Infortuni in crescita: cause e possibili soluzioni


I dati sugli infortuni sono nuovamente in aumento, quali sono le cause e cosa si può fare per riportare il trend in negativo
Infortuni in crescita: cause e possibili soluzioni
L’Inail ha recentemente pubblicato i dati sulle denunce degli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali per l’anno 2017. Secondo questi primi dati, nel 2017 le denunce di infortunio mortale presentate all’Istituto risultano in aumento, con un incremento del 1,1% rispetto all’anno precedente.
Analizzando la curva infortunistica dagli anni 60 ad oggi, si nota il continuo andamento decrescente delle morti sul lavoro, ridotte in questi cinquant’anni di circa due terzi.
Le innovazioni tecnologiche intervenute e la crescente attenzione nei confronti della sicurezza sul lavoro hanno sicuramente contribuito a tale riduzione in modo determinante.
L’introduzione del Testo Unico in materia di sicurezza (D. Lgs. 81/08, che ha sostituito il D. Lgs. 626/94) faceva sperare in un ulteriore significativo abbassamento del fenomeno infortunistico. Invece, nonostante la tendenza al ribasso anzidetta, accentuatasi nel corso del 2008 e rimasta tale fino al 2014, e spiegabile apparentemente anche con la profonda crisi economica attraversata in quel periodo dal nostro paese, la leggera ripresa dell’economia negli ultimi tre anni ha dato inizio ad una controtendenza ed a un nuovo aumento degli infortuni, compresi quelli con esito mortale.
Le cause di ciò vanno ricercate sia nella mancata attuazione di parecchie norme collegate al D.Lgs. 81/08 (dopo dieci anni ancora in attesa di emanazione), sia in una tendenza al risparmio prevalentemente da parte delle piccole e medie imprese che, in tempi di crisi, scelgono di non investire nella sicurezza, vista esclusivamente come un costo; ma soprattutto nella mancanza di una cultura della sicurezza.
Le aziende, spesso, non riuscendo a "stare al passo" con la mole di leggi vigenti e con la loro difficile interpretazione, che richiede adeguati strumenti per individuare, filtrare e decodificare le complesse informazioni tecniche, finiscono per effettuare scelte organizzative e prevenzionistiche carenti e prive di una visione d’insieme che tenga conto effettivamente di cosa significa lavorare in sicurezza.
Ad oggi, per evitare sanzioni, si è preferito disattendere le regole o applicare quelle imposte dalla legge, senza però creare una consapevolezza nei lavoratori e nei datori di lavoro su cosa debba essere la sicurezza in azienda. Si è così favorito lo sviluppo di una "sotto cultura" della sicurezza e dell’igiene del lavoro, fondata sui principi della fatalità ed inevitabilità dell’infortunio e/o della malattia professionale. L’avvio "alla cultura della sicurezza" non può, quindi, che cominciare dalla formazione dei soggetti interessati, al fine di dar loro consapevolezza in merito all’importanza della prevenzione in un campo dove si "gioca" con le vite umane.

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di Laura Lazzarini

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