Il dolore psicogeno
Quando l’aiuto di uno psicoterapeuta è essenziale
E’ opinione comune che la nostra mente sia in grado di influenzare il decorso e i sintomi di malattie anche gravi. Questo è indubbiamente vero e lo è in particolar modo per il dolore. Il dolore psicogeno viene definito dalla IASP (Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore) un dolore causato dall’anomala interpretazione dei messaggi percettivi normalmente avviati e condotti. In sostanza quando il dolore non è causato da una lesione dei tessuti somatici e viscerali (dolore nocicettivo) o del sistema nervoso (dolore neuropatico), può essere di natura psichica.
La IASP distingue nell’ambito del dolore psicogeno due ampie categorie: il dolore da tensione muscolare e il dolore psicogeno propriamente detto.Il primo è estremamente comune. Si tratta di un dolore muscolare che può essere localizzato in parti specifiche del corpo, soprattutto però viene interessato il collo, o diffuso ad ampie aree del collo. La causa iniziale è legata ad uno stato d’ansia, che induce una spasmo della muscolatura. Il dolore è secondario allo spasmo e quindi dovuto effettivamente all’attivazione dei recettori del dolore muscolare, ma la causa è psichica. Questo tipo di dolore è in genere resistente ai trattamenti convenzionali, mentre si risolve completamente una volta che lo stato d’ansia cessa.
Deve essere distinto dalle frequentissime sindromi muscolotensive, indotte da sforzi muscolari, sbagliate posture o altre patologie ossee e muscolari.La seconda categoria, il dolore psicogeno propriamente detto, comprende i casi più gravi, quali il dolore allucinatorio e il dolore da conversione (Hysterical Pain). Il dolore allucinatorio è tipico di patologie psichiatriche gravi, quali la schizofrenia. Il paziente riferisce di avere dolore alla gamba perché ha un coltello, che non esiste, nella coscia. Il secondo, sebbene meno grave, è invece di più difficile diagnosi.
I pazienti riferiscono di avere dolore in un’area del corpo (spesso il petto), ma nessuna indagine medica evidenzia una patologia in grado di giustificarlo. Il dolore tipicamente è assente durante il sonno ed è resistente alle terapie mediche, tuttavia il paziente richiede che venga sottoposto a trattamenti sempre più invasivi e anche mutilanti. Spesso sono presenti altri sintomi, quali disturbi della vista, paralisi transitorie, disturbi dell’attività sessuale, della deglutizione e altri ancora.
Il compito del medico è quello di non lasciarsi attirare da facili diagnosi e classificare il dolore come un dolore inesistente. In primo luogo il medico deve escludere tutte le cause possibili che possono indurre il dolore descritto dal paziente. Se tutti gli esami risultano negativi, la cura di cui il paziente ha bisogno è chiaramente di natura psicologica.
Uno psicologo può accompagnare il paziente in un percorso terapeutico in gradi di restituirgli una qualità di vita adeguata. Nell’approccio al paziente con dolore psicogeno, bisogna sempre ricordare che il dolore avvertito dal paziente, sebbene non abbia cause organiche, è vero e causa sofferenza. Per questo è doveroso stabilire una cura adeguata.
La IASP distingue nell’ambito del dolore psicogeno due ampie categorie: il dolore da tensione muscolare e il dolore psicogeno propriamente detto.Il primo è estremamente comune. Si tratta di un dolore muscolare che può essere localizzato in parti specifiche del corpo, soprattutto però viene interessato il collo, o diffuso ad ampie aree del collo. La causa iniziale è legata ad uno stato d’ansia, che induce una spasmo della muscolatura. Il dolore è secondario allo spasmo e quindi dovuto effettivamente all’attivazione dei recettori del dolore muscolare, ma la causa è psichica. Questo tipo di dolore è in genere resistente ai trattamenti convenzionali, mentre si risolve completamente una volta che lo stato d’ansia cessa.
Deve essere distinto dalle frequentissime sindromi muscolotensive, indotte da sforzi muscolari, sbagliate posture o altre patologie ossee e muscolari.La seconda categoria, il dolore psicogeno propriamente detto, comprende i casi più gravi, quali il dolore allucinatorio e il dolore da conversione (Hysterical Pain). Il dolore allucinatorio è tipico di patologie psichiatriche gravi, quali la schizofrenia. Il paziente riferisce di avere dolore alla gamba perché ha un coltello, che non esiste, nella coscia. Il secondo, sebbene meno grave, è invece di più difficile diagnosi.
I pazienti riferiscono di avere dolore in un’area del corpo (spesso il petto), ma nessuna indagine medica evidenzia una patologia in grado di giustificarlo. Il dolore tipicamente è assente durante il sonno ed è resistente alle terapie mediche, tuttavia il paziente richiede che venga sottoposto a trattamenti sempre più invasivi e anche mutilanti. Spesso sono presenti altri sintomi, quali disturbi della vista, paralisi transitorie, disturbi dell’attività sessuale, della deglutizione e altri ancora.
Il compito del medico è quello di non lasciarsi attirare da facili diagnosi e classificare il dolore come un dolore inesistente. In primo luogo il medico deve escludere tutte le cause possibili che possono indurre il dolore descritto dal paziente. Se tutti gli esami risultano negativi, la cura di cui il paziente ha bisogno è chiaramente di natura psicologica.
Uno psicologo può accompagnare il paziente in un percorso terapeutico in gradi di restituirgli una qualità di vita adeguata. Nell’approccio al paziente con dolore psicogeno, bisogna sempre ricordare che il dolore avvertito dal paziente, sebbene non abbia cause organiche, è vero e causa sofferenza. Per questo è doveroso stabilire una cura adeguata.
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