Imu e Tasi 2019, quali novità (forse) in arrivo?

Anche quest’anno si avvicina la scadenza dei pagamenti dell’IMU e della TASI.
Entro il 16 dicembre 2018, infatti, si deve versare il saldo per l’anno di imposta 2018 dell’imposta municipale unica e della tassa sui servizi indivisibili.
Ricordiamo che sulle abitazioni principali c’è l’esenzione dell’IMU, dal 2013, e della Tasi, dal 2016. Si dovranno pagare, invece, per le abitazioni principali di lusso (appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9) e sulle seconde case.
E’ sempre ridotta del 50% la base imponibile per il calcolo dell’IMU sugli immobili concessi in comodato a un parente di primo grado (quindi al figlio o al genitore), mentre per quanto riguarda i terreni agricoli, saranno esentati:
- i proprietari dei terreni situati nei Comuni classificati come totalmente montani (T), cioè quelli collocati ad una altitudine pari o superiore a 601 metri sul mare, indipendentemente dal fatto che il proprietario sia o meno un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo
- i proprietari dei terreni situati nei Comuni classificati come parzialmente montani (P), cioè a una altitudine pari o superiore a 281 metri sul mare, solo se il proprietario è un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo.
Dovranno pagare l’IMU, invece:
- i proprietari dei terreni situati nei Comuni classificati come parzialmente montani (P), cioè a una altitudine pari o superiore a 281 metri sul mare, solo se il proprietario non è un coltivatore diretto o non è un imprenditore agricolo
- i proprietari dei terreni situati nei Comuni classificati come non montani (NM), cioè a una altitudine pari o inferiore a 280 metri sul mare.
Infine, così come per l’IMU, anche la base imponibile del calcolo della Tasi è ridotta del 50% nel caso di immobili concessi in comodato ai parenti di primo grado (figli e genitori).
Detto ciò, cosa ci aspetta per l’anno prossimo?
Un emendamento della Legge di Bilancio 2018 prevede di inglobare la Tasi all’IMU prevedendo, però, una clausola di invarianza in modo che non ci siano modifiche alle aliquote massime applicabili. Lo scopo è quello di semplificare una procedura di riscossione senza gravare sullo Stato e sui contribuenti. L’aliquota massima prevista per la nuova IMU dovrebbe essere fissata all’11,4%, mentre il tetto per la prima casa sarebbe allo 0,4%, elevabile fino allo 0,6%. Resta, però, la facoltà da parte dei Comuni di non far pagare l’imposta sull’abitazione principale.
Se passasse l’emendamento, ci sarebbe un primo periodo di transizione. L’acconto del 16 giugno verrebbe versato in base agli importi previsti per il 2018 unificando le imposte, mentre il saldo del 16 dicembre sarebbe il residuo da versare in base ai nuovi calcoli.
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