Compravendite immobiliari e mutui ancora in rialzo


Ecco gli ultimi dati forniti da Agenzia delle Entrate e Abi e cosa valutare nella scelta di un mutuo
Compravendite immobiliari e mutui ancora in rialzo

L’Agenzia delle Entrate e l'Abi hanno diffuso i dati sull’andamento delle compravendite registrato nel 2017 e il trend si conferma ancora positivo come i tre anni precedenti. Nel 2017, infatti, le compravendite di abitazioni in Italia sono aumentate del 4,9% rispetto al 2016, seppur in maniera minore rispetto all’anno precedente in cui la percentuale di crescita si era attestata al 18,6%. Osservando gli andamenti di crescita nelle città italiane si registra che quelle in cui la percentuale del rialzo è stata maggiore sono Milano (+8,1%), Palermo (+7,9%), Firenze (+7,8%) e Napoli (+7,4%). Roma si è attestata al 3%, mentre Bologna è stata l'unica città che ha registrato un trend in calo (-3,3%).

Toccano un massimo storico (rispetto al periodo osservato a partire dal 2004) i nuclei familiari composti da under 40 che possono permettersi l'acquisto di una casa. Se nella prima metà del 2012 la percentuale era del 18%, nel 2017 ha toccato quota 52%.

Il dato è dimostrato anche dall’aumento delle richieste dei mutui ipotecari che registrano un aumento del 9,1% rispetto al 2016, per un valore assoluto di 32,7 miliardi di euro (circa 3 miliardi in più rispetto all’anno precedente).

Ma quali sono gli elementi principali da valutare nella scelta di un mutuo?

Ammontare del mutuo: è consigliabile richiedere un finanziamento che comprenda non soltanto le somme da versare per l’acquisto della casa e delle ristrutturazioni, ma anche eventuali maggiori esborsi non preventivati che, spesso, di verificano. Questo perché il mutuo è meno costoso rispetto agli altri finanziamenti. E’ consigliabile, però, inserire una clausola al contratto di mutuo che preveda la possibilità di poter versare capitale in eccedenza (in modo da ridurre il capitale e gli interessi da dover versare) senza dover pagare nulla.

La durata del mutuo: dipende dalle preferenze e dalla disponibilità del privato che richiede il mutuo. Si può optare per un mutuo dalla durata più breve, ma con una rata più elevata oppure uno più lungo temporalmente, ma con una rata inferiore. E’ consigliabile, però, inserire una clausola al contratto di mutuo che preveda la possibilità di poter modificare la durata o l’ammontare delle rate.

Il tasso di interesse: può essere variabile fisso. Nel primo caso, il tasso di interesse applicato si forma solitamente sommando l’Euribor (EURo Inter Bank Offered Rate a 1, 3, 6 mesi) o il tasso agganciato alla Bce allo Spread, ovvero una percentuale che la banca aggiunge al costo del denaro quale proprio ricavo. Per i mutui a tasso fisso, si somma l’IRS (Interest Rate Swap), indicato anche come Euris, allo Spread. In genere si utilizza l’IRS pari alla durata del finanziamento (15,20, 25, 30 anni...). Per poter scegliere la banca più conveniente è importante confrontare gli Spread applicati dai diversi istituti bancari, indici del "margine di ricarico" adottati. La scelta deve ricadere, sotto questo aspetto, in base al valore dei tassi e all’andamento previsto delle variazioni dei tassi. Inoltre, vanno valutati tutti gli altri tassi e oneri in modo da non incappare nell’anatocismo bancario e interessi usurari.

Per non sbagliare a scegliere il mutuo, che accompagna il compratore per diversi anni, è consigliabile farsi consigliare da un avvocato esperto in diritto immobiliare. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!

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