB) può misurare e "pesare" le sei dimensioni del benessere psicologico, aprendo così la possibilità di un intervento, se ritenuto opportuno, mirato al cambiamento per stare meglio.

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di Dott. Luigi Bertossi

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