PIR (Piani Individuali di Risparmio)


Cosa sono e come funzionano i PIR
PIR (Piani Individuali di Risparmio)
I PIR regolamentati con legge di stabilità del 2016, consentono di investire in strumenti finanziari e di beneficiare della totale esenzione dell'imposta del 26% (o 12,5% per i titoli di stato) sui redditi di natura finanziaria e dell'imposta di successione.
Possono investire nei PIR tutte le persone fisiche residenti in Italia, che non sottoscrivono l'investimento nell'esercizio di un'attività d'impresa. Ogni persona può avere intestato solo un PIR. Non sono previsti limiti di età, quindi un PIR, può essere intestato anche a un minore. In questo caso, però, il Fisco ricorda che per i genitori "il regime di non imponibilità si applica solo se l'usufruttuario, a cui è imputato il reddito finanziario derivante da investimenti inseriti in un PIR intestato a un minore non sia contemporaneamente titolare di altro PIR".
Per ottenere l'esenzione fiscale, l'investimento deve essere detenuto per almeno 5 anni (mantenendo la residenza fiscale in Italia). Infatti per i titolari che si trasferiscono all'estero, viene meno l'applicazione del regime fiscale age volato, consolidando il vantaggio fiscale solo per quelli maturati fino al momento della perdita della residenza.
Il PIR deve essere investito per almeno il 70% in titoli (azioni o obbligazioni) emesse da aziende italiane che esercitano attività diversa da quella immobiliare. Almeno il 30% di questo 70% (21% del totale) rigiarda le aziende non quotate nel 'indici FTSE MIB.
L'obiettivo dei PIR è quello di supportare le numerose eccelenze delle piccole e medie imprese italiane. In modo per gli investitori, di trarre benefici dalla loro crescita. Tale investimento riguarda tutti è sicuramente uno strumento finanziario che ha la certezza dell'esenzione fiscale mantenendo i requisiti sopra elencati.
In Italia ci sono delle eccellenze in vari settori: Alimentare, Moda, Costruzioni Navali, Aziende Vinicole, tanto per citarne alcune... E con un minimo investimento bastano 1000 euro e max 30mila euro annui per un totale nei 5 anni di 150mila euro.

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di Antonello Calcagni

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