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Stupro e ubriachezza volontaria: no all'art. 609/3


Stupro e ubriachezza, i confini dello stato di alterazione psicofisica ai fini dell'applicazione della circostanza aggravante di cui all'art. 609-ter
Stupro e ubriachezza volontaria: no all'art. 609/3
Ha fatto parecchio parlare di sè la deciisione 32462/2018 della III Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione che, chiamata a decidere sul caso di uno stupro che ha visti protagonisti due cinquantenni nei confronti di una signora ubriaca.
La decisione in esame ha escluso l'applicazioone della circostanza aggravante prevista per essere il fatto compiuto sotto l'azione di sostanze alcoliche o stupefacenti nel caso in cui lo stato di ubriachezza fosse preordinato all'atto sessuale, al quale la vittima ha prestato il proprio consenso.
Se da un lato, alla lettura della decisione della Suoprema Corte, appare manifesta un'attenzione rivolta nei confronti della vittima, atteso che il consenso viene espresso in condizioni di deficienza psichica, dal'altro viene esclusa l'applicazione della circostanza aggravante di cui all'art. 609-ter per avere la stessa vittima provocato il proprio stato di ubriachezza, atteso che la ratio della circostanza agravante è quella di ritenere che lo stato di ubriachezza o alterazione sia finalizzato al compimernto dell'atto sessuale e, dunque, deve essere procurato dall'autore della violenza, vale a dire chi vuole giovarsi di quello stato mentale ai fini di perpetrare l'atto di libidine violenta.
Di seguito il principio di diritto delineato dalla Suprema Corte: "L'assunzione volontaria dell'alcol esclude la sussistenza dell'aggravante, poiché la norma prevede l'uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti (o di altri strumento o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa. L'uso delle sostanze alcoliche deve essere quindi necessariamente strumentale alla violenza sessuale, ovvero deve essere il soggetto attivo del reato che usa l'alcol per la violenza, somministrandolo alla vittima; invece l'uso volontario incide sì come visto sulla valutazione del valido consenso, ma non anche sulla sussistenza dell'aggravante".

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