1° Semestre in borsa: ritorna la volatilità


Il primo semestre 2018 si caratterizza per la volatilità dei mercati
1° Semestre in borsa: ritorna la volatilità
Si è appena concluso il primo semestre del 2018 e, come sempre, è importante fissare dei punti fermi e capire cosa sia successo finora.
L'annata innanzitutto ha confermato che la volatilità dei mercati è tornata.
Se lo scorso anno è stato quasi noioso da questo punto di vista con il vix inchiodato a quota 10-12%, quest'anno abbiamo avuto finora caratteristiche molto diverse. Dopo il picco di febbraio con il 26% adesso comunque viaggia a ridosso di quota 17-18% che è una quota che indica ancora un trend positivo sui mercati, ma sicuramente anche un maggior nervosismo.
In realtà accade che l'economia viaggi a gonfie vele e le riforme fiscali, soprattutto in USA, hanno regalato fiato alle aziende americane, ma non sempre questo si traduce in andamenti positivi sui mercati.
Le questioni politiche sui dazi e qualche dichiarazione fuori luogo, hanno portato alcuni mercati a tornare verso la parità o una minima perdita, anche se le condizioni dell'economia reale dovrebbero far pensare a mercati decisamente positivi.
Come ho segnalato più volte, più che essere dominati dalle aree geografiche, la scelta vincente si sta rivelando quella di optare per i macrotrend. I fondi con mandato ESG o quelli che sono orientati alla cosiddetta economia "Disruptive", stanno dando buone soddisfazioni ai sottoscrittori.
Quindi funzionano molto bene i fondi globali, capaci di andare a pescare le aziende interessanti ovunque nel mondo pensando solo al settore industriale di riferimento, molto meno bene funzionano i fondi legati ad un'area geografica. Infatti escludendo i fondi cinesi, nonostante la tematica dei dazi, i fondi geografici boccheggiano un po' vicini alla parità mentre sui fondi settoriali si viaggia spesso a cifre vicine al +10% da inizio anno.
Questo mi conforta per gran parte delle scelte fatte negli ultimi due anni.
In questi giorni mi sono dedicato ad uno studio per analizzare le performance da inizio anno di tutti i fondi a disposizione e l'aspetto più sorprendente riguarda il fatto che tutti i fondi prudenti, che dovrebbero tutelare il patrimonio investito, sono al momento in negativo ad eccezione dei fondi in dollari che l'anno scorso ci hanno fatto soffrire e che quest'anno, quanto meno, sono sopra la pari per effetto del rimbalzo del dollaro negli ultimi due mesi.
Per quanto riguarda gli azionari, come descritto sopra, ci sono situazioni molto positive guardando ai temi settoriali, viceversa le crescite sono a macchia di leopardo se guardiamo ai mercati dal punto di vista geografico.
Quindi si verifica un mezzo paradosso, in cui i portafogli più prudenti sono negativi mentre quelli più aggressivi sono decisamente positivi, nonostante la volatilità ogni tanto faccia capolino e quindi i mercati subiscano delle correzioni.
Questo non significa che si debba perdere di vista certi equilibri, ma che almeno da qui alla fine dell'anno, avere un portafoglio un po' più aggressivo del solito aiuta a proteggere meglio i patrimoni in gestione e può dare qualche soddisfazione in più.
Il fatto che le Banche Centrali stiano rialzando i tassi o come nel caso della BCE abbiano annunciato la fine del QE, fa si che il mercato obbligazionario soffra. Non parliamo di perdite importanti ma di quel meno 1 o 2 percento che in ogni caso non si aspetta e infastidisce.
Rimango quindi positivo sui mercati azionari, non solo perché più stimolanti per le necessità di studio approfondito che comportano, ma anche dal punto di vista tattico risultano essere meglio impostati anche per dare protezione al patrimonio in gestione.

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di Roberto Galasso

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