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Blueprint di Renzo Piano, quale futuro?


Genova: 76 proposte respinte al concorso per il Blueprint di Renzo Piano
Blueprint di Renzo Piano, quale futuro?
Il Comune di Genova indice un concorso di idee finalizzato ad una proposta ideativa per aspetti urbanistici, architettonici, tecnologici ed economici inseriti nel Masterplan "Blueprint per Genova" donato alla città di Genova da Renzo Piano Building Workshop (RPBW). Il valore massimo di riferimento da assumere per l'elaborazione delle proposte è stimato intorno ai 200.000.000,00 (IVA esclusa) esclusi i costi di progettazione, lavori, collaudi e sicurezza.
La scadenza per la ricezione delle proposte progettuali era il 15 Dicembre 2016.
Il piano urbanistico comunale (il PUC) prevede la riconversione a funzioni urbane delle aree e degli immobili disponibili dalla contrazione del Quartiere Fieristico e pone il vincolo della fruizione pubblica delle opere a mare, tramite percorsi pedonali a raso o sopraelevati, in continuità con il fronte a mare di Corso Italia e Piazzale J.K.Kennedy, ed in funzione del programmato collegamento con il porto antico che dovrà avvenire mediante un sistema di percorsi ciclabili e pedonali.
E' a partire dal 2014 che lo studio di Renzo Piano ha elaborato un Masterplan che risulta essere il completamento dell'intervento effettuato dallo stesso Renzo Piano per il Porto Antico nel 1992.

Ma come è strutturato il Masterplan?
I punti chiave del progetto sono diversi: "...... è prevista una suggestiva trama di canali navigabili con sostituzione dei primi 500m della sopraelevata (strada Aldo Moro) con una diversa viabilità a raso in prosecuzione di Corso G. Marconi e Corso Italia, fino al raccordo col tratto della Sopraelevata stessa non modificato. Riutilizzo del padiglione Palasport e parcheggi interrati.
Soluzioni costituenti la strategia energetica, spazi pubblici pedonali ed un ulteriore collegamento pedonale e per mezzi di servizio e soccorso. Veniva richiesto ai concorrenti di ipotizzare la ricostruzione di una superficie lorda utile (coperta chiusa) di circa 60.000 m² suddivisa tra attività residenziali, commerciali, ricettive e direzionali."

Genova è certamente una città policentrica perché deve la sua formazione ad una serie di comuni autonomi, ciascuno con un individualità ben precisa. Dagli inizi degli anni ‘90 si è confrontata con un insieme di trasformazioni molto significative di carattere economico, strutturale, gestionale, urbanistico ed architettonico.
L'avvenire di Genova si giocherà sulla capacità degli investitori e degli operatori economici e sulla coerenza dei suoi amministratori.
Sicuramente i punti chiave della trasformazione saranno il porto, l'industria e la piccola e media impresa.
La solida leggerezza dei progetti urbanistici e architettonici di Renzo Piano devono fondersi con la flessibilità economica, all'ideazione di nuove tecnologie.
Si ricorda che a chiusura dell'IRI nel giugno del 2000 ha sancito una svolta dell'industria italiana e ha costituito per Genova un cambiamento epocale. Agli inizi degli anni 60 le persone occupate a Genova, nell'industria pubblica erano non meno di sessantamila. Nel 2001 erano scese a meno di quindicimila.
Lo spostamento ad Ovest del porto commerciale ha permesso un'opera di grande riqualificazione. Il Waterfront così cambia per effetto della realizzazione del progetto di Renzo Piano: "...non abbandonerò i principi fondamentali del mio lavoro: quelli del recupero dell'esistente, della continuità tra passato e futuro, della trasparenza verso il porto, del rispetto della storia".
Era sicuramente una visione che voleva togliere l'anonimità degli spazi urbani conferendogli un carattere forte, per impedire la permissività dei tessuti urbani sfilacciati. Di incentivare la possibilità di socializzare (da Trasformazioni Urbane di Antida Gazzola).
Le nuove tecnologie microelettroniche e della comunicazione hanno determinato una profonda trasformazione tecnologica ed economica che viene comunemente chiamata era post-industriale.
Nella città post industriale si vede il ritorno delle classi medio alte nella parte bonificate dei centri storici. Uomini d'affari e tecnici che si spostano velocemente nelle varie aree urbane creano un nuovo flusso nella città.
Nella nuova città così concepita c'è la possibilità di compiere impensate scoperte che alcuni definiscono "serendipity".
Esiste uno spazio costruito o naturale che è avulso dalle nostre immagini mentali come esiste anche, nel nostro immaginario, uno spazio frutto dei nostri preconcetti, pregiudizi e stereotipi.

Non c'è stato nessun vincitore per il concorso sull'ambito della Fiera. Sono rimaste soltanto in mostra fino al 4 maggio a Palazzo Rosso le 76 proposte ricevute dal Comune per il concorso.
La dimensione economica, quella politica, quella culturale ed ecologica devono poter comunicare perché l'esito del Blueprint non vada dimenticato.

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