Come garantirsi una pensione tranquilla? I PIP


I Piani Individuali Pensionistici sono degli strumenti molto sottovalutati: sottoscrivendoli, lo Stato ci regala 1/3 di ciò che versiamo
Come garantirsi una pensione tranquilla? I PIP
In uno scenario dove il futuro tenore di vita di milioni di italiani sarà incerto, diventa necessario che i singoli adottino con largo anticipo delle soluzioni di previdenza complementare. Secondo le recenti stime infatti, i lavoratori under 50 percepiranno una pensione mensile pari al 40-45% del loro stipendio attuale; queste sono stime che andranno sempre peggiorando, a causa del fatto che per l’INPS le uscite sono costantemente maggiori delle entrate, e la forbice si allarga di anno in anno. Molti esperti mettono addirittura in dubbio che i giovani di oggi (gli under 30) possano percepire un qualsiasi tipo di pensione pubblica.

Al tempo in cui la terza età prolungata è un problema innanzitutto per i più giovani, tra le tante soluzioni adottabili è fondamentale sapere cosa sia conveniente scegliere. I Piani Individuali Pensionistici (PIP) sono contratti di tipo assicurativo sottoscrivibili esclusivamente a livello individuale, al contrario dei fondi pensione che possono ricevere adesioni collettive, e possono essere istituiti solo da compagnie di assicurazione per coloro che intendano costituire una rendita integrativa di tipo previdenziale. Una delle peculiarità dei PIP è la gestione separata, che mette al riparo i versamenti del cliente da eventuali dissesti della società di assicurazione: il patrimonio raccolto ed investito infatti è per legge distinto ed autonomo rispetto al patrimonio netto della compagnia. La normativa consente inoltre ai lavoratori dipendenti del settore privato la possibilità di destinare quote di TFR ai PIP, mentre ai lavoratori dipendenti del settore pubblico ciò è precluso e per loro i PIP sono sottoscrivibili con l'esclusivo versamento di premi personali.

Ma il vero vantaggio dei PIP sta nel risparmio fiscale. Analizziamo questo aspetto punto per punto:

1) Grazie alla deducibilità IRPEF dei PIP, un ottima parte dei contributi li mette direttamente lo Stato, fino al 43% annuo. Il legislatore nazionale ha scelto infatti di incentivare il risparmio conferito in soluzioni di previdenza complementare permettendo la deduzione massima annuale di 5.164,57 euro dei contributi versati. Entro questo importo limite la deduzione fiscale dei versamenti è valida sia per quelli personali sia per quelli a carico del datore di lavoro, a prescindere dalla fonte reddituale (lavoro dipendente, autonomo, d'impresa, ecc.). Questo significa che un lavoratore tipo dal reddito annuo di 20.000 euro potrà versare per la propria pensione 5.164 euro annui, ma di questi ben 1.394 li metterà lo Stato. Dalle sue tasche usciranno quindi solo 3.202 euro, il che si traduce in un guadagno annuo garantito del 27% a cui si aggiunge il rendimento del PIP.

2) Il rendimento del PIP non è tassato al 26% come le normali rendite finanziarie, ma subisce una tassazione che va dal 12,5% fino ad un massimo del 20%.

3) La prestazione pensionistica che verrà erogata è tassata al 15% e si riduce dello 0,30% annuo per ogni anno di permanenza oltre il quindicesimo, fino ad un minimo del 9%.

4) Le prestazioni derivanti dai contributi non dedotti non sono tassate.

Un aspetto molto importante è che tutti questi vantaggi fiscali sono validi anche quando si versano contributi nell’interesse non proprio, quindi non per integrare la propria pensione, ma di un familiare a carico. Pensate che grande regalo potreste fare a vostro figlio, aprendo ora un PIP che si ritroverà quando ne avrà bisogno: se avrà imprevisti sul lavoro, se ne avrà bisogno al compimento dei 18 anni, o se ne avrà bisogno per la propria pensione perché magari appartiene o apparterrà ad una categoria di lavoratori non tutelati. Tutto questo ad una tassazione agevolata rispetto alle normali rendite personali.

Per quanto riguarda invece gli aspetti contributivi, i PIP garantiscono totale libertà al cliente: si può scegliere uno o più profili di investimento per poi cambiare senza vincoli in corso d’opera (se si vuole passare ad esempio da un 50% azionario 50% obbligazionario ad un 80% azionario o viceversa) ed il versamento può essere a scelta mensile, trimestrale, semestrale o annuale, essendo comunque ammessi liberamente versamenti aggiuntivi. Prima della pensione inoltre, si può richiedere un anticipo o un riscatto parziale fino al 75% in presenza di determinate condizioni, mentre al raggiungimento dell’età pensionabile il cliente può liberamente scegliere se ricevere la propria posizione esclusivamente sotto forma di rendita vitalizia o se riceverla fino al 50% sotto forma di capitale, ed il restante in forma di rendita vitalizia. Nella sfortunata ipotesi di decesso prima dell’età pensionabile, l’intera posizione sarà versata gli eredi maggiorata del 10% se il decesso avviene a 65 o meno anni.

Insomma, qualunque persona che abbia a cuore la propria pensione o quella dei propri cari dovrebbe sottoscrivere un PIP: anche nell’ipotesi di rendimento zero, ipotesi assurda visto lo storico di questi fondi, si avrebbe praticamente un rendimento annuo dal 23% al 43% pari al risparmio che permette la propria aliquota IRPEF. Appare ovvio che, per usufruire di una buona rendita pensionistica e per sfruttare i vantaggi fiscali che partono dal quindicesimo anno, un PIP va sottoscritto con sufficiente anticipo. Non pensate dunque che alla vostra pensione ci potrete pensare in futuro solo perché ora siete giovani e forti, perché poi sarà troppo tardi; per avere domani, bisogna muoversi oggi!

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di Jacopo Giovannoli

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