Bonifica amianto: indispensabile affidarsi a un geometra


Gli interventi di rimozione o di bonifica dell’amianto presuppongono competenze ad hoc per ridurre il rischio di diffusione di fibre nocive
Bonifica amianto: indispensabile affidarsi a un geometra

“Rivolgersi a noi è il primo passo da fare per cittadini e imprese”: è il messaggio lanciato dai geometri in occasione di un seminario tenutosi a Perugia qualche giorno fa in cui si è discusso dell’importanza di farsi assistere da tecnici specializzati quando si devono compiere opere di bonifica dall’amianto.
Tema molto importante, quello della bonifica all’amianto, poiché il rischio per la salute dei cittadini è elevato.

"Abbiamo organizzato questa giornata formativa – ha spiegato Antonini, presidente della Libera associazione geometri Corciano Perugia Torgiano (Cpt), tra gli organizzatori del seminario – perché molti colleghi geometri e cittadini si sono rivolti a noi. Capita, infatti, di dover smaltire materiali contenenti amianto, come una canna fumaria, una cisterna d’acqua o una copertura. Per queste piccole quantità c’è la possibilità di fare le cosiddette “microraccolte”, pratiche semplificate a vantaggio del cittadino dal punto di vista economico e delle procedure. L’obbligo per cittadini e imprese è la valutazione del rischio. Una volta verificate le condizioni dei materiali si può continuare a utilizzarli, trattarli oppure smaltirli e i geometri fanno parte di questa filiera".

 

L’evoluzione della normativa sull’amianto

E’ con la Legge 27/03/1992 n. 257 che si introduce, nel nostro ordinamento, una prima disciplina sull'amianto. È la prima normativa che recepisce la direttiva CEE 91/382 in base alla quale si vieta l’estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto, considerata dannosa per la salute dei cittadini. Si disciplina, parimenti, le modalità di trattamento, di smaltimento e di esportazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono (che vengono normate con i successivi Decreti Ministeriali del 6 settembre 1994 e del 20 agosto 1999).

Anche il Testo unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lgs. 81/2008) disciplina la materia dell’amianto sostituendo il D.lgs. 257/06. All’interno del TU sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono indicati obblighi specifici che devono essere rispettati dal datore di lavoro, valutare il rischio e adottare le misure di sicurezza conseguenti.

Successivamente si sono susseguite altre numerose normative, come il Decreto del Ministero della Sanità 14 Maggio 1996 (che disciplina gli interventi di bonifica), il D.lgs. 22/1997 n. 22, c.d. Decreto Ronchi, (TU sui rifiuti, compresi quelli contenenti amianto), per finire con il D.lgs. 257/2006 di attuazione delle Direttiva 2003/18/CE, che novella il D.lgs. 626/1994 in materia di sicurezza sul lavoro.

 

Amianto, un materiale molto diffuso in passato in edilizia

La bonifica dell’amianto è un intervento di fondamentale importanza sia per i privati cittadini che per le imprese in modo da garantire la sicurezza della propria famiglia così come dei lavoratori.

Altamente diffuso in edilizia nel secolo scorso per la sua nota resistenza, l’amianto è un materiale pericoloso. Prima che venisse accertata la sua nocività, l’amianto era utilizzato per le coperture del tetto, delle tubature o piastrelle. Famoso in campo edilizio è il marchio Eternit, produttrice di coperture di tetti o tettoie con lastre piatte oppure ondulate (quelle più riconoscibili) o per la coibentazione di tubature.

Nonostante la sua resistenza, l’amianto è dannoso per l’uomo: se il materiale che lo contiene si deteriora, vengono rilasciate nell’aria particelle che possono essere inalate con potenziali gravi danni all’apparato respiratorio e non solo.

L’amianto potrebbe essere il responsabile di gravi patologie quali il mesotelioma pleurico, il mesotelioma pericardico, il mesotelioma peritoneale, il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, il carcinoma polmonare e l’asbestosi.

Negli anni ’60 cominciarono ad emergere gli effetti nocivi dell’amianto, ma è solo con la Legge 27/03/1992 n. 257 che se ne vietò l’uso e si cominciò un processo di bonifica.

 

 

Come avviene il trattamento o bonifica dell’amianto

In linea generale, se l’oggetto contenente amianto si presenta in condizioni di deterioramento e vi è il rischio della polverizzazione del materiale, questo deve essere rimosso completamente. Se, invece, è in buone condizioni, si può procedere alla sua bonifica attraverso le tecniche di incapsulamento o confinamento.

L’incapsulamento prevede di ricoprire l’intero manufatto con prodotti specifici che creano una sorta di pellicola che non consente la diffusione delle fibre tossiche dell’amianto.

Il confinamento, invece, prevede la separazione tra il manufatto di amianto e gli spazi adiacenti, creando una sorta di barriera tra i due. Anche in presenza di dispersione di fibre nocive, queste non sono dannose per chi vive negli spazi adiacenti perché isolate fisicamente.

Sia la rimozione che la bonifica (attraverso l’incapsulamento o il confinamento), richiedono un intervento professionale per ridurre al massimo il rischio di rilascio di polveri nocive.

 

Nel caso in cui siano presenti materiali in amianto è consigliabile affidarsi a un geometra esperto per poi procede con la sua rimozione o bonifica.

 

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