Guadagnare tanto a rischio Zero è possibile?


Esiste ancora qualcuno che crede di poter guadagnare molto sui mercati finanziari senza rischiare nulla? Dobbiamo rassegnarci o possiamo fare qualcosa?
Guadagnare tanto a rischio Zero è possibile?
Esiste un investimento che permette di guadagnare tanto senza rischiare nulla?
Sono certo che la risposta che vorreste sentire è Sì! ...Spiacente, la risposta è NO!
Sarò più esplicito, non esiste nessun investimento privo di rischio, nemmeno se distribuisce un basso rendimento.
Qualcuno di voi potrà dire ma che dici? Io compro solo titoli di stato e lo stato non può fallire, frase che, ammetto l’ignoranza, non saprei tradurre in Argentino o in Greco... ma ammettiamo per un attimo che sia vero, vi faccio una domanda: sapete che succede se io acquisto un titolo di stato a 10 anni con tasso al 2% e il nostro amico Draghi, o chi per lui, tra un anno alza i tassi di interesse di un punto?
Succede che in base alla duration del titolo al momento dell’innalzamento dei tassi io subirò una perdita in conto capitale (rischio di prezzo), facendo un conto non preciso ma semplice da capire, moltiplico l’aumento del tasso di interesse pari a 1 punto percentuale, per il tempo che occorre per riappropriarmi del mio capitale investito, nel caso citato sopra, diciamo un po’ meno di nove anni, e perderò di un po’ meno del 9% cioè, ho messo 100 e mi ritrovo con 91 virgola qualcosa (ps: questo succederebbe anche se avessi comprato alla stessa data, un fantastico BUND Tedesco).
Che problema c’è - direte voi - io tengo il titolo fino a scadenza e riavrò i miei 100 euro. Vero! Però io ho comunque almeno tre rischi da considerare: rischio di insolvenza, rischio di prezzo, rischio di interesse. (Faccio un piccolo inciso, esiste un prodotto, anche se sono sempre meno le Società Assicurative che lo collocano, che garantisce il capitale e che elimina perlomeno il rischio prezzo; sono le polizze ramo I a gestione separata, ma che normalmente hanno un tunnel di uscita almeno nei primi tre anni che prevede delle penali in caso di riscatto anticipato; questo tipo di prodotti non risente di un calo di prezzo nel caso di un aumento dei tassi di interesse).
Il rischio di insolvenza dovuto al default dell’emittente o dalla momentanea incapacità di far fronte al pagamento degli interessi, è verosimilmente quello meno probabile, ma non è inesistente; il rischio di prezzo è dovuto ad esempio ad un caso come quello citato sopra, o anche ad un abbassamento improvviso del rating dell’emittente. Questo rischio si concretizza con una perdita effettiva, solo nel caso in cui l’investitore suo malgrado sia costretto per ragioni di cui non aveva tenuto conto in fase di sottoscrizione, a liquidare successivamente ad un rialzo dei tassi ed a un conseguente calo dei prezzi.
Il rischio di interesse è quello più probabile dei tre, anzi di questi tempi direi certo. Se mi impegno a prestare denaro per 10 anni ad un tasso del 2% in un periodo dove è prevedibile un aumento dei tassi, mi precludo la possibilità di utilizzare la stessa cifra in futuro per investimenti con un tasso maggiore, in periodi come questo è bene pertanto avere investimenti obbligazionari di breve durata per poter accedere in futuro a obbligazioni con tasso di interesse superiore.
Ma allora è sbagliato investire in titoli di stato? Assolutamente NO! Ma per selezionare correttamente gli investimenti occorre partire dalle proprie esigenze e obiettivi, dal proprio grado di tolleranza al rischio, dalla conoscenza della curva dei tassi di interesse attuali e prospettici e dalle informazioni e previsioni sull’andamento dell’economia reale per poi passare alla fase di scelta dei prodotti.
Innanzi tutto ci sono alcuni aspetti da tenere sempre presente nel costruire un portafoglio, come detto non esiste un portafoglio privo di rischio, ma per chi ne è particolarmente avverso è possibile costruire un portafoglio con una elevata diversificazione, inserendo strumenti decorrelati tra loro in modo tale da ridurre e quasi annullare il rischio specifico del singolo strumento, occorre però specificare che rimane comunque, ed è ineliminabile, il rischio sistematico, tale per cui uno shock del sistema inciderebbe comunque negativamente sul valore degli investimenti. E’ possibile ad esempio a parità di rendimento atteso scegliere il portafoglio con il rischio inferiore.
Per fare questo ci viene incontro un indicatore molto importante che misura lo scarto quadratico medio dei rendimenti di un titolo rispetto alla media dei rendimenti, meglio conosciuto come deviazione standard o meglio ancora come volatilità, ma questo indicatore non è il solo che ci viene incontro nella ponderazione degli strumenti da utilizzare, ve ne sono altri che aiutano noi consulenti nella scelta. Ad esempio in un periodo di rialzo dei mercati è bene sovrappesare prodotti con un Beta superiore ad 1 che significa che mediamente performano meglio del mercato di riferimento mentre nei periodi di mercato negativi è bene aumentare la quota di prodotti con correlazione negativa rispetto al mercato, che significa che se il mercato scende loro tendono a salire, inoltre non devono mancare nel vostro portafoglio fondi con un alto indicatore alfa che misura la capacità del gestore di creare maggiore rendimento rispetto al benchmark di riferimento.
Esistono molte teorie sulla costruzione dei portafogli, occorre scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e al proprio modo di reagire alle variazioni dei mercati.
In conclusione, in finanza non esiste la panacea di tutti i mali, ma esistono una quantità enorme di strumenti molto diversi tra loro, che se utilizzati correttamente e con competenza, permettono, a seguito di una buona pianificazione finanziaria, di far fronte alle proprie esigenze future e ai propri obiettivi, con maggiore probabilità di riuscita.

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di Bellei Davide

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