Medicina: il concorso della discordia tra ricorsi e irregolarità


Prima vittoria al Tar per gli specializzandi in medicina che hanno fatto ricorso, mentre il Miur aggiusta il tiro per la seconda edizione del concorso
Medicina: il concorso della discordia tra ricorsi e irregolarità

Un vecchio proverbio recita: "il buon giorno di vede dal mattino". E mai parole possono esser più azzeccate pensando alla prova di ammissione dell’anno scorso alle scuole di specializzazione in medicina e per l’area clinica ipotizzando, al contrario, un giorno "buio e tempestoso". Quello che doveva diventare il primo ed esemplare concorso pubblico per avere l’onore di partorire una graduatoria nazionale basata sulle preferenze e per l’impiego di tecnologie capaci di garantire trasparenza ed efficienza, si è rivelato il pomo della discordia che ha generato una scia di centinaia di ricorsi.

Il buon giorno è cominciato tra il 29 e il 31 ottobre 2014 quando, per gli oltre 12 mila candidati iscritti, è stato il momento di affrontare i test di ammissione alle scuole di specializzazione per l’area medica e per i servizi clinici. Ma da subito, qualcosa non quadrava. Il Cineca, il Consorzio interuniversitario incaricato di fornire i test per il concorso, ha commesso l’errore di invertire i quiz per le due differenti tipologie di selezione. Esplode il caos. Caos, tra l’altro, generato dal fatto che non è stato redatto alcun verbale della fase critica dell’imbustamento dei quiz, fase che dovrebbe garantire la segretezza dei quiz, come conferma l’Avv. Michele Bonetti che segue i ricorsi di centinaia di candidati disillusi. A una prima ipotesi di ripetere i test di ammissione il 7 novembre, se ne sostituisce un’altra, diventata poi quella definitiva: vengono eliminate le domande non pertinenti all’area specifica per la quale si è svolto l’esame e vengono considerate soltanto le risposte alle domande comuni alle due specializzazioni.

Problema risolto, verrebbe da dire. Se non fosse che molti di quei 12 mila candidati sparsi nelle 117 sedi d’esame hanno rilevato gravi irregolarità: aule non idonee, postazioni d’esame troppo ravvicinate, divieti alle connessioni a internet infranti, black out dei sistemi informatici, guasti a computer, bug informatici che modificano le risposte e i punteggi...L’esame dell’anno, insomma, si trasforma in un incubo dantesco al quale le differenti commissioni sparse per l’Italia cercano di porre un freno, inevitabilmente nei modi più disparati, aggiungendo caos ad altro caos. Come era ovvio e scontato, sono fioccati i ricorsi e le class action non solo contro le irregolarità di svolgimento delle prove di ingresso alle scuole di specializzazioni, ma anche contro le modalità di funzionamento di quella che doveva essere il fiore all’occhiello del concorso: la graduatoria nazionale. Il meccanismo di scorrimento della graduatoria nazionale, basato sulle preferenze (al massimo sei) di ogni candidato, ha comportato nella pratica una sorta di "velocità" diversa di ingresso a seconda della tipologia delle scuole di specializzazione medica. Semplificando, significa che un candidato possa essere chiamato ad entrare in una scuola di specializzazione diversa da quella prioritariamente desiderata senza aver la possibilità di accettare il posto e conservando contemporaneamente la posizione in graduatoria per entrare successivamente nella scuola di specializzazione maggiormente desiderata. A questo punto, il candidato, potrebbe trovarsi di fronte a un gravoso dilemma: accettare subito il posto libero anche se non nella scuola di specializzazione desiderata oppure rinunciare al posto sicuramente libero e sperare, rischiando, di essere chiamati poi ad entrare nella scuola di specializzazione anelata?

Un dilemma diabolico, frutto del meccanismo di scorrimento della graduatoria nazionale, a cui il Tar del Lazio ha posto un primo freno, a dicembre, con un decreto cautelare, confermato poi nell’ordinanza della Commissione del Tar che ha ritenuto illegittima la non graduazione delle opzioni. In altre parole, il Tar ha ritenuto illegittimo il fatto di non poter conservare il posto in graduatoria per una scuola di specializzazione quando si è già accettato un posto in una scuola di specializzazione diversa. E mentre sono ancora centinaia i candidati esclusi in attesa di una risoluzione positiva al ricorso (il giudizio di merito dovrebbe arrivare a giugno 2016) che garantisca l’accesso in sovrannumero ai corsi, il Miur corre ai ripari per il concorso di quest’anno e introduce delle novità per semplificare alcuni passaggi. Innanzitutto è stato ridotto da sei a tre il numero di tipologie di scuola di specializzazione che ogni candidato potrà indicare in ordine di preferenza. Ciò dovrebbe garantire un minore scollamento tra posti disponibili nelle scuole e ordine di preferenze dei candidati stessi. Inoltre, cambieranno anche i contenuti dei quiz della prova: "i 70 quesiti della parte generale della prova di selezione - si legge nel comunicato del Miur - faranno riferimento alla formazione clinica del percorso di laurea, per improntare le prove a una maggiore caratterizzazione pratico-applicativa nella porzione comune dei quiz". Il bando per il secondo concorso nazionale di accesso alle Scuole di specializzazione sarà emanato entro il 30 aprile, dopo che il nuovo Regolamento otterrà il via libera dal Consiglio di Stato e dopo aver completato il passaggio alla Presidenza del Consiglio e alla Corte dei Conti. Le prove, invece, si svolgeranno entro il 31 luglio.

In sostanza, per i nuovi futuri candidati si prospetta, forse, un "buon giorno" migliore, ma per coloro che hanno svolto la prova l’anno scorso, la tempesta non è certo finita...

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