ASU, LSU e PUC. I diritti dei lavoratori precari


La Corte di Cassazione e la Corte di Giustizia riconoscono il diritto dei lavoratori precari alle differenze stipendiali e al risarcimento danni
ASU, LSU e PUC. I diritti dei lavoratori precari
I lavori socialmente utili o per pubblica utilità, comunemente definiti LSU o ASU, hanno e debbono avere matrice assistenziale e componente formativa. La circostanza che in moltissimi casi tali tipologie di lavoratori siano adibiti a servizi rientranti nelle finalità istituzionali dell’Amministrazione, comporta il diritto del lavoratore all’applicazione dell’articolo 2126 c.c., ossia alla retribuzione corrispondente alle mansioni esercitate, nonché al risarcimento dei danni.
La natura assistenziale, invero, può giustificare da parte del lavoratore un’attività di supporto rispetto a quelle svolte dal personale contrattualizzato, ma non sostitutiva delle stesse.
Questi principi sono orami assodati da un orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione che, con ripetuti interventi nei mesi scorsi, ha ribadito il diritto dei lavoratori precari a ottenere il pagamento delle differenze stipendiali e contributive, rispetto a quanto percepito dai colleghi a tempo indeterminato, nonché ad essere risarciti per "perdita di chance" (decisioni nn. 20 aprile 2017, n.17101; 19 luglio 2017, n. 17767; 27 ottobre 2017, n. 25675).
Un risarcimento che secondo le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte UE del 27 ottobre 2017, non può essere limitato alle 12 mensilità di stipendio previste quale sanzione in caso di mancata stabilizzazione del lavoratore a termine, ma va quantificato dal Giudice, di volta in volta, in misura congrua anche in relazione alla durata delle prestazioni effettuate con abusiva reiterazione di contratti a termine nel settore pubblico.
Interessante rilevare che i principi in materia sanciti dalla Suprema Corte e dalla Corte di Giustizia europea, sono ritenuti fondati su disposizioni statali prevalenti sulle eventuali norme difformi presenti negli ordinamenti delle Regioni a Statuto speciale.
I principi in materia di lavoro precario, inoltre, secondo l’orientamento della Corte di Cassazione, si applicano a tutto il lavoro precario nelle pubbliche amministrazioni, comprendendo quindi lavori socialmente utili (L.S.U.) o attività socialmente utili (A.S.U.), nonché ai lavoratori in progetti di utilità collettiva (P.U.C.).
I lavoratori interessati, ovviamente, per non perdere la possibilità di far riconoscere i propri diritti, dovranno presentare apposita domanda all’Amministrazione di appartenenza e, in caso di inerzia, agire in giudizio, per evitare la prescrizione delle proprie pretese.

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di Avv. Francesco Specchiale

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