I fondi comuni di investimento, funzionamento e tipologie
Tra le varie tipologie di investimento, ci sono i cosiddetti fondi comuni di investimento, ovvero istituti di intermediazione finanziaria che hanno come obiettivo quello di reperire liquidità attraverso la raccolta di denaro dai risparmiatori e di investire quanto raccolto in asset finanziari in modo da creare valore per i gestori del fondo e, ovviamente, per i risparmiatori.
Il meccanismo dei fondi comuni di investimento si basa sulla presenza e partecipazione di tre componenti principali:
- I fondisti: sono i risparmiatori che decidono di investire i loro risparmi sul fondo. Per farlo, acquistano quote con il loro capitale e ne vedono accrescere (o diminuire) il valore in base alle oscillazioni di mercato e alle scelte finanziarie operate dal gestore del fondo
- La società di gestione: è l’istituito di intermediazione finanziaria che crea il fondo stabilendo il regolamento interno, decidendo gli asset che ne fanno parte, raccogliendo risparmi attraverso la vendita di quote del fondo e occupandosi della gestione del portafoglio titoli in modo da creare valore finanziario e far ottenere guadagni agli investitori e alla società stessa
- Le banche depositarie: sono gli istituti che hanno il duplice compito di custodire e detenere i titoli e, in generale, gli asset del fondo e di controllare che l’attività del gestore rispetti le norme prescritte dalla Banca di Italia e dal regolamento del fondo stesso
I fondi comuni di investimento possono essere di varia natura, ma sono tre le tipologie principali: i fondi azionari, i fondi obbligazionari e i fondi bilanciati.
I fondi azionari sono quelli costituiti per la maggioranza da azioni o da obbligazioni convertibili, mentre la minoranza degli asset è costituita da obbligazioni ordinarie, titoli di Stato e liquidità. Tale tipologia di fondi è più adatta a coloro che hanno una maggiore propensione al rischio poiché i fondi azionari, proprio per la loro composizione prevalentemente azionaria, prevedono una rischiosità maggiore a fronte, però, di rendimenti più elevati.
I fondi obbligazionari sono quelli costituiti per la maggioranza da obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. Sono certamente meno rischiosi di quelli azionari, ma hanno come contraltare il fatto di essere meno redditizi. Sono più adatti, quindi, ha chi ha una bassa propensione al rischio, ma vuole comunque investire i propri risparmi al posto di detenerli sul conto corrente dove verrebbero erosi dall’inflazione
Infine, la terza categoria principale è costituita dai fondi bilanciati, ovvero fondi che si collocano a metà tra i fondi azionari e obbligazionari. Come è intuibile dal termine “bilanciato”, tali fondi sono costituiti da asset differenti (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, liquidità) e mirano a ponderare e calmierare i rischi tra le diverse forme di investimento. Lo scopo è quello di ottenere guadagni più elevati del fondo obbligazionario, ma limitando l’aumento della rischiosità.
Il funzionamento del fondo è piuttosto semplice, quello che al contrario è complesso è scegliere il fondo di investimento più consono ai propri obiettivi, bisogni e propensione al rischio, oltre ad essere uno tra i più “sicuri” nel mare magnum dei prodotti finanziari.
Infatti, la scelta basata sul fai da te è quantomeno rischiosa. E’ necessaria una conoscenza approfondita del mercato e degli operatori finanziari che vi operano per individuare l’investimento migliore in base alle proprie esigenze. Per questo è consigliabile affidarsi a un consulente finanziario.
Inoltre, altro aspetto da valutare attentamente in fase di scelta del fondo comune di investimento, è l’ammontare dei costi che variano da fondo a fondo e che, però, possono incidere notevolmente sui guadagni. A livello generale, i costi sono rappresentati da:
- commissioni d’ingresso o di sottoscrizione: sono quei costi sostenuti al momento in cui si acquistano le quote del fondo (maggiori sono le quote e minori sono le commissioni e viceversa). Tali commissioni, poi, variano anche in base alla tipologia del fondo: sono maggiori per i fondi azionari rispetto a quelli bilanciati o obbligazionari
- commissioni di gestione: sono quei costi sostenuti per remunerare l’attività del gestore e sono in genere genere corrisposti a cadenza semestrale, trimestrale o mensile
- extracommissioni di performance: non in tutti i fondi di investimenti sono presenti, ma se previsti sono dovuti in caso di prestazioni migliori del gestore rispetto a rendimenti precedentemente prestabiliti.
Per ottenere maggiori informazioni al riguardo è consigliabile affidarsi a un consulente finanziario. Cercatelo nel nostro sito. Il primo contatto in studio è gratuito!
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