Inarcassa: no al 4% sul fatturato estero
Il Ministero del Lavoro approva il regolamento che prevede l’esclusione del fatturato estero dall’imponibile per calcolare il contributo integrativo
Il Ministero del Lavoro ha approvato il 7 agosto scorso il regolamento redatto da Inarcassa (la Cassa di previdenza di ingegneri e architetti liberi professionisti) che prevede l’esclusione del fatturato prodotto all’estero dalla base imponibile sulla quale applicare l’aliquota del 4% per calcolare il contributo integrativo.
Il via libera ministeriale definitivo è arrivato a sei mesi circa di distanza dalla proposta di modifica caldeggiata da Inarcassa per eliminare un aggravio fiscale che ostacolava la competitività dei liberi professionisti italiani nei confronti dei colleghi oltre frontiera. Il regolamento redatto a fine febbraio, infatti, ha tentato di porre rimedio a un’incongruenza prettamente fiscale e contabile sorta con il varo della legge di stabilità 2013 (Legge 228/2012).
Prima che Inarcassa intervenisse, i liberi professionisti architetti e ingegneri dovevano versare il contributo integrativo, calcolato applicando l’aliquota del 4% sul fatturato prodotto sia in Italia che all’estero. Ciò accadeva nonostante l’art. 21, comma 6-bis del D.P.R. 633/72, chiarisca che le operazioni con l’estero non siano rilevanti ai fini Iva e, quindi, anche il "fatturato estero" non sarebbe logicamente dovuto essere conteggiato. Va ricordato, inoltre, che il libero professionista ha comunque l’obbligo di emettere fattura con l’indicazione "inversione contabile" o "operazione non soggetta" a seconda che si lavori in un Paese europeo o per uno Stato extra UE (per approfondire l’argomento, leggi l’articolo "Partita Iva: operazioni con l’estero").
Adesso, con l’approvazione definitiva del Ministero del Lavoro del regolamento modificativo di Inarcassa, i professionisti calcoleranno il contributo integrativo sul solo fatturato prodotto in Italia, ridando uno slancio al made in Italy. Piena soddisfazione è stata espressa anche dall’Oice, l’organizzazione delle società di ingegneria aderente a Confindustria che, tramite il suo presidente, Patrizia Lotti, afferma: «Siamo profondamente soddisfatti della decisione di Inarcassa che ha compreso la portata estremamente negativa, in termini di competitività, derivante dall'applicazione del contributo del 4% anche alle attività svolte all'estero dalle nostre società».
Il via libera ministeriale definitivo è arrivato a sei mesi circa di distanza dalla proposta di modifica caldeggiata da Inarcassa per eliminare un aggravio fiscale che ostacolava la competitività dei liberi professionisti italiani nei confronti dei colleghi oltre frontiera. Il regolamento redatto a fine febbraio, infatti, ha tentato di porre rimedio a un’incongruenza prettamente fiscale e contabile sorta con il varo della legge di stabilità 2013 (Legge 228/2012).
Prima che Inarcassa intervenisse, i liberi professionisti architetti e ingegneri dovevano versare il contributo integrativo, calcolato applicando l’aliquota del 4% sul fatturato prodotto sia in Italia che all’estero. Ciò accadeva nonostante l’art. 21, comma 6-bis del D.P.R. 633/72, chiarisca che le operazioni con l’estero non siano rilevanti ai fini Iva e, quindi, anche il "fatturato estero" non sarebbe logicamente dovuto essere conteggiato. Va ricordato, inoltre, che il libero professionista ha comunque l’obbligo di emettere fattura con l’indicazione "inversione contabile" o "operazione non soggetta" a seconda che si lavori in un Paese europeo o per uno Stato extra UE (per approfondire l’argomento, leggi l’articolo "Partita Iva: operazioni con l’estero").
Adesso, con l’approvazione definitiva del Ministero del Lavoro del regolamento modificativo di Inarcassa, i professionisti calcoleranno il contributo integrativo sul solo fatturato prodotto in Italia, ridando uno slancio al made in Italy. Piena soddisfazione è stata espressa anche dall’Oice, l’organizzazione delle società di ingegneria aderente a Confindustria che, tramite il suo presidente, Patrizia Lotti, afferma: «Siamo profondamente soddisfatti della decisione di Inarcassa che ha compreso la portata estremamente negativa, in termini di competitività, derivante dall'applicazione del contributo del 4% anche alle attività svolte all'estero dalle nostre società».
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