Perché diventare un Coach?

Una prima risposta a queste domande si può rintracciare nelle motivazioni delle persone che decidono di iscriversi alla nostra scuola di Coaching, che possono suddividersi in tre categorie:
· persone che desiderano avviare una attività professionale di Coaching
· persone che desiderano intraprendere un percorso di crescita personale e di sviluppo del proprio Potenziale
· liberi professionisti (consulenti, psicologi, formatori, insegnanti, counselor, manager, imprenditori, operatori olistici ecc..) che desiderano apprendere le competenze di Coaching per integrarle e applicarle nel proprio contesto professionale
Un primo aspetto da considerare nella scelta di una scuola è quindi del tutto soggettivo: occorre sapere che cosa si sta cercando, domandarsi "perchè voglio diventare Coach"? per scegliere la scuola che si sente più "nelle proprie corde", e che meglio risponda alle proprie esigenze.
Fondamentale quindi diventa conoscere il responsabile o i docenti della scuola, partecipare a delle sessioni Demo, per vedere qual è lo "stile" e il metodo della scuola.
A mio avviso non è tanto importante la specializzazione (life, business) della scuola, perché le competenze di Coaching definite da ICF sono trasversali, e quindi applicabili in qualsiasi ambito: una scuola seria che offra un addestramento serio su queste competenze fornisce la basi per fare coaching in qualsiasi ambito (forse l'unica eccezione può riguardare lo sport coaching e il team coaching che hanno metodiche specifiche).
Il Coach è un PARTNER, non è un Guru, e neanche un consulente; non ha soluzioni da proporre, ma supporta i clienti affinché possano individuare in modo autonomo e creativo le "proprie" soluzioni. La sua facilitazione quindi è di "processo", non di "contenuto", e in quanto tale può riguardare qualsiasi obiettivo, in qualsiasi ambito.
Detto questo, per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo può non essere facile orientarsi. Il mercato del Coaching in Italia è in crescita ma si assiste al contempo a un momento di forte confusione e di frammentazione delle informazioni. Basti pensare che secondo un censimento attuato da una nota rivista di settore, in Italia ci sono ben 103 scuole di Coaching! Ci sono molte scuole serie, ma anche molte interessate solo a cavalcare il business.
Come si fa allora a distinguere una scuola seria di Coaching da una scuola che non lo è?
I seguenti parametri possono avere un valore segnaletico sulla serietà di una scuola:
· Il curriculum e le competenze di coaching dei Coach docenti di una scuola.
Attenzione! Aver ricoperto ruoli apicali in aziende, essere dei maghi del marketing o dei buoni comunicatori NON significa essere dei buoni COACH. E' opportuno andare a verificare qual è l'esperienza specifica come Coach, da quanto tempo lo si è, con quali certificazioni.
· Un allenamento efficace richiede studio, impegno, applicazione, sudore, feedback costanti. Come tale si sviluppa solo lungo un arco temporale adeguato, necessario ad interiorizzare le coaching skills, e a sperimentare su sé stessi il percorso.
Diffidate dai corsi che durano poche settimane!
· Per capire la serietà di una scuola occorre sentire persone che la abbiano già seguita. In tal senso testimonianze scritte e video, nome/telefono/mail di ex-allievi possono essere preziose e la loro assenza, viceversa, indicativa.
· Per apprendere competenze non serve la teoria. Occorre fare tanta pratica e ricevere feedback. Solo così si progredisce aggiustando il tiro di volta in volta, fino ad arrivare a un livello "professionale". Verificate qual è il tempo effettivo - nel programma - dedicato alla pratica, cioè: a sessioni di coaching fatte dagli allievi, supervisionate da un Coach docente, con FEEDBACK INDIVIDUALE.
Non tutte le scuole offrono realmente questa possibilità.