Assicurazioni in corsia


Mancano quattro mesi all’entrata in vigore della nuova legge che prevede l’assicurazione obbligatoria per tutto il personale medico e paramedico
Assicurazioni in corsia

La sua entrata in vigore è prevista per il 15 agosto prossimo, ma già ora si conosce la bozza della nuova Legge Balduzzi che prevede l'assicurazione obbligatoria per i medici e paramedici. A cambiare non è soltanto il rapporto assicurativo tra medico e paziente, ma anche quello tra medico e ospedale.

Ma andiamo con ordine. Fino ad ora, il medico che prestava il suo servizio presso una qualsiasi struttura pubblica del Servizio Sanitario Nazionale, era tutelato, in caso di denuncia del paziente, da un’assicurazione medica fornita dall’Ospedale per il quale lavorava. Con l’obbligatorietà dell’assicurazione sanitaria del medico, in caso di denuncia, l’Ospedale, che in prima istanza deve rispondere dell’eventuale danno subito dal paziente, può rivalersi sul medico dipendente se presuppone una colpa grave, il quale dovrà poi risarcire la struttura ospedaliera attraverso la compagnia assicurativa.

Quali sono, allora, le novità apportate dalla Legge Balduzzi? Innanzitutto le norme si applicheranno a tutti i medici che lavorano per le Asl, le Aziende Ospedaliere, gli istituti ed enti del SSN o le strutture private. Le compagnie di assicurazioni dovranno stipulare contratti di durata almeno triennale, con un massimale minimo di un milione di euro per ciascun sinistro e per ciascun anno e il premio potrà essere cambiato dalla società assicuratrice alla scadenza del contratto in un’ottica bonus-malus. L’assicurazione non potrà recedere dal contratto a meno che non sia provata, con una sentenza definitiva, una condotta colposa reiterata del medico e può, infine, proporre una copertura assicurativa professionale anche tramite convenzioni collettive.

Altra importante novità è la creazione del Fondo rischi sanitari, istituito presso la Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) e gestito da un comitato creato ad hoc; il tutto sotto la diretta supervisione dei Ministeri della Salute e dello Sviluppo. Potranno accedere al Fondo tutti i medici che dimostreranno di aver ricevuto proposte di contratti di assicurazione sanitaria con premi estremamente onerosi data l’attività medica ad alto rischio di denuncia o i medici che dimostreranno di aver ricevuto almeno tre rifiuti da altrettante compagnie assicurative. Una via preferenziale all’accesso al Fondo è prevista per i medici più giovani. Il Fondo, infine, sarà finanziato dalle stesse compagnie assicurative che ogni fine anno dovranno versare al massimo il 4% dei premi assicurativi incassati e, in parte, anche dai medici che accederanno al Fondo stesso.

Tutto sembrerebbe chiaro, se non fosse che l’obbligo all’assicurazione è soltanto a carico del professionista, che potrebbe ricevere eventuali rifiuti dalle compagnie assicuratrici oppure vedersi proporre premi onerosi, ma non abbastanza elevati per accedere al Fondo rischi. Inoltre, il medico potrebbe trovarsi nella situazione in cui dover districare una matassa composta da franchigie, premi, garanzie e clausole a volte poco chiare o non totalmente rappresentative dei casi professionali nei quali il professionista può incorrere. Una situazione che può giocare a vantaggio delle compagnie assicuratrici, soprattutto a fronte del crescente aumento delle denunce di pazienti per errori medici, veri e presunti, a carico del personale sanitario e che hanno incrementato quella che viene definita "medicina difensivistica". L’eccesso di analisi e prestazioni sanitarie richieste dai medici per evitare errori ed eventuali cause milionarie, oltre a rappresentare una perdita di tempo inutile per i pazienti, sono fonte di un dilapidamento delle casse dello Stato: ogni anno, la medicina difensivistica costa fino a 13 miliardi di euro, il 9,3% dell’intera spesa sanitaria.

A fronte di tutte queste considerazioni, varrebbe la pena di rivolgersi a un consulente esperto in materia per farsi aiutare nella scelta dell’assicurazione migliore, ma soprattutto per comprendere a fondo le garanzie proposte dai vari contratti assicurativi. Anche perché, e questo è un punto estremamente importante, alcune assicurazioni coprono il medico assicurato soltanto dopo la pronuncia della sentenza definitiva, lasciandolo scoperto nel corso dei primi due gradi di giudizio.

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