Ape volontaria 2018


Che cos’è e come funziona
Ape volontaria 2018
L’Ape volontaria è una misura sperimentale voluta dal governo al fine di favorire i lavoratori che intendono lasciare anticipatamente il lavoro, la cui decorrenza è iniziata dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2019 ed è richiedibile anche da coloro che hanno maturato i requisiti Ape volontaria tra il 1° maggio e la data di entrata del decreto ape volontaria, firmato dal premier Gentiloni il 4 settembre 2017 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre.
L’Ape volontaria consente a chi ha compiuto 63 anni di lasciare in anticipo il lavoro. Ciò significa che un lavoratore 63enne che ha versato almeno 20 anni di contributi, può andare in pensione prima del perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, fruendo di un particolare prestito. Il prestito è erogato da soggetti finanziatori ed è assicurato contro il rischio di premorienza da imprese assicurative. Il prestito è erogato per un periodo minimo di sei mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, esso decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di Ape e va restituito in 260 rate in 20 anni attraverso una trattenuta operata dall'INPS sull'assegno pensionistico, inclusa la tredicesima.
L’importo minimo della quota di APE richiedibile è pari a 150 euro. Le somme erogate a titolo di prestito non concorrono a formare reddito ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. A queste somme erogate a titolo di Ape si applica il tasso di interesse e il premio assicurativo relativo all’assicurazione di copertura del rischio di premorienza previsti dagli appositi accordi quadro.
La domanda Ape volontaria deve essere presentata per via telematica attraverso il pin dispositivo Inps o Spid dell’interessato, rivolgendosi al numero verde Inps e presentandosi fisicamente presso Caf-patronati ed intermediari autorizzati. Una volta trasmessa la domanda l’Inps verifica i requisiti e rilascia la certificazione del diritto all’Ape, comunicando anche l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. In seguito la banca invia all’Inps il contratto di prestito, o l'eventuale diniego.

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di Studio Molinaro

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