La cefalea a grappolo e il nervo grande occipitale


L’infiltrazione con steroide del nervo Grande Occipitale riduce la frequenza delle crisi cefalgiche
La cefalea a grappolo e il nervo grande occipitale
La cefalea a grappolo, o cluster headache, è una forma di cefalea piuttosto rara. Colpisce circa 1 persona su 1000 ed è più frequente negli uomini, con un rapporto uomini/donne di circa 5/1. In genere esordisce nella seconda decade (età media 25 anni), ma può insorgere anche dopo i 50 anni e raramente in età pediatrica.

Le cause non sono note. Quel che è certo è che sono coinvolte le radici sensitive del nervo Trigemino e che coesiste un’attivazione del sistema parasimpatico. Alcuni studi sembrano evidenziare una correlazione genetica. Il fumo, l’alcool, gli stress emotivi, l’altitudine e il cambiamento di fuso orario possono scatenare o accentuare le crisi.

Il dolore è insopportabile. Trafittivo, unilaterale, localizzato nella regione oculare con possibili irradiazioni alla fronte, allo zigomo, alla mascella e talvolta al collo e alla spalla dello stesso lato. Sono associati: edema e ptosi della palpebra, arrossamento congiuntivale, lacrimazione, rinorrea, sudorazione e arrossamento della pelle del viso, soprattutto nella regione frontale.

Le crisi hanno una durata compresa tra i 15 e i 180 minuti, una frequenza che va da 1 attacco ogni 2 giorni fino ad anche 8 attacchi nello stesso giorno e un’insorgenza spesso, anche se non sempre, notturna. Il termine "grappolo" indica che le crisi cefalgiche sono concentrate in un periodo temporale variabile che va da alcuni giorni ad alcune settimane e poi sono seguite da una fase di remissione. Se quest’ultima è superiore a 1 mese si parla di Cefalea a Grappolo Episodica, se è inferiore di Cefalea a Grappolo Cronica.

La diagnosi si basa sui sintomi e sull’esclusione di altre patologie cerebrali, tramite RMN o TC.

Il trattamento si struttura su due linee: interventi profilattici per ridurre la frequenza delle crisi e interventi per trattare la crisi ormai insorta. Per quest’ultimi i farmaci cardine sono i triptani somministrati per via sottocutanea (Sumatritpan) o inalatoria (Zolmitriptan). Inoltre è dimostrato che l’inalazione di ossigeno ad alte concentrazioni riduce la durata della crisi. Per quanto riguarda la prevenzione i farmaci cardine sono il Verapamile, i Beta Bloccanti, come l’Atenololo, e la Melatonina. Quest’ultima, al dosaggio di 10 mg al giorno, interviene soprattutto nella regolazione circadiana del sonno, che nel paziente con Cefalea a Grappolo riveste un ruolo cruciale.

Recentemente è stato dimostrato che l’infiltrazione del nervo Grande Occipitale con cortisone riduce la frequenza degli attacchi. Il nervo Grande Occipitale origina dalla seconda radice cervicale (C2) e provvede all’innervazione sensoriale della nuca. Il suo blocco tramite anestetico locale e la neuro-modulazione con radiofrequenza si è dimostrato efficace nella Nevralgia Occipitale di Arnold e in misura minore in alcune forme di emicrania. Da un punto di vista fisiopatologico la correlazione tra la Cefalea a grappolo e il nervo Grande Occipitale non è chiara. Tuttavia considerando che il blocco/infiltrazione del Nervo Grande Occipitale è tecnicamente semplice, scarsamente invasivo e privo di effetti collaterali rilevanti, è sensato tenerlo in considerazione nell’ambito di una strategia terapeutica multimodale.

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di Dr Michele Naclerio

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