Disturbi del comportamento: perché chiedere aiuto a un esperto
È consigliabile ricorrere all’aiuto di uno psicologo quando uno o più aspetti della nostra personalità sono causa di malessere per noi stessi o per chi ci è vicino
Nella cultura italiana la figura dello psicologo, psicoanalista o psichiatra è da sempre legata a patologie mentali gravi. Spesso chi cerca di chiedere un aiuto a uno specialista del settore prova una profonda vergogna, perché teme di essere classificato come un pazzo, o comunque, nella migliore delle ipotesi, come una persona non troppo affidabile, cosa che non avviene nel mondo anglosassone. Negli Stati Uniti, ad esempio, è molto comune ricorrere all’aiuto di uno psicologo, anche in assenza di una vera patologia del comportamento, magari semplicemente per avere un supporto in fasi della propria vita personale "difficili", come un grave lutto o la fine di un legame sentimentale. In Italia ciò non accade, almeno non comunemente e soprattutto non nei casi in cui è molto difficile stabilire se esista o meno un reale problema di natura psicologica, come in molti tipi di disturbi del comportamento.
Esistono senza dubbio delle forme di disturbo del comportamento molto gravi, che non lasciano spazio al dubbio. Poi però esistono anche forme molto più sfumate in cui è realmente difficile stabilire se i comportamenti in questione debbano o meno essere considerati patologici.
Le personalità borderline, sono personalità ai limiti della normalità, che però possono deragliare nel patologico. Il parere di molti esperti del settore è che non sia possibile stabilire con certezza se e quando una personalità borderline possa degenerare. Come tale l’atteggiamento dello psichiatra o dello psicologo in questi casi deve essere necessariamente di estrema prudenza, al fine di non attribuire - tramite una diagnosi inopportuna - l’etichetta sociale di "pazzo" a un paziente totalmente normale, con tutte le prevedibili conseguenze sulla sua vita privata e professionale.
Considerando che più o meno tutti siamo coscienti di avere nei nostri atteggiamenti quotidiani qualcosa di anomalo, la domanda che emerge allora è quando sia opportuno rivolgersi a uno specialista? Vale a dire è necessario aspettare che i nostri disturbi degenerino, diventando un problema così evidente da non poter essere trascurato, oppure è più opportuno intervenire sul nascere?
Riallacciandosi a quanto detto in precedenza, sicuramente l’atteggiamento dei pazienti risente molto dell’ambiente culturale in cui vivono, cosicché molte persone nel mondo anglosassone si rivolgono precocemente all’aiuto di uno specialista, mentre nei paesi latini, come l’Italia, troppo spesso la decisione di curarsi è considerata il gradino esattamente prima della "camicia di forza". Ciò però descrive solamente lo stato dell’arte della situazione e non risponde alla domanda.
La risposta, al contrario di quello che si pensi, è molto semplice. La necessità di ricorrere alle cure di uno psichiatra o di uno psicologo si pone quando il cosiddetto disturbo borderline diventa un problema per il paziente stesso o per chi gli è vicino. Vale a dire quando tale disturbo costituisce una fonte di disagio privata o sociale.
In questi casi è sempre auspicabile, quanto necessario, ricorrere all’aiuto di uno specialista.
Esistono senza dubbio delle forme di disturbo del comportamento molto gravi, che non lasciano spazio al dubbio. Poi però esistono anche forme molto più sfumate in cui è realmente difficile stabilire se i comportamenti in questione debbano o meno essere considerati patologici.
Le personalità borderline, sono personalità ai limiti della normalità, che però possono deragliare nel patologico. Il parere di molti esperti del settore è che non sia possibile stabilire con certezza se e quando una personalità borderline possa degenerare. Come tale l’atteggiamento dello psichiatra o dello psicologo in questi casi deve essere necessariamente di estrema prudenza, al fine di non attribuire - tramite una diagnosi inopportuna - l’etichetta sociale di "pazzo" a un paziente totalmente normale, con tutte le prevedibili conseguenze sulla sua vita privata e professionale.
Considerando che più o meno tutti siamo coscienti di avere nei nostri atteggiamenti quotidiani qualcosa di anomalo, la domanda che emerge allora è quando sia opportuno rivolgersi a uno specialista? Vale a dire è necessario aspettare che i nostri disturbi degenerino, diventando un problema così evidente da non poter essere trascurato, oppure è più opportuno intervenire sul nascere?
Riallacciandosi a quanto detto in precedenza, sicuramente l’atteggiamento dei pazienti risente molto dell’ambiente culturale in cui vivono, cosicché molte persone nel mondo anglosassone si rivolgono precocemente all’aiuto di uno specialista, mentre nei paesi latini, come l’Italia, troppo spesso la decisione di curarsi è considerata il gradino esattamente prima della "camicia di forza". Ciò però descrive solamente lo stato dell’arte della situazione e non risponde alla domanda.
La risposta, al contrario di quello che si pensi, è molto semplice. La necessità di ricorrere alle cure di uno psichiatra o di uno psicologo si pone quando il cosiddetto disturbo borderline diventa un problema per il paziente stesso o per chi gli è vicino. Vale a dire quando tale disturbo costituisce una fonte di disagio privata o sociale.
In questi casi è sempre auspicabile, quanto necessario, ricorrere all’aiuto di uno specialista.
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