Cocaina


Una maschera a tempo per i tratti di noi che non ci piacciono e che non accettiamo
Cocaina
Molte persone a Carnevale, amano mascherarsi, ossia assumere, temporaneamente e per gioco, un’identità diversa da quella reale, personale, con la quale agiscono e si relazionano, traendo da ciò soddisfazione e divertimento. Un tempo, questo era anche un modo per permettersi, impunemente, qualche comportamento licenzioso. Non penso sia fuori luogo accostare alla pratica del mascheramento, il ricorso all’uso della cocaina, spesso preceduto da un uso improprio di alcol, per gli effetti che essa generalmente assicura alla persona che la assume.

La cocaina, nel tempo molto breve in cui agisce sull’organismo (emivita), grazie agli effetti piacevoli provocati (high), riesce a nascondere, celare aspetti, modi di fare, modi di percepirci che ci caratterizzano, ma che non ci piacciono, con reazioni alternative; ci offre così, per poco tempo, la possibilità di sentirci diversi e migliori di come siamo.

Come è noto, la cocaina, droga in molte città italiane al 1° posto della graduatoria delle sostanze stupefacenti usate, è una sostanza psicoattiva, capace cioè di agire sul sistema nervoso centrale, provocando modificazioni patologiche di natura comportamentale e psicologica.

Qualche dato
Il consumo di cocaina viene valutato, secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, in mg/ogni mille abitanti/al giorno.
Milano, nella classifica delle città europee relativa al 2016, è al 18° posto, con 306,6 mg/1000 abitanti /die.
A Lugano il consumo è superiore: (13°posto) con 381,1 mg/1000 abitanti/die.

Il podio del consumo, sempre in ambito UE e relativo allo stesso anno, è occupato dalle seguenti città: al primo posto è Anversa (Belgio), con 914mg/1000abitanti/die; segue Londra (UK), con 894,9 mg/1000 abitanti/die e in terza posizione Zurigo (CH), con 722,5 mg/1000 abitanti/die.

Rischi e costi di questo "gioco in maschera"
L’emivita molto breve della cocaina induce il consumatore a ripetere frequentemente le dosi per mantenere la condizione di benessere; in questo modo, si instaura in tempi molto rapidi una dipendenza da essa; ovviamente il costo economico conseguente è sempre più alto e i rischi per la salute sempre più elevati. Il tutto per una realtà fittizia, per attimi di illusione di esserci sentiti diversi e apparsi da quello che in realtà siamo.

Che fare allora?
Soltanto impegnandoci ad accettarci, saremo più veri e liberi dal ricorso a questa "maschera a tempo" ingannevole; ciò sarà possibile attraverso un approccio psicoterapeutico mirato al problema che, come è noto, è diffusissimo e per il quale non esistono al momento rimedi di natura farmacologica.

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di Dr. Luigi Bertossi

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