I genitori si separano. E i figli?
La rottura della coppia implica la necessità di ricerca di un nuovo equilibrio
Sono numerosi i casi di figli di coppie separate o divorziate. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, la separazione avviene in maniera conflittuale con un reciproco scambio di accuse, rivalse e ripicche. A rimetterci, quasi sempre, sono i figli, contesi da entrambi i genitori e incapaci di gestire e comprendere complicate relazioni familiari.
Tra i vari casi, ce ne sono alcuni fortemente emblematici di come la contesa tra i genitori sia deleteria per i minori e per la loro crescita. Uno di questi è appunto la vicenda di un bambino residente nella provincia di Venezia che, per decisione del Tribunale dei minori del capoluogo veneto, fu prelevato da scuola da alcuni agenti per essere affidato a una comunità a causa proprio della continua contesa tra i genitori. Decisione che fece parecchio discutere.
Fortunatamente tali casi, sono episodi limite. Nella maggioranza delle volte i figli sono affidati a uno dei due genitori e hanno la possibilità di condividere la loro crescita con entrambi, seppur in maniera separata. Eppure, anche nei casi in cui i genitori gestiscono la separazione in maniera "serena", almeno apparentemente, i minori subiscono comunque un "trauma" che potrebbe influire sulla loro psiche.
Innanzitutto va detto che la rottura della coppia non è limitata al solo nucleo familiare composto da padre, madre e figli. La separazione coinvolge i rapporti con l’intera famiglia allargata, composta anche dai nonni, gli zii, i cugini e, in generale, tutti i parenti maggiormente frequentati. Il divorzio tra i genitori avvia dunque un processo di separazione più ampio, i cui effetti si ripercuotono sulla parte più debole: i minori.
Il disagio maggiore per i figli avviene, generalmente, nei primi due anni dalla separazione. Tempo entro il quale i figli imparano a trovare un nuovo equilibrio. Ciò non è detto poiché dipende da come i genitori gestiscono il distacco. Maggiori conflitti e rivalse significano anche e purtroppo maggiori disagi per i figli, sballottolati in un vortice emotivo lesivo per la loro crescita. La capacità dei bambini nell’adattarsi alla nuova situazione, quindi, dipende in larga misura dalla bravura dei genitori a gestire il processo di separazione.
Come affrontare, dunque, una separazione?I figli hanno bisogno di sentirsi rassicurati e certamente coinvolti. E’ necessario cercare un canale di dialogo, ovviamente rapportato all’età del minore, che permetta loro di comprendere le ragioni che sottostanno alla separazione dei genitori. Ottenendo spiegazioni reali e vere sulla situazione, il figlio avrà la possibilità di comprendere meglio ciò che sta succedendo e potrà accettarlo con meno disagio. Studi sull’argomento hanno dimostrato che i figli di genitori separati sono più "a rischio" rispetto a quelli di genitori non separati solamente se il divorzio è stato conflittuale e se nel processo di separazione non sono stati coinvolti e rassicurati.
Un aiuto in questo senso può certamente provenire da psicologi esperti che possano accompagnare l’intero nucleo familiare verso un nuovo equilibrio preservando i figli da disagi che potrebbero compromettere una crescita serena nella fase adolescenziale e successivamente in quella adulta.
Tra i vari casi, ce ne sono alcuni fortemente emblematici di come la contesa tra i genitori sia deleteria per i minori e per la loro crescita. Uno di questi è appunto la vicenda di un bambino residente nella provincia di Venezia che, per decisione del Tribunale dei minori del capoluogo veneto, fu prelevato da scuola da alcuni agenti per essere affidato a una comunità a causa proprio della continua contesa tra i genitori. Decisione che fece parecchio discutere.
Fortunatamente tali casi, sono episodi limite. Nella maggioranza delle volte i figli sono affidati a uno dei due genitori e hanno la possibilità di condividere la loro crescita con entrambi, seppur in maniera separata. Eppure, anche nei casi in cui i genitori gestiscono la separazione in maniera "serena", almeno apparentemente, i minori subiscono comunque un "trauma" che potrebbe influire sulla loro psiche.
Innanzitutto va detto che la rottura della coppia non è limitata al solo nucleo familiare composto da padre, madre e figli. La separazione coinvolge i rapporti con l’intera famiglia allargata, composta anche dai nonni, gli zii, i cugini e, in generale, tutti i parenti maggiormente frequentati. Il divorzio tra i genitori avvia dunque un processo di separazione più ampio, i cui effetti si ripercuotono sulla parte più debole: i minori.
Il disagio maggiore per i figli avviene, generalmente, nei primi due anni dalla separazione. Tempo entro il quale i figli imparano a trovare un nuovo equilibrio. Ciò non è detto poiché dipende da come i genitori gestiscono il distacco. Maggiori conflitti e rivalse significano anche e purtroppo maggiori disagi per i figli, sballottolati in un vortice emotivo lesivo per la loro crescita. La capacità dei bambini nell’adattarsi alla nuova situazione, quindi, dipende in larga misura dalla bravura dei genitori a gestire il processo di separazione.
Come affrontare, dunque, una separazione?I figli hanno bisogno di sentirsi rassicurati e certamente coinvolti. E’ necessario cercare un canale di dialogo, ovviamente rapportato all’età del minore, che permetta loro di comprendere le ragioni che sottostanno alla separazione dei genitori. Ottenendo spiegazioni reali e vere sulla situazione, il figlio avrà la possibilità di comprendere meglio ciò che sta succedendo e potrà accettarlo con meno disagio. Studi sull’argomento hanno dimostrato che i figli di genitori separati sono più "a rischio" rispetto a quelli di genitori non separati solamente se il divorzio è stato conflittuale e se nel processo di separazione non sono stati coinvolti e rassicurati.
Un aiuto in questo senso può certamente provenire da psicologi esperti che possano accompagnare l’intero nucleo familiare verso un nuovo equilibrio preservando i figli da disagi che potrebbero compromettere una crescita serena nella fase adolescenziale e successivamente in quella adulta.
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