Introduzione al controllo di gestione nelle PMI


Cosa è il Controllo di Gestione
Introduzione al controllo di gestione nelle PMI
Qualunque sia il settore, la dimensione, la struttura organizzativa aziendale, il Controllo di Gestione è lo strumento principale per supportare le decisioni e per analizzare il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Lo strumento alla base dell'attività è il bilancio riclassificato che deriva dal bilancio normale. Di solito in un’impresa ci sono 5 bilanci le cui voci possono variare a seconda dell’efficienza e della trasparenza aziendale:
1. il primo è quello effettivo;
2. il secondo è quello che deriva dalla contabilità. Pertanto, se la contabilità non è stata fatta bene, e gli scostamenti sono significativi, le decisioni che da questo ne derivano possono creare dei danni piuttosto che dei benefici all’azienda;
3. il terzo è quello che viene presentato alla banca o ad altro istituto di credito in cui sono enfatizzati gli elementi positivi. Lo scopo è quello di mostrarsi meritevoli del credito;
4. il quarto è quello che viene presentato al fisco, in cui sono enfatizzati tutti i minor ricavi o maggior costi permessi dalla normativa fiscale allo scopo di pagare meno tasse;
5. il quinto, solo per i soggetti obbligati al deposito annuale (es. Srl, Spa, società cooperative, società estere con sede in Italia, Geie etc.), è quello redatto in base agli articoli 2424 e 2425 c.c. Purtroppo la commissione europea che ha deciso le voci ed il loro contenuto, composta più da giuristi che da economisti, guardando più alla forma che alla sostanza, ha sviluppato uno schema soggetto a diverse critiche.
Ovviamente, il controllo di gestione è efficace se e solo se parte dal primo bilancio.
Si procede quindi alla riclassificazione aggregando i dati o, tramite la contabilità analitica, distribuendo i valori fra le varie macro voci di interesse. Affinché l’attività possa ritenersi conclusa, occorre che si possano evidenziare gli elementi legati a:
1. economicità verificando che l’attività è profittevole sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
2. solidità del patrimonio aziendale e verifica dell’equilibri tra fonti di finanziamento (mezzi propri, debiti a medio lungo e debiti a breve) ed impieghi (immobilizzazioni, crediti a medio lungo e crediti a breve);
3. l’aspetto finanziario, determinante per il mantenimento del corretto livello della liquidità aziendale, monitorando l’equilibrio tra entrate ed uscite finanziarie sia nel breve che nel medio-lungo periodo;
Purtroppo anche il legislatore italiano è venuto poco incontro alle necessità imprenditoriali. Infatti, solo con la riforma del D.Lg. del 18 Agosto 2015 n. 139, l’articolo 2423 del Codice Civile ha inserito, nei contenuti del bilancio d’esercizio, il rendiconto finanziario. Questo, invece non si è verificato nell’area anglosassone dove tale aspetto è considerato da oltre un secolo rivestendo un’importanza maggiore rispetto a quello patrimoniale.
Così, spesso gli imprenditori si fermano solo all’analisi economica. I più preparati monitorano il cash flow (la differenza fra entrate ed uscite monetarie), solo per il breve periodo pianificando poco gli investimenti. Difficilmente si guardano anche gòi aspetti patrimoniali e finanziari in maniera integrata.
Terminata la fase di analisi comincia la preparazione del budget basandoci sui dati storici, trend della domanda, percentuali di avveramento delle situazioni etc..
L’obiezione maggiore che sento nella normale attività di consulenza è che questo sforzo ha poco significato visto che il futuro non si conosce. In realtà, la realizzazione di budget è molto importante per il management per ridurre l’incertezza. Infatti, anche nel caso di previsioni errate, i risultati sono statisticamente migliori rispetto a quando derivano da decisioni basate su nessuna base previsionale. È importante però, oltre alla normale attendibilità dei dati, l’attività di aggiornamento e la formazione di ipotesi diverse in dipendenza di differenti scenari. E tenere sempre presente che ogni attività imprenditoriale è soggetta a rischio.
Altrimenti non si chiamerebbe impresa.
L’impresa è quella che mantiene il proprio equilibrio nel tempo.

Articolo del:


di Alessandro Ancilotti

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse