Avviare una start-up: ecco come finanziarla
Grazie al progetto “Smart&Start Italia” è possibile ottenere un mutuo senza interessi

Dal 16 febbraio scorso è possibile presentare a Invitalia (l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) la domanda per potersi avvalere di mutui senza interessi per finanziare l’avvio o lo sviluppo di una start-up innovativa.
Non è il primo anno di attuazione del progetto "Smart&Start Italia" promosso da Invitalia, un gruppo controllato totalmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: per l’edizione 2015 sono stati messi a disposizione ben 200 milioni di euro ma, soprattutto, è stata estesa a tutto il territorio nazionale la possibilità di ottenere un mutuo agevolato. E’ il primo anno, infatti, in cui l’iniziativa non riguarda esclusivamente il Mezzogiorno o le aree del cratere Aquilano. Quest’anno, tutte le start-up innovative italiane potranno presentare la domanda. Potrebbero ottenere i mutui agevolati anche le imprese straniere, che si impegnano ad aprire almeno una sede sul territorio italiano e i cittadini stranieri in possesso del "visto start-up". In finanziamenti saranno erogati fino ad esaurimento della cifra stanziata.
L’agevolazione è rappresentata dalla concessione di un mutuo senza interessi della durata massima di 8 anni e pari al 70% delle spese agevolabili. Per i progetti di Start-up innovative avviate nel Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e nel territorio del cratere sismico aquilano, ci sono vantaggi in più: è riconosciuta una quota di finanziamento a fondo perduto, poiché la start-up innovativa dovrà restituire soltanto l’80% del finanziamento ricevuto. Un altro vantaggio, invece, è destinato alle start-up innovative costituite interamente da donne, da under 36 o da almeno un dottore di ricerca: in questo caso l’importo del finanziamento agevolato è pari all’80% delle spese ammissibili.
Le caratteristiche che deve possedere un’impresa per essere definita start-up innovativa sono quelle indicate dall’ art. 25 del D.L. 179/2012. Affinché, cioè, una società possa iscriversi come start-up nell’apposita sezione del registro delle imprese, deve essere costituita e operare da non più di 48 mesi; deve avere la sede principale in Italia; il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro; non deve distribuire o aver distribuito utili; deve avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda. Inoltre, deve possedere almeno uno di altri tre requisiti specifici che riguardano le spese in ricerca e sviluppo, l’impiego di personale qualificato (laureati o dottorandi) e la titolarità di brevetti.
Per quanto riguarda le spese ammissibili, il progetto "Smart&Start Italia" prevede limiti di spesa compresi tra 100 mila e 1,5 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, la tipologia di spese, sono ammesse quelle di investimento e i costi di gestione. Sono considerate spese di investimento agevolabili quelle, ad esempio, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, brevetti, licenze, componenti hardware e software. Alcune spese di gestione ammissibili, invece, sono i canoni di leasing, quote di ammortamento di impianti, macchinari o attrezzature o gli interessi sui finanziamenti esterni concessi all’impresa.
Le spese di investimento e i costi ammissibili sono diversi. Ma soprattutto può essere necessaria la consulenza di un esperto del settore per redigere e presentare un progetto corretto e completo. Un piccolo investimento iniziale, a volte, può tradursi in un0ocaisone di crescita e di sviluppo importante per la propria impresa.
Non è il primo anno di attuazione del progetto "Smart&Start Italia" promosso da Invitalia, un gruppo controllato totalmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: per l’edizione 2015 sono stati messi a disposizione ben 200 milioni di euro ma, soprattutto, è stata estesa a tutto il territorio nazionale la possibilità di ottenere un mutuo agevolato. E’ il primo anno, infatti, in cui l’iniziativa non riguarda esclusivamente il Mezzogiorno o le aree del cratere Aquilano. Quest’anno, tutte le start-up innovative italiane potranno presentare la domanda. Potrebbero ottenere i mutui agevolati anche le imprese straniere, che si impegnano ad aprire almeno una sede sul territorio italiano e i cittadini stranieri in possesso del "visto start-up". In finanziamenti saranno erogati fino ad esaurimento della cifra stanziata.
L’agevolazione è rappresentata dalla concessione di un mutuo senza interessi della durata massima di 8 anni e pari al 70% delle spese agevolabili. Per i progetti di Start-up innovative avviate nel Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e nel territorio del cratere sismico aquilano, ci sono vantaggi in più: è riconosciuta una quota di finanziamento a fondo perduto, poiché la start-up innovativa dovrà restituire soltanto l’80% del finanziamento ricevuto. Un altro vantaggio, invece, è destinato alle start-up innovative costituite interamente da donne, da under 36 o da almeno un dottore di ricerca: in questo caso l’importo del finanziamento agevolato è pari all’80% delle spese ammissibili.
Le caratteristiche che deve possedere un’impresa per essere definita start-up innovativa sono quelle indicate dall’ art. 25 del D.L. 179/2012. Affinché, cioè, una società possa iscriversi come start-up nell’apposita sezione del registro delle imprese, deve essere costituita e operare da non più di 48 mesi; deve avere la sede principale in Italia; il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro; non deve distribuire o aver distribuito utili; deve avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda. Inoltre, deve possedere almeno uno di altri tre requisiti specifici che riguardano le spese in ricerca e sviluppo, l’impiego di personale qualificato (laureati o dottorandi) e la titolarità di brevetti.
Per quanto riguarda le spese ammissibili, il progetto "Smart&Start Italia" prevede limiti di spesa compresi tra 100 mila e 1,5 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, la tipologia di spese, sono ammesse quelle di investimento e i costi di gestione. Sono considerate spese di investimento agevolabili quelle, ad esempio, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, brevetti, licenze, componenti hardware e software. Alcune spese di gestione ammissibili, invece, sono i canoni di leasing, quote di ammortamento di impianti, macchinari o attrezzature o gli interessi sui finanziamenti esterni concessi all’impresa.
Le spese di investimento e i costi ammissibili sono diversi. Ma soprattutto può essere necessaria la consulenza di un esperto del settore per redigere e presentare un progetto corretto e completo. Un piccolo investimento iniziale, a volte, può tradursi in un0ocaisone di crescita e di sviluppo importante per la propria impresa.
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