Il pericolo sottovalutato


Il lavoro del Tutor dell'Apprendimento NON possono farlo tutti: occorre formazione specifica e professionalità
Il pericolo sottovalutato
"La professionalità sta nel sapere come farlo, quando farlo e nel farlo"
(Frank Tyger)

Spesso sento dire "seguo a casa dei bambini con disturbi specifici di apprendimento".
Ed altrettanto spesso la frase che accompagna questa dichiarazione, pronunciata da persone a volte non laureate e con poca conoscenza di ciò di cui parlano, è: "mi piacerebbe tanto fare un corso per capire meglio, per approfondire di più l’argomento".
Chiariamo una cosa: non si aiutano bambini e/o ragazzi con disturbi specifici di apprendimento non avendone competenza. E questo per due motivi precisi: prima di tutto (cosa più importante di ogni altra), perché si rischia di danneggiarli non dandogli gli strumenti di cui necessitano e la competente professionalità cui hanno diritto; secondo perché non si può lavorare in un ambiente poco professionale, seppur accogliente e sicuro, vedendosi riconosciuto un compenso non meritato e senza nemmeno pagare le relative imposte.
Al fine di tutelare questi bambini, con i genitori che rinunciano a ogni cosa facendo sacrifici immani per assicurare il supporto necessario ai propri figli e i professionisti del settore e tutte le persone competenti e certificate per le finalità di supporto, è bene informare i lettori su quanto segue.
Parlando di supporto per DSA, si devono individuare due ambiti di azione: quello riabilitativo e quello rieducativo.
Le Linee Guida per la tutela della Legge 170/2010 e le Raccomandazioni per la pratica clinica (PARCC, 2011) a cui hanno partecipato le maggiori società scientifiche ed associazioni che si occupano di DSA, costituiscono i documenti di riferimento circa terminologia e definizioni, diagnosi e successivo intervento in questo ambito.
Davanti alla rilevazione di una difficoltà o all’esito di una valutazione clinica diagnostica dobbiamo mettere in atto interventi ed attività continuative, verificate ed aggiornate nel tempo, svolte da servizi sanitari, scuola, famiglia ed eventuali figure esterne, come docenti specializzati e/o educatori, che devono coordinarsi fra loro avendo come unico obiettivo il benessere del bambino.
La gestione dei DSA necessita di una presa in carico riabilitativa, rieducativa ed educativa.
La presa in carico riabilitativa (guidata dal progetto riabilitativo) è un intervento specifico con obiettivi ben definiti, posta in essere da specialisti della riabilitazione (logopedisti, neuropsicologi e neuropsichiatri,...), ed ha efficacia se precoce, intensa e con una regolare frequenza degli interventi.
Il contenuto della riabilitazione si differenzia dalla didattica speciale e normale per metodi e modalità ed è guidato da modelli neuropsicologici, cognitivi e linguistici propri.
La presa in carico rieducativa (guidata dal progetto rieducativo ed educativo), è un progetto di più ampio respiro che integra la presa in carico riabilitativa; è posta in essere da docenti specializzati, docenti curricolari, educatori e dalla famiglia stessa e può durare tutto l’arco della scolarizzazione in cui la persona è chiamata ad apprendere, inclusa l’università.
Ogni passo di questo percorso si compie secondo modalità di relazione fra professionisti della salute, della scuola e della famiglia, ed è guidato da principi di trasparenza, chiarezza e coinvolgimento.
Da quanto riportato consegue l’assoluta necessità, l’obbligo morale e deontologico di differenziare le professionalità per garantire chiarezza e serietà, rivalutando il lavoro di quanti sono chiamati a gestire problematiche tanto delicate e che potrebbero compromettere la serenità della vita scolastica e sociale dei bambini e dei ragazzi. Ribadisco che ognuna di queste figure ha preparazione certificata, competenza, esperienza e diritto riconosciuto di lavorare in tale ambito, cosa che non può essere detta per la schiera di "esperti da casa" e "fai da te" che si pongono come fari sicuri per i genitori che, vivendo le difficoltà dei figli, si sentono navi in tempesta.
Mi rivolgo proprio ai genitori, parlando al loro cuore ed alla responsabilità del loro compito: affidate i vostri figli a professionisti seri, a strutture fornite di strumenti e personale qualificato, differenziando necessità ed interventi, al fine di concedere loro l’aiuto di cui hanno bisogno.

Articolo del:


di dott.ssa Serena De Luca

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse